La promozione del capitale sociale nei PSR: una metodologia di valutazione

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La promozione del capitale sociale nei PSR: una metodologia di valutazione

Introduzione

La letteratura scientifica pone in evidenza l’assenza di un concetto sufficientemente condiviso di capitale sociale nell’ambito delle scienze sociali. Ciononostante, i ricercatori afferenti a diverse aree disciplinari riconoscono la presenza di molteplici dimensioni del capitale sociale (cognitivo, strutturale, relazionale, bonding, bridging e linking) alle quali attribuiscono un significato condiviso.
Il capitale sociale si presta ad un’ampia possibilità di applicazioni, specie in relazione alla valutazione dei Programmi di sviluppo rurale (PSR) ed, in particolare, dell’Approccio LEADER (AL). Al momento, la valutazione del capitale sociale è realizzata normalmente per mezzo di metodi qualitativi, mentre l’impiego di strumenti quantitativi appare assai più limitato.
L’articolo propone un indicatore denominato “Indice relativo di promozione del capitale sociale” (IR-PCS) da applicare nel sistema di valutazione ongoing, per determinare il capitale sociale che potenzialmente può essere promosso in selezionate misure del PSR. Le misure sono state scelte impiegando quali criteri di selezione: (i) la natura collettiva del gruppo obiettivo; (ii) la compresenza di più dimensioni del capitale sociale nella specifica logica di intervento. L’indice si basa su indicatori di prodotto del Quadro comune di monitoraggio e valutazione (QCMV) e relativi a specifiche misure dei PSR.

Il dibattito sul capitale sociale

Il capitale sociale è tema di discussione sociologica sino dagli anni sessanta del secolo scorso (Jacobs, 1961; Bourdieu, 1980, 1986; Coleman, 1990; Granovetter, 1973, 1985). E’ solo dagli anni novanta che il capitale sociale è divenuto oggetto di specifica analisi da parte di economisti (Abramovitz, 1993; Tsai, Ghoshal, 1998; Landry et al., 2002; Subramaniam, Youndt, 2005; Becker, Tomes, 1986; Becker, Murphy, 2000; Barrutia, Echebarria, 2010; Evans, Syrett, 2007) e di esperti delle scienze politiche (Putnam et al., 1993, 1995, 2004; Fukuyama, 2001; Bagnasco et al., 2001; Piselli, 2007; Bjørnskov, Mannermar Sønderskov, 2010).
Nonostante l’intensità del dibattito teorico non si è sinora giunti ad un’enunciazione ampiamente condivisa di capitale sociale nelle scienze sociali (Bjørnskov, Mannermar Sønderskov, 2010).
La definizione più conosciuta, e forse anche la più contestata, è stata proposta dal politologo americano Putnam, il quale definisce il capitale sociale come: “La fiducia, le norme che regolano la convivenza, le reti di associazionismo civico, elementi che migliorano l’efficienza dell’organizzazione sociale promuovendo iniziative prese di comune accordo” (Putnam, 1993:196). Più genericamente il capitale sociale denota la natura e l’intensità del coinvolgimento di un individuo e/o di piccole comunità in vari network informali o in organizzazioni formali.
L’approccio sociologico riconosce due principali filoni teorici sul tema. Il primo considera il capitale sociale come “l’aggregato di risorse attuali o potenziali che sono legate al possesso di un network durevole di relazioni più o meno istituzionalizzate e di reciproco riconoscimento” (Bourdieu, 1986:248). Il secondo pone l’enfasi sulla natura pubblica del capitale sociale, ovvero non appropriabile da parte dei singoli individui, criticando la premessa di relazioni sociali realizzate solo con l’obiettivo di uno specifico tornaconto individuale (Coleman, 1990).
La visione sociologica ha influenzato parimenti l’impostazione economica, definendo due principali approcci teorici sul tema. Il primo, sostenuto dalla scuola economica neo-classica, considera il capitale sociale come un nuovo fattore della funzione di produzione assieme al capitale fisico, naturale ed umano, ponendo l’analisi a livello microeconomico (Becker, Tomes, 1986; Becker, Murphy, 2000). Il secondo enfatizza il contributo dato dal capitale sociale allo sviluppo piuttosto che alla crescita e, in tale ambito, le variabili meta economiche diventano centrali nell’analisi dei processi di sviluppo (Knack, Keefer, 1997).
La ricerca applicata su tale tema è estremamente composita, anche se appare opportuno evidenziare la limitata letteratura – quanto meno in ambito italiano – in ordine alle relazioni tra capitale sociale e sviluppo socio-economico delle aree rurali.
Sotto il profilo contenutistico, i principali temi sinora esplorati dai ricercatori italiani sono stati:

  • sviluppo rurale, capitale sociale ed analisi dei sistemi territoriali locali (Cecchi, Grando, Sabatini, 2008);
  • capitale sociale ed innovazione (De Devitiis, Lopolito, Maietta, Sisto, 2009);
  • capitale sociale ed analisi di network (Franceschetti, 2009).

