Il 6° Censimento generale dell’agricoltura, effettuato in Italia nel 2010, si inserisce all’interno di un quadro di riferimento internazionale ed europeo. A livello mondiale, infatti, il “World Programme for Census of Agriculture 2010 (Wca 2010)”, promosso dalla Fao, coinvolge 118 Paesi che hanno già portato a termine od hanno in programma di realizzare un censimento agricolo nel periodo 2006-2015. Attraverso delle linee guida tecniche e metodologiche, la Fao fornisce supporto ai Paesi membri nella produzione di statistiche comparabili sulle principali caratteristiche strutturali delle aziende agricole.
A livello comunitario la realizzazione di un censimento agricolo da parte degli Stati membri è stabilito da normative statistiche. L’acquis communautaire garantisce una maggiore confrontabilità dei dati censuari rispetto alle “raccomandazioni” Fao, grazie al suo carattere vincolante per gli Stati Membri, ma prevede comunque dei “margini di libertà” che ovviamente influenzano tale confrontabilità.
Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è che un Censimento agricolo viene realizzato non solo per adempiere alle richieste internazionali e della legislazione comunitaria, ma anche e, soprattutto, per soddisfare le necessità informative nazionali, regionali e locali. Pertanto la parte di dati raccolti per l’utenza interna di un Paese non è spesso confrontabile a livello internazionale.
Le normative UE di riferimento in base ai quali gli Stati Membri hanno effettuato un censimento agricolo nel periodo 2009-2010 sono il Regolamento (CE) n. 1166/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio ed il Regolamento (CE) N. 1200/2009 della Commissione. La prima normativa definisce il quadro di riferimento statistico entro cui realizzare il censimento, la seconda fornisce, invece, le definizioni delle variabili da utilizzare. Per tener conto delle diversità strutturali esistenti tra le varie agricolture all’interno dell’Unione, una serie di scelte metodologiche e tecniche sono, però, demandate agli Stati membri. Più in dettaglio, mentre l’unità di rilevazione (azienda agricola) e le caratteristiche da rilevare (variabili del questionario) sono vincolanti e comuni per tutti gli Stati membri, la copertura censuaria, la fonte dei dati, i periodi di riferimento e di trasmissione dei risultati possono variare da Paese a Paese (Tabella 1).
Tabella 1 - aspetti vincolanti ed opzionali stabiliti dalle normative comunitarie
Per quanto riguarda l’organizzazione della rilevazione, la modalità di raccolta dei dati, la metodologia di trattamento, validazione e diffusione dei dati, gli Stati Membri hanno completa autonomia di scelta.
Tra gli aspetti opzionali elencati nella tabella 1 la copertura è sicuramente quello che maggiormente influenza la confrontabilità dei dati.
Il campo di osservazione del censimento agricolo italiano 2010 ha incluso tutte le aziende con Superficie Agricola Utilizzata (Sau) uguale o superiore a determinate soglie fisiche (che variano da 20 a 40 are a secondo della Regione) nonché aziende zootecniche con allevamenti non per autoconsumo Nessuna soglia è stata applicata per le aziende florovivaistiche, ortofrutticole e viticole. Come si evince dalla tabella 2 la situazione a livello comunitario è piuttosto diversificata.
Tabella 2 - Soglie applicate dagli Stati Membri per la determinazione del campo di osservazione
In particolare il numero di aziende agricole e le loro dimensioni medie sono fortemente influenzate dal campo di osservazione adottato. Se, ad esempio, in Italia avessimo adottato le stesse soglie fisiche applicate dalla Svezia il numero di aziende agricole censite nel nostro Paese non sarebbe più stato di 1,6 milioni di unità ma poco meno di 800 mila e la dimensione media non sarebbe più stata di 7,9 ha ma di 15,2 ha!
Nel grafico 1 sono messe a confronto le superfici medie aziendali rilevate ai Censimenti 2009 – 2010, negli Stati Membri per i quali sono disponibili i dati al momento della redazione di questo testo. La forte variabilità dei valori è dovuta essenzialmente alle differenti realtà agricole dei vari Paesi ma, in parte, anche ai campi di osservazione utilizzati.
Figura 1 - Censimento agricoltura 2009-2010 – Sau media aziendale per Stato membro (ha)
Fonte: Eurostat 2012
Il patrimonio statistico rilevato attraverso il censimento italiano è confrontabile a livello comunitario solo per le caratteristiche stabilite dalle normative UE che rappresentano la base comune informativa degli Stati Membri. L’Italia, infatti, tradizionalmente in occasione dell’evento censuario non si limita a raccogliere i soli dati richiesti in ambito comunitario ma amplia tale patrimonio con ulteriori informazioni, diverse da quelle comunitarie o di maggior dettaglio per le stesse caratteristiche comunitarie.
Esaminiamo nello specifico il livello di confrontabilità dei principali temi in cui si è articolato il questionario del censimento agricolo italiano.
Per quanto riguarda le caratteristiche generali dell’azienda, l’Italia ha raccolto un maggior numero di informazioni rispetto al “cuore” comunitario. In comune con gli altri Stati membri e quindi confrontabili tra loro sono le informazioni su 3 forme giuridiche (azienda individuale, società di persone, persone giuridiche) e sul titolo di possesso della Superficie Agricola Utilizzata. In più il nostro Paese ha rilevato il titolo di possesso anche della superficie totale dell’azienda, un maggior dettaglio della forma giuridica (9 tipologie), la forma di conduzione ed anche il numero di corpi aziendali.
