Introduzione
Le sfide attuali e future che l’agricoltura europea è chiamata ad affrontare richiedono che la comunità scientifica e gli attori a monte e a valle della catena di approvvigionamento cooperino affinché si trovino soluzioni sostenibili innovative e si offrano risultati di ricerca pronti per essere adottati. Incrementare la produttività e la sua stabilità anche in contesti dinamici, accrescere la capacità di resilienza e di adattamento dei sistemi agricoli, utilizzare in maniera sostenibile le risorse in agricoltura, le biomasse e accrescere la fertilità dei terreni richiedono interventi specifici.
Il settore agricolo europeo, peraltro, è caratterizzato da una grande varietà in termini di dimensione e tipi di aziende agricole, sistemi di produzione, accesso ai mercati, nonché di condizioni climatiche, dei terreni e ancorpiù sociali. Il Partenariato Europeo per l’Innovazione “Produttività e Sostenibilità dell’Agricoltura” (Pei-Agri), una delle novità della nuova Pac per il 2014-2020, considera queste diversità un punto di forza e la base per l’offerta di innovazioni, nuovi metodi, tecniche ed approcci che possano essere adottati ed adattati ai diversi contesti e possano contribuire a rendere il settore agricolo più efficiente nell’utilizzo delle risorse e più sostenibile in termini economici, ambientali e sociali. Il Pei-Agri offre l’opportunità a che tutti gli attori coinvolti siano partecipi della definizione di un nuovo percorso di sviluppo, che faccia della sostenibilità e della produttività le parole chiave per la crescita del settore agricolo, e della condivisione della conoscenza e delle esperienze lo strumento per raggiungere questi obiettivi.
Ripercorrendo le tappe fondamentali del Pei dalla sua introduzione fino ad oggi, questo contributo intende sistematizzare tutto il materiale e le informazioni attualmente disponibili circa la struttura, il funzionamento e le attività dello strumento, in previsione della sua effettiva operatività a partire dal 2014. Nei giorni in cui si scrive il dibattito è ancora fervido. Molte decisioni devono ancora essere prese. Eppure, tutti gli Stati membri (SM) sono chiamati proprio adesso a prendere posizione e intervenire. Offrire una visione quanto più aggiornata e organica possibile dell’evoluzione finora raggiunta dallo strumento, sia in chiave temporale che in chiave concettuale e operativa, è certamente utile per affrontare le novità imposte dalla nuova programmazione.
Pei-Agri: contesto di policy e missione
Il concetto di “partenariato europeo” quale strumento per favorire l’innovazione viene utilizzato per la prima volta nel 2010 nella Comunicazione della Commissione Europea (CE) “Unione dell’Innovazione” (Commissione europea, 2010a), una delle iniziative faro della strategia “Europa 2020” (Commissione europea, 2010b). I partenariati non costituiscono uno strumento di policy a sé stante, piuttosto occasioni di raccordo e coordinamento tra diverse politiche e iniziative già esistenti su cui si basano; rappresentano nuove modalità di cooperazione e sinergia tra i partner coinvolti, ovvero soggetti di ambiti politici, settori e paesi diversi, volte alla creazione di ponti tra la scienza e l’applicazione concreta di soluzioni innovative. Questi principi si riflettono nella struttura e nella missione dei partenariati che hanno l’obiettivo di trovare soluzioni innovative alle grandi sfide sociali identificate dalla CE: invecchiamento attivo e in salute, materie prime, sostenibilità e produttività dell’agricoltura (partenariati lanciati nel febbraio 2012), città intelligenti (luglio 2012), acqua (partenariato operativo dal 2013).