Appare opportuno sottolineare che le specificazioni di cui sopra non esauriscono, evidentemente, la letteratura italiana sul tema, ma consentono un orientamento sull’attuale discussione.

Il capitale sociale nello sviluppo rurale e nell’Approccio LEADER

Come sottolineato da Farrell e Thrion (2005) e da Kinsella et al. (2010), i cambiamenti nelle attitudini sociali sono uno dei principali contributi dell’Approccio Leader (AL) per le aree rurali, favorendo la promozione del capitale sociale a livello locale. Le misure dell’AL sono di natura economica, ma i processi ed i metodi utilizzati per rendere le stesse effettive e sostenibili, sono di natura sociale.
In altri termini, il capitale sociale emerge nell’AL in quanto le relazioni sociali hanno anche un valore economico e le stesse facilitano la realizzazione di attività economiche.
Le diverse dimensioni del capitale sociale (Tabella 1) sono facilmente rintracciabili nelle diverse caratteristiche dell’AL (Tabella 2), così come definite nell’art. 61 del Reg. 1698/05 del Consiglio Europeo.
A tale riguardo, l’AL opera su significati ed intendimenti comuni in relazione a norme, valori e attitudini sociali di un area territoriale definita, ovvero opera sulla dimensione del capitale sociale cognitivo. La dimensione cognitiva è anche legata ad “una visione condivisa dei problemi e, conseguentemente, una strategia di sviluppo concertata” (Nardone, Sisto, Lopolito, 2010).
L’organizzazione di GAL attesta la strutturazione di nuove relazioni socio-economiche di natura pubblico-privata o il loro rafforzamento, in altre parole il GAL produce nuovo capitale sociale strutturale. La cooperazione ed i network propri dell’AL sono legati alla dimensione relazionale del capitale sociale, basata sul riconoscimento del ruolo del GAL nel network di relazioni, più che sulla mutua fiducia dei soggetti ad esso partecipanti.
La dimensione del capitale sociale di tipo bridging è quella che più si relaziona alla possibilità del GAL di identificare progetti in differenti settori d’intervento ed alla possibilità di individuare iniziative innovative, impiegando i legami deboli nel territorio. Infine il network e la partnership locale si legano sia ai concetti di struttura, che di relazione, che di collegamento tra attori socio-economici diversi.

Tabella 1 - Dimensioni del capitale sociale

Fonte: nostra elaborazione da Claridge, 2004

Tabella 2 - Approccio LEADER e dimensioni del capitale sociale

Fonte: nostra elaborazione

Valutazione della potenziale promozione del capitale sociale nell’approccio LEADER e nel PSR

Per il periodo di programmazione 2007-2013 la valutazione dell’AL rientra nel sistema valutativo del PSR (ex art. 84 del Reg. CE 1698/05). Il PSR è oggetto di diverse tipologie valutative (ex-ante, intermedia, finale ed ex-post), condotte da esperti indipendenti e sotto la responsabilità degli Stati e della Commissione europea. Le valutazioni si basano sul Quadro comune di monitoraggio e valutazione (QCMV) (ex art. 80) che si sostanzia nella definizione di indicatori comuni, limitati nel numero ed impiegati in ogni programma. Gli indicatori, citati all’art. 81, si distinguono nelle seguenti tipologie: iniziali, finanziari, di prodotto, di risultato e di impatto. Ogni specifico PSR può, inoltre, dettagliare indicatori addizionali collegati a peculiari aspetti o caratteristiche del programma.1
La valutazione del contributo dell’AL al raggiungimento degli obiettivi del PSR è questione ancora aperta e non semplice da dipanare. Sia la Rete europea per lo sviluppo rurale (European Network for Rural Development – ENRD), che la Rete rurale nazionale – nell’ambito della LEADER Task Force – hanno presentato interessanti contributi al riguardo.
In relazione alla valutazione delle misure LEADER, la Rete di valutazione europea per lo sviluppo rurale (European Evaluation Network for Rural Development) ha suggerito peculiari metodologie per la valutazione d’impatto delle misure LEADER e delle misure atte a migliorare la qualità di vita nelle aree rurali (EENRD, 2010). A tale riguardo, il progetto valutativo propone 7 categorie di impatto e 14 criteri di valutazione. Nelle categorie d’impatto è ricompreso il capitale sociale, per il quale i criteri di valutazione sono: “identità locale e coerenza” e “networking e suo grado di apertura” (Grieve, Weinspach, 2010).
Al momento la valutazione dell’AL è maggiormente focalizzata nell’analizzare come l’approccio sia rilevante nel migliorare la qualità di vita nelle aree rurali, e come lo stesso contribuisca al raggiungimento degli obiettivi presentati negli altri tre assi del PSR.

