Abstract
Il processo di definizione della Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027 in corso.
Il 25 giugno 2021, Parlamento europeo, Consiglio dell'UE e Commissione europea si sono accordati sui principi della riforma della PAC. L’accordo politico ha aperto la strada all'approvazione formale della legislazione necessaria, primaria e secondaria, da parte del Parlamento europeo e del Consiglio nell'autunno del 2021.
La PAC 2023-2027 presenta alcune importanti novità, tra le quali si evidenzia un nuovo modello di attuazione (il cosiddetto New Delivery Model) e una pianificazione strategica condotta a livello di Stato Membro e strutturata in un unico Piano Strategico Nazionale. Il Piano nazionale dovrà porre in sinergia, per la prima volta, gli strumenti del primo pilastro con quelli del secondo, vale a dire quelli previsti negli attuali Programmi di Sviluppo Rurale, lungo le esigenze di intervento indicate su 3 obiettivi generali, declinati in 9 obiettivi specifici, e un obiettivo trasversale sul sistema della conoscenza e dell’innovazione.
Il presente lavoro vuole indagare, mettere in relazione e informare circa le modalità che diversi percorsi legati alla regionalizzazione hanno assunto nelle prime fasi di tale processo - dall’analisi di contesto alla prioritizzazione delle esigenze identificate -, offrendo un confronto fra tre importanti Stati Membri “regionalizzati”, vale a dire Italia, Francia e Spagna.
Introduzione: la definizione della logica di intervento
Nella strutturazione della futura PAC, la Commissione europea (CE) ha proposto (CE, 2021) una nuova architettura, attraverso il cosiddetto New Delivery Model, che si basa sulla predisposizione di Piani Strategici Nazionali (PSN). La Commissione chiede ad ogni Stato membro (SM) di progettare un unico PSN in grado di sostenere le finalità della PAC, utilizzando in sinergia gli strumenti derivanti dai due originari pilastri. Il Piano si struttura lungo nove obiettivi strategici, raggruppati in tre obiettivi generali (OG: economico, ambientale e sociale), più un obiettivo trasversale sulla conoscenza e l'innovazione (AKIS).
Nella visione della CE, questa strutturazione dovrebbe permettere agli SM una maggiore manovrabilità per rispondere in modo più adeguato alle loro specifiche esigenze, oltre a permettere il cosiddetto “switch” tra un approccio di conformità e un approccio orientato ai risultati. Diversi esperti (Carey, 2019; Matthews, 2021; Metta, 2020) confermano che il PSN è un elemento cruciale, in quanto trasferisce rilevanti responsabilità dall’UE agli SM, permettendo loro di progettare e implementare più liberamente le proprie strategie, ma sempre all’interno degli obiettivi definiti a livello unionale (Angeli et al., 2020).
Il processo di strutturazione della logica di intervento contiene alcuni passaggi principali, di seguito rappresentati nella figura 1: (i) una fase di diagnosi che si basa su una lettura della situazione attuale (analisi del contesto); (ii) la determinazione di matrici SWOT per fornire una narrazione di sintesi; (iii) l’identificazione delle esigenze di intervento a partire dalle SWOT e dalle lezioni apprese negli attuali PSR 2014-20; (iv) l’indicazione di priorità (prioritizzazione) dei bisogni indentificati; (v) la scelta e la definizione degli interventi.
Tutte queste fasi devono essere adeguatamente definite sulla base di metodi chiari; ma il ricorso a metodi partecipativi è comunque sempre raccomandato, anche in ottemperanza al Codice europeo di Condotta per il Partenariato (CE, 2014; CE 2019). In particolare, è richiesto il coinvolgimento di un ampio partenariato e un’attiva condivisione con i soggetti che hanno deleghe specifiche sulla disciplina dell’agricoltura (ARC, 2020). A livello unionale queste istanze sono state affrontate e sono stati discussi possibili approcci per affrontare esigenze e peculiarità regionali attraverso la progettazione dei PSN (ENRD, 2020). Secondo i Servizi della Commissione, un unico Piano nazionale è in grado di affrontare specificità regionali e territoriali, applicando alcune modalità di regionalizzazione nella definizione della logica di intervento: a monte nell’identificazione delle esigenze di intervento e, a valle, attraverso modalità specifiche di implementazione.