Coerentemente con gli orientamenti strategici di “Europa 2020” e della Comunicazione della CE “La Pac verso il 2020” (Commissione europea, 2010c), la Comunicazione della CE del 29 febbraio 2012 (Commissione europea, 2012) dà avvio al Partenariato Europeo per l’Innovazione “Produttività e Sostenibilità dell’Agricoltura” (Pei-Agri), approvato nel giugno 2012 nelle Conclusioni del Consiglio Agricoltura e Pesca. La missione del Pei-Agri è promuovere un settore agricolo e forestale europeo competitivo e sostenibile, in grado di “ottenere di più con meno” e in armonia con l’ambiente. Due gli obiettivi specifici: (1) promuovere la produttività e l’efficienza del settore invertendo entro il 2020 la recente tendenza alla diminuzione dell’incremento di produttività, e (2) garantire la sostenibilità dell’agricoltura, raggiugendo entro il 2020 un livello soddisfacente di funzionalità dei suoli in termini di capacità produttiva, adattamento e attenuazione dei cambiamenti climatici, stabilità degli eco-sistemi. Gli interventi previsti non riguardano solo la produzione primaria, ma tutte le interazioni che si verificano lungo l’intera catena dell’approvvigionamento: il Pei-Agri intende fungere da collegamento tra la scienza e la pratica affinché i risultati di ricerca siano tradotti in innovazioni pratiche e queste siano rapidamente trasferite ed adottate (Figura 1).
Figura 1 - Il ponte tra la ricerca e la pratica
Fonte: elaborazione dell’autore
Il valore aggiunto di questo approccio sta nel contribuire nel contempo a fornire un ritorno sistematico di informazione dalla pratica alla scienza sui bisogni di ricerca, a rafforzare la cooperazione e l’interazione tra i soggetti coinvolti (agricoltori, ricercatori, imprese, industrie, servizi di consulenza, Ong) e a creare quella cultura dell’innovazione che a partire dalle diversità stimoli un approccio olistico all’innovazione stessa. Quest’ultima, peraltro, è non solo tecnologica, ma anche organizzativa e sociale. Il Pei-Agri aderisce in sostanza al modello interattivo dell’innovazione, un approccio dal basso (bottom-up) che fa della co-creazione di conoscenza e della sua condivisione i principi di riferimento.
Gli strumenti di cui si avvale il Pei-Agri
Per trasferire l’innovazione nella pratica agricola, il Pei-Agri si avvale della politica di Sviluppo Rurale (SR) e della politica per la Ricerca e l’Innovazione (R&I) per il nuovo periodo di programmazione 2014-2020. Entrambe le politiche offrono sia il quadro in cui le attività verranno implementate sia gli strumenti di finanziamento degli interventi previsti. In tal senso, le politiche sono tra di loro complementari: la prima si esplica nei Programmi di Sviluppo Rurale (Psr) emanati a livello di singole regioni; la seconda, invece, va oltre questo livello di applicazione co-finanziando attività innovative a livello inter-regionale, inter-nazionale o europeo. Ulteriori opportunità, tuttavia, possono essere offerte anche dalla politica di Coesione e dalla politica per l’Istruzione.
Il contributo innovativo della nuova politica di SR: i Gruppi Operativi
Il trasferimento della conoscenza e l’innovazione rappresentano due priorità trasversali della nuova politica di SR (Commissione europea, 2011a). Lo stimolo all’innovazione è stato perseguito anche dall’attuale politica di SR (2007-2013) che offre misure volte alla conoscenza; esse, benché riallocate, sono mantenute ed estese nella nuova proposta di regolamento (si veda la tabella 1) che ora esplicitamente definisce anche le finalità del Pei-Agri (art. 61), le modalità con cui questo strumento diventerà operativo, vale a dire i Gruppi Operativi (GO, art. 62) e i tipi di azione che questi ultimi adotteranno.