Metodologia

La metodologia utilizzata per la definizione dell’IR-PCS, il quale misura il capitale sociale che potenzialmente può essere promosso in selezionate misure del PSR, viene di seguito specificata:

  • analisi e selezione delle misure del PSR in relazione alla specifica natura del gruppo obiettivo (dando preminenza alla natura collettiva e/o pubblica del gruppo beneficiario);
  • analisi delle misure selezionate in relazione alle sei dimensioni del capitale sociale, per mezzo di specifici quesiti;
  • determinazione dell’indice sulla base degli indicatori di output del QCMV.

La metodologia può essere applicata a tutte le misure dei PSR o solo in relazione alle misure attivate dall’AL.

Analisi e selezione delle misure dei PSR

I documenti utilizzati per l’analisi sono la legislazione comunitaria sullo sviluppo rurale per il periodo 2007-2013 ed, in particolare, il QCMV (con particolare attenzione all’allegato E che dettaglia le singole misure).
L’oggetto dell’analisi è la classificazione del gruppo obiettivo delle singole misure in funzione del seguente criterio:

  • “Se il gruppo obiettivo ha natura privata-individuale (ad esempio agricoltori persone fisiche), allora la misura non verrà selezionata”;
  • “Se il gruppo obiettivo ha natura collettiva (ad esempio associazioni di produttori) e/o una natura pubblica (municipalità), allora la misura verrà selezionata”.

L’interesse verso la natura collettiva e/o pubblica del gruppo obiettivo è legata all’assunzione che un gruppo già organizzato di beneficiari abbia una maggiore potenzialità di attivazione del capitale sociale rispetto ad un individuo singolo.
Dopo questa prima cernita, le misure selezionate appartengono agli assi primo, terzo e quarto, mentre le misure del secondo asse non sono incluse. In queste ultime il gruppo obiettivo è infatti composto da soggetti privati-individuali (ad es. singoli agricoltori), oppure soggetti privati-individuali e/o collettivi (ad esempio proprietari forestali e loro organizzazioni), oppure soggetti privati-individuali e/o collettivi e/o pubblici (ad esempio proprietari forestali e municipalità). In nessuna delle misure del secondo asse è presente la categoria “soggetti collettivi e/o pubblici”.
Considerata tuttavia l’importanza del secondo asse, si è deciso di includere nell’analisi anche le misure dove il gruppo obiettivo abbia una natura privata-individuale e collettiva e/o pubblica. Alla luce di tutto ciò, le misure selezionate per i quattro assi sono elencate nella tabella 3.

Tabella 3 - Misure selezionate in relazione alla natura collettiva e pubblica del gruppo obiettivo, ai sensi del Reg. 1698/2005

Fonte: nostre elaborazione sulla base della legislazione comunitaria

Tabella 4 - Quesiti per la selezione delle misure

Fonte: nostra elaborazione

Analisi e selezione delle misure in relazione alle diverse dimensioni del capitale sociale

Il passo successivo nella metodologia prevede l’analisi delle misure in relazione alla diverse dimensioni del capitale sociale che nella logica d’intervento delle stesse misure appaiono ravvisabili. L’analisi si realizza per mezzo di sei specifici quesiti, relazionati alle dimensioni del capitale sociale. I quesiti sono presentati nella tabella 4 che evidenzia anche i punteggi che agli stessi possono essere attribuiti.
La sommatoria dei punteggi determina il diverso potenziale di promozione del capitale sociale nelle aree rurali, secondo la seguente scala ordinale:

  • (A) alto potenziale: da 5 a 6;
  • (M) medio potenziale: da 3 a 4;
  • (B) basso potnziale: da 1 a 2.

Si perviene ad un ranking delle differenti misure, come presentato nella tabella 4. E’ interessante notare che sia l’asse 1 che l’asse 3 presentano specifiche misure con alto potenziale di promozione del capitale sociale (la misura 133 per l’asse 1 e le misura 313 e 323 per l’asse 3). Le tre misure selezionate dell’asse 2 hanno un medio-basso potenziale. Si rileva inoltre che tutte le misure dell’AL (quarto asse) hanno un potenziale di promozione del capitale sociale di livello medio.
La metodologia di selezione delle differenti misure può essere certamente migliorata e rifinita quando applicata ad uno specifico PSR. La previsione di sottomisure e/o azioni, che dettagliano la specifica misura, permette di disporre di una definizione del gruppo obiettivo maggiormente particolareggiata in relazione alle casistiche sopra evidenziate, rispetto a quanto stabilito nella normativa comunitaria. Anche i punteggi della tabella 4 che attualmente sono di natura dicotomica (ovvero presenza o assenza della specifica dimensione nella misura), potrebbero prevedere una maggiore variabilità in relazione alle peculiari caratteristiche delle diverse misure del PSR. Ne consegue che anche la determinazione del potenziale di promozione del capitale sociale della singola misura potrebbe mutare.