Sulle superfici, l’Unione Europa ha previsto una classificazione di 73 colture o usi del suolo per le quali la confrontabilità comunitaria è assicurata. L’Italia ha integrato tale classificazione con ulteriori 26 coltivazioni. Il maggior dettaglio si è reso necessario per rilevare informazioni su colture importanti dell’agricoltura mediterranea, quali il pomodoro ed i fruttiferi e agrumi distinti per specie.
Analogamente alle coltivazioni anche le informazioni sul patrimonio zootecnico sono state maggiormente dettagliate nel censimento italiano (46 categorie contro le 28 previste da UE). In particolare il nostro Paese, diversamente da quanto stabilito dalle normative UE di riferimento distingue i bufalini dai bovini.
Per quanto riguarda la manodopera è notevole il patrimonio informativo rilevato dal nostro Paese rispetto a quello comunitario. In particolare, il forte dettaglio sulla manodopera familiare rilevato in Italia trova il suo significato nell’utilizzo di questi dati da parte dei servizi di Contabilità Nazionale dell’Istat e di studiosi e ricercatori nel campo socio-rurale.
La tabella 3 illustra per questo settore le informazioni comuni raccolte e quindi confrontabili a livello comunitario e quelle rilevate solo per esigenze nazionali.
Tabella 3 - Caratteristiche della manodopera rilevate per finalità UE e non UE
Legate alla manodopera sono anche le informazioni relative alle attività remunerative connesse all’azienda. L’Italia ha raccolto dati sulla presenza di 17 tipologie di attività. Di queste solo 9 sono confrontabili a livello comunitario: agriturismo, artigianato, lavorazione di prodotti agricoli, produzione di energia rinnovabile, lavorazione del legno, acquacoltura, contoterzismo agricolo, contoterzismo non agricolo e silvicoltura.
Le informazioni sui metodi di produzione e sull’agricoltura biologica raccolte in Italia sono essenzialmente le stesse richieste dalle normative comunitarie e sono pertanto perfettamente confrontabili a livello europeo. I dati sui metodi di produzione sono utili per lo sviluppo di politiche agro-ambientali e per migliorare la qualità degli indicatori agroambientali e riguardano essenzialmente gli elementi del paesaggio agrario (presenza di siepi, muretti e filari) l’irrigazione, le lavorazioni del terreno, la copertura invernale del suolo, l’avvicendamento dei seminativi e, per il settore zootecnico, il pascolo, la tipologia di stabulazione del bestiame, lo stoccaggio e l’applicazione sui terreni degli effluenti zootecnici.
Un ulteriore set informativo è stato rilevato dal nostro Paese esclusivamente per fini nazionali e regionali e per il quale non c’è confrontabilità tra gli Stati Membri. E’ il caso dei dati relativi alle aziende con produzioni qualità, all’informatizzazione dell’azienda, all’ubicazione dei terreni e degli allevamenti per Comune, al contoterzismo attivo e passivo, alla presenza di contabilità, alla percentuale di ricavi ed ai canali di commercializzazione dei prodotti aziendali.
In conclusione, l‘integrazione dei dati raccolti con il 6° Censimento generale dell’agricoltura a livello comunitario è assicurato dall’appartenenza del nostro Paese ad un sistema di statistiche agricole europeo armonizzato e definito dai Regolamenti statistici. Tuttavia, nella interpretazione dei dati di confronto è importante tenere presente che i campi di osservazioni adottati dai singoli Stati Membri differiscono tra loro ed Eurostat, non è in grado di armonizzare, ex post, tali campi di osservazione. Inoltre, una buona parte dei contenuti informativi del censimento italiano non trovano corrispondenza in quelli degli altri Stati Membri in quanto coprono essenzialmente esigenze più specifiche interne al nostro Paese.
Riferimenti bibliografici
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Unione Europea (2008), Regolamento (CE) N.1166/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 189 novembre 2008 relativo alle indagini sulla struttura delle aziende agricole e all’indagine sui metodi di produzione agricola e che abroga il regolamento (Cee) n.571/88 del Consiglio
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Unione Europea (2009), Regolamento (CE) N. 1200/2009 della Commissione, del 30 novembre 2009, recante disposizioni di applicazione del regolamento (CE) n. 1166/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle indagini sulla struttura delle aziende agricole e all’indagine sui metodi di produzione agricola, per quanto riguarda i coefficienti di conversione in unità di bestiame e le definizioni delle caratteristiche
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Istat (2009), Piano generale del 6° Censimento generale dell’agricoltura. Il campo di osservazione
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Istat (2010), 6° Censimento generale dell’agricoltura. Il questionario di azienda agricola
- 1. Le attività agricole elencate nell’allegato I sono: la coltivazione di colture agricole non permanenti (Nace 01.1), la coltivazione di colture permanenti (Nace 01.2), la riproduzione di piante (Nace 01.3), l’allevamento di animali (Nace 01.4), l’attività mista (Nace 01.5), l’attività di mantenimento delle superfici agricole in buone condizioni agronomiche ed ambientali (Nace 01.61).