Tabella 1 - Misure per l’innovazione previste nel nuovo regolamento per lo SR
I GO rappresentano la sede in cui diversi attori, siano essi agricoltori, ricercatori, consulenti, imprese, associazioni ambientaliste e dei consumatori, gruppi di interesse e organizzazioni non governative (Ong), sono chiamati a collaborare al fine dell’avanzamento dell’innovazione nel settore agricolo. I gruppi utilizzano un approccio bottom-up: nascono dalla diretta iniziativa degli attori coinvolti a vario titolo nell’innovazione, sono guidati da una precisa tematica di interesse e, rispetto a questa, sono chiamati a realizzare progetti volti a collaudare, applicare e disseminare pratiche, processi, prodotti, servizi e tecnologie innovativi. Non sono dettate specifiche condizioni circa la dimensione, composizione o attività di ogni singolo Gruppo Operativo1. Quello che conta è che la componente pratica e quella scientifica interagiscano al fine della co-creazione di conoscenza e della cross-fertilisation. A livello transfrontaliero o dell’intera Unione, secondo quanto disposto nell’art. 36 (cooperazione) i GO agiscono in particolare tramite iniziative di cluster e progetti pilota e dimostrativi. Le azioni concrete sono alimentate dalla base di conoscenze fornita dal quadro unionale per la R&I, e i risultati ottenuti devono essere diffusi attraverso la Rete del Pei (per una sua descrizione, si veda più avanti nel testo). Il supporto finanziario alla costituzione, gestione, programmazione dei GO e all’implementazione delle loro attività è previsto nell’ambito del nuovo regolamento per lo SR principalmente dall’art. 362. Il documento guida all’utilizzo della misura (versione di settembre 2013), benché non ancora definitivo, stabilisce che l’art. 36 supporta la promozione di nuove (e non già esistenti) forme di collaborazione, e la realizzazione di nuovi progetti proposti da preesistenti gruppi collaborativi.
Un ruolo cruciale nella costituzione dei Gruppi Operativi è stato riconosciuto agli innovation broker o intermediari dell’innovazione. Una volta identificata una necessità di innovazione, questi soggetti supportano i potenziali membri di un Gruppo Operativo nel trovare i partner e nel configurare un GO attorno a un progetto concreto; questo ruolo di intermediazione può trovare supporto sotto altri articoli del regolamento di SR, come ad esempio l’assistenza tecnica (Art. 55 (2)), le attività di animazione nell’ambito della misura di cooperazione (Art 36 (5)) e i servizi di consulenza (Art. 16 (1)). La presenza di tali soggetti può certamente conferire maggiore flessibilità al sistema, senza per questo necessitare di budget elevati perché svolgano le loro funzioni (EU Scar, 2013). Sebbene i GO presentino aspetti simili ai Gruppi di Azione Locale (Gal) del programma Leader, vale a dire catturano idee innovative da attori portatori di interessi e incentivano la creazione di progetti per la loro realizzazione, se ne discostano sensibilmente in quanto si estendono oltre i confini del singolo territorio, sviluppando piuttosto una strategia che copra interazioni anche sovranazionali o sovraregionali.
Il contributo di Orizzonte 2020 al Pei-Agri: i progetti multi-attore e le reti tematiche
Orizzonte 2020 (Commissione europea, 2011b) rappresenta un importante strumento finanziario per la promozione dell’innovazione e l’implementazione delle attività connesse. Per il periodo 2014-2020 è previsto un budget di circa 70 miliardi di euro3. Il programma combina i finanziamenti attualmente previsti attraverso i programmi quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico con altri programmi europei incentrati sull’innovazione. Per la specifica linea “Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima nonché bioeconomia” sono previsti circa 4 miliardi di euro. In linea con la modalità finora utilizzata, il programma prevede bandi competitivi di ricerca pubblicati annualmente: il primo bando, peraltro, è stato appena pubblicato.
Orizzonte 2020 offre due nuovi strumenti a supporto del Pei: i progetti multi-attore e le reti tematiche (Commissione europea, 2011b). I primi hanno l’obiettivo di garantire e facilitare le interazioni necessarie tra ricercatori, imprese, agricoltori, produttori, consulenti e utilizzatori finali per affrontarne le esigenze, i problemi e le opportunità attraverso la co-creazione di soluzioni innovative e la comproprietà dei risultati prodotti. L’approccio cui ricorrono deve riflettersi nella definizione degli obiettivi, nella pianificazione e composizione del consorzio e nella diffusione dei risultati del progetto. Il consorzio deve essere aperto a tutti gli attori chiave garantendo complementarità tra la conoscenza scientifica e quella pratica, perché i risultati possano essere ampiamente utilizzati. L’impatto e la diffusione dei risultati di ricerca sono peraltro sostenuti attivamente attraverso la previsione di azioni specifiche in materia di comunicazione, diffusione delle conoscenze e coinvolgimento dei diversi attori per tutta la durata del progetto. In questo, il coinvolgimento dei Gruppi Operativi è fortemente auspicato.
