Finestra sul WTO n.14

Finestra sul WTO n.14
a Confederazione Svizzera, Ufficio Federale dell’Agricoltura (UFAG)

Quanto scritto è esclusivamente di responsabilità dell’autrice e non riflette in alcun modo la posizione dell’UFAG

I negoziati

In queste ultime settimane, la novità più rilevante che si riscontra nelle trattative del Doha Round è probabilmente la proposta, da parte del Direttore Generale del Wto Pascal Lamy, di adottare un nuovo approccio negoziale. Tale two track approach (alla lettera, approccio su due strade), prevedrebbe lo svolgersi, parallelamente alle discussioni tecniche sulle modalities, anche delle trattative sulle schedules, esplorando a livello multilaterale e bilaterale le reciproche concessioni commerciali.
Il two track approach trova l’appoggio di Stati Uniti e Canada, mentre la maggior parte dei paesi membri del Wto si dicono scettici. Le schedules sono infatti la “traduzione” delle modalities in impegni concreti per i singoli paesi; per questo, ci si aspetterebbe che fossero elaborate solo una volta raggiunto un accordo sulle modalities. Ed è proprio questa, sostanzialmente, la principale critica avanzata dalla maggior parte dei paesi membri alla proposta di Lamy: le modalities non sono un fine in sé, ma un mezzo per arrivare all’elaborazione delle schedules; e i punti attualmente in sospeso nelle modalities sarebbero troppi per cercare di provare a comporre le schedules.
I temi da discutere nella trattativa agricola sono ancora molti, come evidenziato in un recente documento dell’Uruguay: sono necessarie discussioni tecniche, ad esempio, sui pagamenti della scatola blu, la conversione delle tariffe in equivalenti ad valorem, il numero di prodotti sensibili, la creazione di nuove quote all’importazione a tariffa ridotta, i prodotti sensibili, le eccezioni al capping, alcune questioni tecniche riguardanti l’implementazione del meccanismo speciale di salvaguardia.
Secondo Lamy, cominciare a valutare direttamente le schedules permetterebbe proprio di aiutare a valutare la reale posta in gioco nonostante queste numerose flessibilità, accelerando i negoziati.

Nuovi sussidi all’esportazione

Oggetto di critiche e discussione è stata anche la riattivazione, da parte degli Stati Uniti, del Dairy Export Incentive Program, un programma di incentivi all’esportazione per i prodotti lattiero caseari. Questa misura è stata da più parti esplicitamente condannata, in quanto potrebbe danneggiare, soprattutto considerando l’attuale crisi economica mondiale, la produzione e il commercio negli altri paesi. Tra l’altro, nella Ministeriale di Hong Kong del 2005, i membri del Wto si erano accordati per la completa eliminazione dei sussidi all’esportazione a partire dal 2013. Il Segretario Statunitense all’agricoltura, Tom Vilsack, ha giustificato la reintroduzione del Dairy Export Incentive Program con la riattivazione dei sussidi all’esportazione anche da parte dell’UE (vedi Finestra sulla PAC marzo 2009) ed ha ribadito come essi siano in completo accordo con le regole del Wto, confermando tuttavia l’impegno dell’Amministrazione Obama ad evitare, come deciso nel G-20 tenutosi a Londra lo scorso aprile, il ricorso a misure protezioniste per contrastare la crisi.
In tale occasione, infatti, i leader delle 20 maggiori potenze economiche mondiali hanno rinnovato il loro impegno alla conclusione del Doha Round, a non innalzare nessuna nuova barriera commerciale (evitando la corsa al protezionismo che aggravò drammaticamente le conseguenze della grave depressione degli anni Trenta), e si sono accordati sulla necessità di stimolare il commercio mondiale, il cui rallentamento è dovuto, oltre alla diminuzione della domanda mondiale, anche alla minore disponibilità di finanziamenti per il commercio [link].