Figura 1 – La costruzione della strategia di intervento dei PSN
Fonte: nostre elaborazioni
L’introduzione di un unico documento di programmazione rappresenta quindi una sfida particolarmente rilevante nei Paesi dove le deleghe agricole sono regionalizzate o territorializzate. In Italia, ad esempio, le politiche di sviluppo rurale sono applicate nei PSR dove le Regioni e le Province Autonome (PPAA) sono Autorità di Gestione (AdG). Anche altri Stati membri con una marcata regionalizzazione, come la Francia o la Spagna, hanno impostato questi interventi nell’attuale periodo 2014-20 con programmi regionalizzati (Bellini, 2020; Metta 2020, Matthews, 2020 e 2021). Questi SM sono chiamati a identificare le esigenze di intervento a livello nazionale e le tecniche utilizzate in queste fasi sono note e ben conosciute; mentre le maggiori criticità si riscontrano nelle modalità con cui coinvolgere le Amministrazioni sub-nazionali, Regioni e PPAA in Italia, nel processo, ma anche come consultare attivamente il partenariato più ampio (Matthews, 2019). In questo senso, gli Stati con una struttura di governance istituzionale regionalizzata si trovano ad affrontare una sfida evidentemente più articolata e complessa da gestire rispetto agli altri SM. La complessità risiede, da un lato, nel portare a sintesi esigenze e fabbisogni territoriali (e quindi economici, ambientali e sociali) estremamente differenziati, oltre alla necessaria mediazione fra diverse posizioni politiche, espressione delle strategie regionali e assessorili. D’altro canto, i processi di condivisione e co-progettazione negli SM regionalizzati portano con sé complessità organizzative e logistiche, oltre che una fisiologica maggiore durata del confronto, che in taluni casi può trasformarsi in un allungamento delle tempistiche.
In questo quadro, si deve evidenziare ancora il ruolo giocato dal GEOHUB1 della Commissione e più in generale l’importanza del confronto continuo e costruttivo avviato con i Servizi unionali. Infatti, la definizione dei documenti di diagnosi ha consentito di avviare il dialogo con i GEOHUB, per condurre confronti informali (Pierangeli, 2020), sulla base dei quali, a fine 2020, la Commissione ha inviato delle raccomandazioni puntuali in relazione al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo, che Mipaaf e Rete Rurale Nazionale hanno tenuto in debita considerazione nelle fasi del percorso di costruzione del PSN.
Lo strumento dei Policy brief e il metodo di prioritizzazione nell’esperienza italiana
A partire da un primo documento di natura metodologica sulle SWOT (Bolli et al., 2019), il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF) ha attivato, con il supporto tecnico e operativo della Rete Rurale Nazionale (RRN), un percorso di stretta condivisone con le Regioni e le Provincie Autonome di Trento e Bolzano, per procedere alla analisi del contesto del futuro PSN. È stato a tal proposito avviato un tavolo tecnico con l’obiettivo di individuare una base informativa comune e condivisa (Pierangeli, 2020).
Questo processo di lettura del contesto è stato condotto utilizzando il modello del Policy brief, vale a dire un documento che sintetizza la ricerca e la conoscenza già esistenti rispetto a una determinata politica (policy), senza avere la finalità di produrre nuove informazioni o analisi e con lo scopo di essere accessibile anche a soggetti non esperti. Sono stati redatti dieci Policy brief in relazione ai nove obiettivi specifici comunitari (Figura 2) ed uno relativo all’obiettivo trasversale innovazione e conoscenze (AKIS) e sono stati presentati e discussi in diversi incontri del tavolo tecnico. In questa prima fase di lavoro si è dato avvio anche alla consultazione delle parti economiche e sociali (ottobre 2019) e degli stakeholder della società civile (gennaio 2020) (MIPAAF, 2021).
La seguente elaborazione delle matrici SWOT ha avuto l’obbiettivo di fornire una narrazione di sintesi e di restituire una lettura semplificata delle evidenze raccolte dai Policy brief, ma anche dalle esperienze fatte nei PSR 2014-20. L’obiettivo è garantire la condivisione tra MIPAAF e Amministrazioni regionali/provinciali, per facilitare l'individuazione di temi specifici, o anche eventuali approfondimenti, utili alla redazione della strategia nazionale.
Nel giugno del 2020 si è svolto un incontro tecnico con i servizi della Commissione che ha contribuito a migliorare sia i Policy brief, sia la strutturazione delle matrici SWOT.
Figura 2 – Il percorso proposto per la definizione del Piano Strategico Nazionale della PAC in Italia
Fonte: MIPAAF, 2021b
Da questo percorso sono emerse 50 esigenze di intervento, capaci di cogliere una visione complessiva del contesto italiano, in piena condivisione con le attuali AdG (Angeli et al., 2020).
Lo step successivo ha consolidato sia le attività di confronto con le AdG sia quelle di consultazione con il partenariato sulle esigenze e sulla loro prioritizzazione. Questo passaggio sta procedendo in due modalità (MIPAAF, 2021b). La prima, di natura prettamente tecnica, è stata condotta dai ricercatori della RRN, che hanno proposto un approccio di votazione partecipata (cumulative voting) alle Regioni e PPAA (Mazzocchi et al., 2021, Cagliero et al., 2021). Queste hanno assegnato livelli di priorità (Strategico, Qualificante, Complementare e Marginale) alle singole esigenze e, attualmente, hanno la possibilità di emendare se necessario, il quadro nazionale risultante. Con le parti istituzionali, economiche e sociali è stato, invece, condiviso il documento "Verso la Strategia Nazionale per un sistema agricolo, alimentare e forestale sostenibile e inclusivo”, redatto dalla RRN (Monteleone, 2021 e RRN, 2021), e si è avviato un percorso di lavoro, inaugurato il 19 aprile 2021 e proseguito nel recente incontro del Tavolo di Partenariato dell’8 settembre 2021. I membri del Tavolo sono chiamati a esprimersi sulle esigenze e sui livelli di priorità, attraverso un format on line.