Quanto alle reti tematiche, invece, Orizzonte 2020 supporta la creazione di reti che mobilizzino tutti gli attori coinvolti su specifiche aree tematiche perché si faccia il punto sulle conoscenze scientifiche e pratiche esistenti. L’obiettivo delle reti tematiche è mappare, sintetizzare e presentare i risultati di ricerca che sono pronti per essere adottati ma che ancora non sono stati resi noti o testati da professionisti, nonché favorire la circolazione di queste informazioni e identificare le esigenze di ricerca e di innovazione ancora in essere. I progetti delle reti tematiche devono essere semplici perché gli utenti finali ne possano cogliere i risultati, nonché devono facilitare la discussione, condivisione e diffusione delle conoscenze prodotte in maniera accessibile a tutti. I risultati, peraltro, devono confluire in un database di ricerca (database Pei-Agri) che gli utenti finali possano visionare anche nel lungo termine, in un formato comune e un linguaggio di facile comprensione per gli agricoltori e consulenti (EU Scar, 2013). I temi da trattare possono essere collegati a specifici settori, metodi di coltivazione, pratiche o sistemi agricoli, prodotti e/o servizi, filiere, etc.. Favorendo l’interazione di attori a diverso titolo coinvolti, le reti tematiche possono supportare anche la creazione proprio di Gruppi Operativi o di progetti multi-attore. Al di là degli strumenti previsti funzionalmente al Pei, Orizzonte 2020 continua a sostenere altri progetti collaborativi, quali:
- gli Era-Net, ovvero azioni a supporto della cooperazione e del coordinamento delle attività di ricerca gestite a livello nazionale e regionale negli SM;
- le iniziative di programmazione congiunta della ricerca (Jpi) per la cooperazione transfrontaliera, il coordinamento e l’integrazione dei programmi di ricerca degli SM;
- il programma Cost che incoraggia scambi internazionali e la cooperazione tra ricercatori sia in Europa che oltre i confini unionali.
Struttura di governance del Pei-Agri
Nell’ambito della Rete per lo Sviluppo Rurale4 è stata istituita una struttura di Rete del Pei-Agri: oltre ad animare le attività a livello unionale, nazionale, regionale e locale, il suo obiettivo è favorire la costituzione dei Gruppi Operativi e fornire informazioni sulle opportunità offerte dalle politiche dell’Unione. In cambio, i GO sono chiamati a dar conto alla rete dell’andamento dei loro progetti. La rete funge perciò da mediatrice per migliorare la comunicazione e la cooperazione tra il mondo della scienza e quello della pratica, favorendo la condivisione di esperienze, compresi gli insuccessi, degli insegnamenti tratti e delle buone prassi; la rete prevede inoltre un meccanismo di ritorno sistematico di informazione volto a includere negli obiettivi della ricerca le esigenze della pratica (EU Scar, 2013). Per svolgere queste funzioni, la Rete Pei-Agri ricorre allo strumento dei Focus Group: si tratta di gruppi di lavoro temporanei composti da esperti selezionati per le competenze in specifici temi formulati dalla DG Agri; fugono da catalizzatori per la condivisione della conoscenza e dell’esperienza in essere e hanno l’obiettivo, da un lato, di esplorare soluzioni pratiche innovative ai problemi o alle opportunità identificate nel settore, dall’altro, di discutere i risultati della ricerca e le loro implicazioni per ulteriori attività di ricerca. I membri dei Focus Group sono inoltre assistiti dal Service Point per il partenariato, attivo dall’aprile 2013: con base a Bruxelles, esso funge da mediatore all’interno della Rete Pei-Agri, migliora la comunicazione e la cooperazione tra tutti gli attori dell’innovazione, compresi gli agricoltori, i consulenti, le imprese, la società civile e i ricercatori, lavorando a livello comunitario, nazionale e regionale.