Prossimi impegni

La prossima Conferenza Ministeriale del Wto “regolare” è prevista a Ginevra dal 30 novembre al 2 dicembre. Normalmente, tali conferenze ministeriali dovrebbero aver luogo ogni due anni, sebbene l’ultima risalga al dicembre 2005, ad Hong Kong (le precedenti hanno avuto luogo a Cancun, 2003; a Doha, 2001; a Seattle, 1999; a Ginevra, 1998; a Singapore, 1996).
Il tema della Ministeriale del 2009 sarà “The WTO, the Multilateral Trading System and the Current Global Economic Environment”: la conferenza non avrà per oggetto, quindi, (almeno esplicitamente!), i negoziati di Doha, mirando piuttosto a costituire un’occasione di discussione del contesto economico mondiale e delle nuove sfide economiche e commerciali.
Nel frattempo, ad inizio giugno, a Bali (Indonesia), c’è stato il trentatreesimo incontro a livello ministeriale del Gruppo di Cairns. Erano presenti anche rappresentanti di Stati Uniti, India, Cina, Giappone e Unione Europea. Nel comunicato finale [link], si leggono il rinnovato supporto ai negoziati di Doha, e le critiche ai sussidi all’esportazione recentemente reintrodotti da Usa e Ue.
Il summit di Bali è stata la prima occasione di incontro tra il rappresentante statunitense al commercio estero Ron Kirk e il ministro indiano al commercio Anand Sharma (designato dal nuovo primo ministro indiano Manmohan Singh, che sostituisce Kamal Nath). L’incontro tra i due nuovi negoziatori sembra sia stato molto positivo; si ricorderà che, la scorsa estate, proprio lo scontro tra Usa ed India sul meccanismo speciale di salvaguardia aveva causato il crollo delle trattative nel Doha Round (vedi Finestra sul WTO settembre 2008); da allora, in entrambi i paesi si sono svolte nuove elezioni.
Sebbene al Wto non sembra ci saranno incontri di livello ministeriale fino al prossimo dicembre, nelle prossime settimane sono previsti l’incontro dei ministri del commercio dell’Ocse a Parigi, il G-8 in Italia, nonché il prossimo summit delle grandi potenze economiche del G-20 a Pittsburgh (Usa) in settembre. Anche questi appuntamenti permetteranno di valutare se tenderà a concretizzarsi, come da più parti ripetuto, l’impegno a concludere i negoziati del Wto.

Notizie: 
Notizie Flash

Nuove cariche al Wto: nel segno della continuità

Come previsto, considerando che non vi erano altri candidati (vedi Finestra sul WTO dicembre 2008), Pascal Lamy è stato riconfermato per altri quattro anni Direttore generale del Wto. Come affermato dal sessantaduenne francese, ex commissario europeo al commercio estero, la priorità del suo mandato resta la conclusione del Doha Round. Lamy ha riconfermato i suoi quattro vicedirettori generali: Alejandro Jara (Cile), Valentine Rugwabiza (Ruanda), Harsha Singh (India), e Rufus Yerxa (Stati Uniti).
Il neozelandese David Walker ha invece sostituito il suo connazionale Crawford Falconer alla guida del gruppo negoziale per l’agricoltura. Falconer è rientrato a Wellington come vice segretario del Ministro degli Affari esteri e del Commercio.
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Negoziati per un Fta tra Ue e Canada

Unione Europea e Canada hanno dato il via ai negoziati per un accordo di libero commercio con l’obiettivo di tagliare le tariffe, liberalizzare il commercio dei servizi, rendere più semplice la mobilità dei lavoratori (vedi Finestra sul WTO dicembre 2008).
Sebbene le barriere tariffarie al commercio tra i due paesi siano sostanzialmente basse, alcuni settori restano protetti: tra questi, i prodotti alimentari trasformati. Secondo uno studio esplorativo [pdf], un accordo di libero commercio permetterebbe alle esportazioni europee in Canada di aumentare del 24%, mentre le esportazioni canadesi nell’Ue aumenterebbero del 20%. I maggiori benefici sarebbero garantiti dalla liberalizzazione del settore dei servizi.
I negoziati proseguono nonostante il voto al Parlamento europeo contro l’importazione della carne di foca, che vede coinvolta l’industria canadese [link].
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Disputa Ue-Usa carne bovina trattata con ormoni: nuovo accordo