Tabella 5 - Risultati della valutazione in relazione ai quattro assi

Fonte: nostra elaborazione. (A) alto potenziale (M) medio potenziale (B) basso potenziale

Costruzione dell'indice

In precedenza sono state selezionate le misure del PSR che, per la loro logica d’intervento, possono presentare una potenzialità di promozione del capitale sociale. A seguito di questa selezione è ora possibile definire l’IR-PCS, che presenta le seguenti caratteristiche:

  • è un indice basato su indicatori di prodotto desunti dal QCMV, per questa ragione non è necessario effettuare una nuova raccolta dati, al di fuori del sistema già posto in essere nell’ambito del QCMV;
  • è un indicatore proxy della capacità potenziale di promuovere il capitale sociale da parte di misure selezionate del PSR. Non misura l’impatto in termini di nuovo capitale sociale attivato dalle stesse misure;
  • può essere misurato con cadenza annuale, nell’ambito dei rapporti che gli Stati membri predispongono in relazione al processo di valutazione on-going.

L’indicatore di prodotto utilizzato nella costruzione dell’indice è il “numero di contratti attivati dalla misura” e le misure che vengono ad essere utilizzate sono quelle che presentano un medio-alto potenziale di promozione del capitale sociale. Considerata la possibilità di un ulteriore miglioramento nella metodologia di selezione delle misure in relazione allo specifico PSR, si è reputato opportuno presentare l’indice nella sua veste generale che considera l’ipotesi di selezionare più misure per ogni asse dotate di un medio-alto potenziale di promozione del capitale sociale. L’indice si determina come segue:

dove: i = 1, …, n sono le regioni;
j = 1, …, m sono le misure selezionate del primo asse; j = 1, …, p sono le misure selezionate del secondo asse; j = 1, …, q sono le misure selezionate del terzo asse del PSR;
xij rappresenta il numero di contratti attivati dalla misura jesima del primo asse per la regione iesima;
yij rappresenta il numero di contratti attivati dalla misura jesima del secondo asse per la regione iesima;
zij rappresenta il numero di contratti attivati dalla misura jesima del terzo asse per la regione iesima;

è il numero totale di contratti attivati dalle misure selezionate del primo asse nella singola regione i;

è il numero totale di contratti attivati dalle misure selezionate del primo asse nelle i regioni.
Le variabili sono, ovviamente, misurate nello stesso arco temporale (un specifico anno o l’intero periodo di programmazione 2007-2013). L’indice relativo varia da 0 a 3, dove il livello 0 attesta che la potenzialità di promozione del capitale sociale, mediante il PSR, è inesistente nella regione iesima e dove il livello 3 specifica che solo la regione iesima ha attivato l'intero potenziale del capitale sociale. L’indice inoltre può essere scisso nelle sue tre componenti (fattori), proponendo l’analisi a livello di singolo asse (in questo caso la variabilità dello stesso va da 0 a 1).

Conclusioni

Il capitale sociale è uno dei criteri per la valutazione dell’efficacia e dell’impatto dell’AL come esplicitato dal Gruppo di Esperti per la Valutazione dello sviluppo rurale. Nel precedente periodo di programmazione comunitaria, il capitale sociale è stato valutato all’interno del programma LEADER Plus (2000-2006) per mezzo di indagini qualitative applicate in selezionati casi di studio.
L’inserimento dell’AL nel PSR, a partire dal 2007, aiuta i valutatori nella loro attività mediante un sistema predefinito di indicatori per il monitoraggio e la valutazione dei programmi. L’IR-PCS, applicato a livello di PSR o di AL, può essere un utile strumento da utilizzare da parte dei valutatori per:

  • verificare, all’interno del processo di valutazione on-going, la potenziale capacità del programma di promuovere capitale sociale;
  • comparare i dati, con analisi cross-sectional, in modo da ottenere un ranking relativo dello strumento considerato (il singolo PSR) per un arco temporale definito;
  • comparare i dati, con analisi longitudinali, per monitorare l’evoluzione della potenziale capacità del programma di promuovere il capitale sociale;
  • condurre altre ricerche di carattere qualitativo, in relazione alle misure selezionate con la metodologia, in modo da confrontare la potenziale attivazione del capitale sociale con quanto effettivamente realizzato a tal fine nel territorio.

In termini di futuri approfondimenti della ricerca, l’indice potrebbe essere maggiormente perfezionato a partire dai quesiti per la selezione delle misure (Tabella 3) nell’ipotesi in cui questi fossero posti ad un gruppo di esperti sullo sviluppo rurale, e non fossero basati sulla sola analisi della normativa sullo sviluppo rurale e sul QCMV.

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