Un Comitato Direttivo di alto livello (High Level Steering Board - Hlsb) è stato poi nominato con l’obiettivo di fornire una consulenza strategica nell’indirizzare lo sviluppo e l’attuazione del Pei-Agri. Il Comitato provvede alla definizione di orientamenti generali, vale a dire una lista di aree prioritarie in cui si rende necessario innovare ma per le quali sono presenti evidenti difficoltà e strozzature. Il Comitato si compone di 42 esponenti di alto livello che rappresentano gli Stati membri, le regioni, le associazioni agricole e forestali, i ricercatori, le organizzazioni ambientaliste e dei consumatori, nonché gli attori a monte e a valle della catena degli approvvigionamenti. La figura 2 riporta (tradotta in italiano) la rappresentazione grafica che la CE in diverse occasioni ha mostrato per descrivere la attuale struttura di governance del Pei-Agri:
Figura 2 - Struttura di governance del Pei-Agri
Fonte: Commissione Europea (rielaborata dall’autore)
Nell’ambito della politica di ricerca e innovazione, il Comitato permanente per la ricerca in agricoltura (Scar) continua a svolge una funzione di consulenza a supporto delle attività del Pei.
In particolare, il gruppo di lavoro collaborativo sui sistemi della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura (Akis Cwg), sorto nel 2011 in seno al Comitato, ha supportato l’operato delle istituzioni europee con due mandati, il primo volto a una ricostruzione dello stato dell’arte dei sistemi della conoscenza a livello europeo per fornire la base su cui le nuove politiche si muovono; il secondo volto invece proprio ad indirizzare l’organizzazione dell’innovazione nei Gruppi Operativi. I Comitati di programma per Orizzonte 2020, invece, hanno lo specifico obiettivo di discutere strategicamente le priorità dei programmi di lavoro e gli stanziamenti di bilancio in una prospettiva pluriennale.
Implementazione e attuazione del Pei-Agri: cosa bolle in pentola?
Un’utile mappatura del percorso evolutivo del Pei-Agri è offerta dalla figura 3 che segna le principali tappe dell’implementazione dello strumento dalla sua formale introduzione (2012) fino alle attività previste per il 2014 passando attraverso le ultime novità (2013):
Figura 3 - Mappa delle principali tappe del Pei-Agri
Fonte: elaborazione dell’autore
Il Comitato Direttivo del Pei-Agri si è riunito per la prima volta nel febbraio 2013 per gettare le basi del Piano Strategico di Attuazione (Psa) poi reso definitivo, all’indomani di un secondo incontro, nel luglio 2013. Il Psa individua i settori d’intervento prioritari ed elabora raccomandazioni sulle modalità con cui conseguire gli obiettivi del Pei-Agri. Il Piano, in dettaglio, costituisce lo strumento di orientamento delle attività da realizzare nelle aree prioritarie individuate rispetto alle sfide da affrontare:
- Adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici;
- Resilienza e benessere vegetale ed animale;
- Utilizzo più efficiente e sostenibile delle risorse;
- Ottimizzazione e diversificazione degli output e uso di biomasse;
- Capacità di autoregolamentazione dei sistemi agricoli;
- Incremento della produttività lungo la catena delle proteine;
- Nutrizione e temi relativi alla qualità.
Nell’ambito della politica di SR il Pei viene implementato attraverso i Psr per mezzo dei Gruppi Operativi; il supporto finanziario ai loro progetti è fornito in primis dall’art. 36. Secondo quanto disposto nelle Linee Guida CE per la programmazione dell’Innovazione e l’implementazione del Pei-Agri (Commissione europea, 2013: versione di novembre), dal momento che il beneficiario dell’art. 36 è proprio il Gruppo Operativo, ogni Stato membro deve essere in grado di identificarlo con chiarezza. Il regolamento (in bozza) non è ancora esplicito riguardo ciò, ad ogni modo è evidente che si rendono necessarie una chiara identificazione e una precisa attribuzione delle responsabilità in testa ai membri di un GO, in primis in termini di gestione finanziaria, soprattutto se nel progetto vengono coinvolti investimenti provenienti anche da privati.