Stati Uniti e Unione Europea hanno raggiunto un accordo che potrebbe finalmente risolvere la lunga disputa relativamente al bando europeo all’importazione della carne bovina statunitense trattata con ormoni promotori della crescita, che risale al lontano 1996 (vedi Finestra sul WTO dicembre 2008). L’accordo permetterebbe all’Ue di mantenere il bando all’importazione, aumentando però l’accesso al mercato per la carne non trattata; gli Usa si impegnano, dal canto loro, a non applicare nuove misure ritorsive, come minacciato dall’amministrazione Bush ad inizio anno. Le sanzioni commerciali esistenti restano però ancora in vigore per tre anni. Nel frattempo, entrambe le parti si impegneranno a trovare una soluzione di lungo termine al problema.
Il compromesso raggiunto non entra, tuttavia, nel merito della spinosa questione della tossicità dell’ingestione di carne bovina trattata con ormoni.
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Disputa sulle banane

Le proposte dell’Ue di riformare il regime all’importazione per le banane lasciano insoddisfatti sia i paesi dell’America latina che i paesi Acp. L’Ecuador, assieme ad altri paesi dell’America latina, contesta da tempo come discriminatoria la presenza nell’Unione europea di una quota all’importazione a tariffa zero destinata ai Paesi Acp pari a 775 mila tonnellate, mentre la tariffa all’importazione Mfn è pari a 176 euro/t. Il Wto ha dato ragione a tale istanza; l’Ue ha quindi proposto, in febbraio, di ridurre la tariffa Mfn a 136 euro/ t tra il 2011 ed il 2014, e poi fino a 114 euro/t entro il 2019 (nell’accordo dello scorso luglio, invece, era indicato il 2016 (vedi Finestra sul WTO dicembre 2008).
Al contrario di quanto sperato dall’Unione europea, i produttori dell’America latina si sono rifiutati di lasciar cadere le dispute in corso al Wto; e anche i paesi Acp si dicono insoddisfatti, ritenendo del tutto insufficienti gli aiuti offerti dall’Ue per compensare le perdite di guadagno del settore.
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L’entrata della Russia nel Wto: cambio di strategia

La Russia ha annunciato che, a partire dal 1 gennaio 2010, i negoziati per entrare a fare parte del Wto la vedranno coinvolta non più come singolo paese, bensì come unione doganale, insieme a Bielorussia e Kazakistan. Si tratta si una decisione giunta a sorpresa, in un momento in cui si intravedevano infine progressi positivi nei lunghi e complessi negoziati per l’accesso (vedi Finestra sul WTO novembre 2007). Secondo alcuni analisti, si tratta comunque di una decisione strategica che potrebbe proprio avere l’obiettivo di accelerare ulteriormente tali negoziati.

Nuove firme di Epa tra Ue e Paesi Acp

Ad inizio luglio, solo tre membri della Southern African Development Community (Sadc), ovvero Lesotho, Swaziland e Botswana, hanno infine firmato gli Economic Partnership Agreements (Epa) ad interim con l’Unione Europea (vedi Finestra sul WTO marzo 2009). Tali accordi consentiranno a questi paesi di avere accesso al mercato nell’Ue mentre continuano a negoziare per un Epa permanente. Anche il Mozambico ha espresso la sua intenzione di concludere un simile accordo; al contrario, altri tre membri della Sadc non hanno firmato. Si tratta dell’Angola, che comunque beneficia dell’iniziativa Everything But Arms (Eba); del Sud Africa, che ha già firmato con l’Ue, nel 1999, un accordo per arrivare alla costituzione di un’area di libero commercio; e della Namibia.
Per il momento, quindi, persiste la presenza di relazioni commerciali complesse, dal momento che sia la Sadc che la Sacu (la Southern African Customs Union, composta da Botswana, Lesotho, Namibia, Sud Africa, Swaziland, che ha un livello di integrazione maggiore rispetto alla Sadc) non hanno firmato Epa come blocchi unici, ma come singoli paesi.
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