Immagini della terra
Questa raccolta di poesie è il frutto di una grande passione. Ne sono testimone. Quando, nell’autunno dell’anno scorso, a nome dell’Associazione “Alessandro Bartola” ho chiesto al prof. Recanatini di pensare al progetto di una raccolta di testi di poeti marchigiani intitolata “Immagini della terra” non solo Ostelio ha risposto, come suo solito, con grande generosità e disponibilità, ma si è tuffato in quell’impegno. Pochi giorni dopo la raccolta era pronta ed era accompagnata da una serie di appunti che ci illustrò in una breve ma intensa riunione. Poi, improvvisamente, Ostelio si è gravemente ammalato. Ciononostante, ha continuato fino all’ultimo a riflettere sul tema e a dettare gli appunti per la premessa curata, in sua vece, da Sissi Catalani.
Mi sono chiesto spesso quali motivazioni profonde lo spingessero a quell’impegno via via più grave. Certo l’amicizia. Commentandone i testi, pareva rivivesse i suoi incontri fraterni con Franco Scataglini e con altri poeti di questa raccolta.
Attraverso le poesie poi si costruiva una idea originale delle Marche: una regione con un enorme patrimonio di cultura innestato nella sua dimensione rurale. Se non potevano esserci nostalgie per un passato di fatica e dolore, di cui pure quel patrimonio era frutto, era necessario comunque ritrovare quelle radici, farle ancora germogliare.
Di questo argomento, ricordo che Ostelio Recanatini e Sandro Bartola discussero in una bella sera d’agosto del 1993 in agriturismo, quell’unica volta in cui si incontrarono. L’economista analizzava i successi del sistema economico marchigiano nel dopoguerra, ma esprimeva anche le sue preoccupazioni per i limiti e le debolezze di un modello di sviluppo che rischiava di volatilizzare le basi culturali e sociali da cui pure traeva le sue origini e la sua specificità. Il filosofo ricordava le tante metafore associate alla terra e pescava nella memoria, come sapeva fare magistralmente, richiami alla letteratura e alla storia; e così spiegava allo stesso tempo la ricchezza e la profondità di quella cultura rurale delle Marche che aveva espresso così tanti poeti. A quel dialogo bruscamente interrotto, Bartola scomparve improvvisamente il mese successivo, Ostelio voleva continuare a dare il proprio contributo.
La pubblicazione di questo testo è anche quindi la testimonianza di un incontro e di un impegno perché altri continuino quel dialogo.
Franco Sotte