Il programma di SR può finanziare progetti di innovazione fino a coprirne il 100% delle spese. Naturalmente, per accedere ai fondi i progetti devono superare una fase di selezione, i cui criteri rispondono a: (a) rilevanza per gli attori coinvolti e gli utilizzatori finali; (b) composizione bilanciata del partenariato in vista della co-creazione della conoscenza; (c) qualità e quantità dello scambio di conoscenza realizzato e cross-fertilisation; (d) competenze e conoscenza dello stato dell’arte per evitare duplicazioni di attività; (e) comunicatività, comprensibilità, validità anche nel lungo periodo.
Facendo seguito alla richiesta da parte della CE (DG Agri) al Service Point del Pei-Agri di istituire Focus Group per facilitare azioni innovative nel settore e collegare in maniera più efficace ricerca e pratica, sono stati resi operativi da ottobre 2013 sei Focus Group sulle seguenti tematiche: agricoltura biologica (ottimizzazione delle rese dei seminativi); colture proteiche; zootecnia (riduzione del consumo di antibiotici nel settore suinicolo); risorse genetiche: modelli cooperativi; contenuto di materia organica nel suolo: regione mediterranea; gestione integrata delle specie nocive (Integrated Pest Management o Ipm): focus sulla famiglia delle brassicacee.
Altri Focus Group verranno aperti in futuro attorno a ulteriori temi che verranno individuati come pertinenti e rilevanti. Ogni Focus Group si compone al massimo di 20 esperti selezionati attraverso inviti a manifestare interesse e sulla base di criteri che premiano l’esperienza nel rispettivo campo, una comprovata conoscenza tecnica e pratica della materia, la motivazione individuale a partecipare all’obiettivo del gruppo. La composizione dei Focus Group è eterogenea, comprendendo agricoltori, rappresentanti dell’industria e consumatori (laddove opportuno), ricercatori, ecc., e bilanciata anche in termini di rappresentanza geografica. Ogni Focus Group ha una durata di circa 12-18 mesi.
Le attività di animazione del Pei hanno previsto la realizzazione di alcuni momenti di incontro (seminari e meeting) volti a discutere proposte operative o a informare sulle novità in campo.
Quanto, tuttavia, alle attività di monitoraggio ancora sembrano mancare informazioni e documenti ufficiali.
Nell’ambito della politica di ricerca e innovazione, invece, i progetti di ricerca più orientati verso la pratica agricola verranno finanziati da Orizzonte 2020 attraverso, in particolare, l’approccio multi-attore. Questo è stato introdotto per il biennio 2014-2015 per uno specifico elenco di temi di ricerca in cui si ritiene il ricorso ad esso di grande valore aggiunto. Di recente è stato pubblicato il programma di lavoro 2014-2015 che indica in dettaglio i contenuti dei prossimi inviti a presentare progetti di ricerca nell’ambito del programma Orizzonte 2020 e le linee di budget previste per ogni bando5. Le caratteristiche che i progetti di ricerca devono possedere ricalcano i criteri di selezione già enunciati in sede di trattazione dei Gruppi Operativi, salvo sottolineare soprattutto l’aspetto della diffusione e divulgazione dei risultati raggiunti e il loro impatto. Fortemente raccomandato anche il coinvolgimento di ulteriori partner durante le attività progettuali, in primis i GO. Tutti gli attori sono chiamati a partecipare attivamente nelle diverse fasi progettuali, dalla identificazione della domanda di ricerca, e la pianificazione dei lavori (comprese eventuali esperimenti in campo) alla loro esecuzione fino alla disseminazione e dimostrazione. Per tale motivo, le proposte di progetto devono illustrare chiaramente le attività previste in termini di scambio di conoscenza (Van Oost, 2013).
Per il 14 gennaio 2014, infine, è previsto a Bruxelles un workshop Eip-Agri su come collegare la scienza e la pratica, ovvero su quali sono le opportunità di innovazione nell’agricoltura e nelle zone rurali nell’ambito di Orizzonte 2020. Principale oggetto di discussione saranno i progetti multi-attore e le reti tematiche nell’ambito della specifica linea “Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima nonché bioeconomia” nel quadro del nuovo programma di lavoro 2014-2015 di Orizzonte 2020.
Riflessioni conclusive
La riuscita dell’attuazione del Pei-Agri richiede che le conoscenze, esperienze e le buone pratiche siano comunicate e trasferite dalla comunità scientifica europea attiva nella ricerca in svariate discipline, e che, al contempo, feedback da parte della pratica informino circa le necessità cui dare risposta in maniera innovativa ma sostenibile. Le attese sono molte: ci si aspetta un notevole stimolo alla discussione e allo sviluppo di orientamenti tematici coerenti e pertinenti da parte delle iniziative di programmazione congiunta, del comitato permanente della ricerca agricola, delle piattaforme tecnologiche europee. Simili iniziative, se in grado di contribuire al dibattito sulle potenziali azioni innovative e alle discussioni sulle esperienze realizzate, possono incoraggiare la costituzione di Gruppi Operativi con il compito di moltiplicare le azioni innovative. La rete Pei ha l’obiettivo di rendere ottimale il collegamento tra tali iniziative: essa svolge un ruolo chiave nell’implementare una concreta cultura dell’innovazione. Tuttavia, questa ambizione si realizza solo nel lungo periodo, il che comporta la necessità che anche il sistema di istruzione, non solo quello di ricerca e dei servizi, la supporti. Università e scuole devono difatti creare la cornice per lo sviluppo di un’attitudine all’innovazione, nonché stimolare un’integrazione dell’agricoltura nella società. L’attività di comunicazione, compresa la condivisione di esperienze, è essenziale perché si crei fiducia tra consumatori, produttori, imprese, associazioni, ricercatori.
Riferimenti bibliografici
-
Commissione europea (2010a), Iniziativa faro Europa 2020 “L’Unione dell’innovazione”. Com(2010) 546
-
Commissione europea (2010b), “Europa 2020. Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”
-
Commissione europea (2010c), Comunicazione della Commissione UE “La Pac verso il 2020”. Com(2010) 672
-
Commissione europea (2011a), Proposta di Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr). Com(2011) 627
-
Commissione europea (2011b), Comunicazione sul Programma quadro di ricerca e innovazione “Orizzonte 2020” Com(2011) 808, Proposta di decisione Com(2011) 811, Proposta di regolamento Com(2011) 809
-
Commissione europea (2012), Comunicazione relativa al Partenariato europeo per l’innovazione (Pei) “Produttività e sostenibilità dell'agricoltura” Com(2012) 79 del 29 Febbraio 2012
-
Commissione europea (2013), Bozza di linee guida sulla programmazione dell’innovazione e l’implementazione dell’Eip (Draft guidelines on Programming for Innovation and the implementation of the Eip for Agricultural Productivity and Sustainability, versione di novembre)
-
EU Sscar (2013), Agricultural knowledge and innovation systems towards 2020 – an orientation paper on linking innovation and research, Bruxelles
-
Van Oost I. (2013), Innovation Support Services. Presentazione tenuta in occasione del seminario “Programming Innovation in Rural Development – Linking Science and Practice”, Berlino, 25-26 novembre 2013
Siti di riferimento (accesso dicembre 2013)
- 1. Nel suo intervento in occasione del seminario sul Pei tenutosi a Berlino nei giorni 25-26 novembre 2013, la DG Agri ha sottolineato come non sia necessaria una rappresentanza bilanciata in un GO delle diverse componenti citate (Van Oost, 2013).
- 2. L’art. 36 può essere combinato anche con gli altri articoli presenti nella tabella 1. Risorse finanziarie per la creazione e l’operatività dei GO possono provenire ad ogni modo anche dalla politica per la ricerca e l’innovazione (Orizzonte 2020), da fondi nazionali, dal Feasr, e da fonti private. In ogni caso, l’art. 36 non finanzia progetti di ricerca propriamente intesa, ma unicamente progetti riconducibili ai GO (Van Oost, 2013).
- 3. L’approvazione del regolamento-quadro finanziario pluriennale da parte del Parlamento Europeo e del Consiglio è attesa per dicembre 2013. Pertanto, i dati riportati possono essere soggetti a modifica a breve.
- 4. Si rimanda al contributo di Passero su questo numero.
- 5. La pubblicazione del primo bando risale all'11 dicembre 2013 [pdf]