Il ruolo delle Comunidades Autónomas in Spagna e il dibattito pubblico nell’esperienza francese
Il percorso di definizione del Piano strategico in Spagna è stato fortemente guidato dal livello centrale, ma ha seguito, comunque, un approccio aperto e partecipativo, al quale tutte le organizzazioni e i soggetti interessati hanno potuto prendere parte. Come in Italia, ma senza il ricorso agli esperti della Rete Rurale, il Ministero dell’Agricoltura, Pesca e Alimentazione (MAPA) ha condotto gli aspetti più tecnici del percorso, in particolare l’analisi di contesto e la preparazione delle SWOT. Data la caratteristica amministrativa, le Comunità Autonome sono state particolarmente coinvolte, assieme al Ministero per la Transizione Ecologica, in tutte le fasi. Le Comunidades, infatti, hanno partecipato in modo diretto alla individuazione degli interventi nazionali e saranno responsabili, dell'attuazione della PAC nei loro territori oltre alla scrittura specifica di singoli interventi territoriali, specialmente nell’ambito dello sviluppo rurale (Figura 3).
Il processo di analisi, sotto molti aspetti simile a quello condotto in Italia, è stato strutturato intorno ai 9 obiettivi specifici e all'obiettivo trasversale AKIS. Il Ministero ha attivato una serie di gruppi di lavoro tematici, ma coordinati da diverse Direzioni generali. Ciascun gruppo ha elaborato e proposto un documento di analisi del contesto, sulla base di informazioni già note, come nei Policy brief italiani, e in coerenza con l’apparato informativo utilizzato nei documenti - a livello unionale. Sono state quindi approntate le matrici SWOT e sono state proposte le derivanti esigenze di intervento, adeguatamente prioritizzate. A tal fine, sono state consultate in sessioni dedicate le Comunità Autonome, così come le organizzazioni professionali, le ONG e, in generale, tutte le parti portatrici d’interesse. I contributi raccolti sono stati utilizzati per finalizzare e territorializzare le analisi e il quadro dei fabbisogni risultante.
Le modalità di interazione con tutti i soggetti coinvolti hanno seguito due forme. Da un lato, le osservazioni dei propri aderenti sono state raccolte dalle diverse organizzazioni e dalle associazioni riconosciute nel partenariato. Dall’altro, ogni singolo soggetto aveva modo di esprimersi individualmente e direttamente, attraverso una casella di posta elettronica dedicata e messa a disposizione dal MAPA.
Al termine delle fasi di analisi e di consultazione, ogni gruppo tematico del MAPA ha prodotto per ogni obiettivo un dossier finale, contenente diversi elementi: l’analisi di contesto, la matrice SWOT, l’identificazione delle esigenze ed un documento di sintesi non tecnica, al fine di facilitare la lettura e la diffusione dei risultati.
Figura 3 – Il processo condiviso in Spagna e il percorso di consultazione in Francia
Fonte: nostre elaborazioni su MAPA e MAA
In Francia, a partire dalla fine del 2019, è stato avviato, sotto il coordinamento del Ministère de l’Agriculture et de l’Alimentation (MAA), il percorso di elaborazione del PSN transalpino (Figura 3). In Francia, la programmazione muove da una analisi di contesto (Diagnostic, MAA 2021), che tiene conto delle esperienze passate, delle aspettative dei territori e della società. Si tratta di una analisi della situazione di partenza, conclusasi, analogamente al caso italiano, nell’elaborazione di SWOT sintetiche. Il lavoro è stato svolto in collaborazione principalmente con le Régions, che sono attualmente le Autorità di Gestione nei programmi regionali del FEASR e che in futuro potrebbero gestire, da quanto raccolto in diversi incontri informali, circa quaranta interventi regionali. Il lavoro è stato corredato dai risultati della consultazione delle parti interessate (organizzazioni professionali agricole, rappresentanti del settore agroalimentare, organizzazioni così come le varie reti agricole e territoriali, ecc.) condotte già nel 4° trimestre del 2019. Le bozze di documento sono state emendate e revisionate più volte, a partire d dicembre 2020 a seguito delle osservazioni del valutatore ex-ante (Groupement EDATERAND International) e delle raccomandazioni della Commissione europea. Infine, è stata presentata la versione finale, integrata da una sezione dedicata alle Regioni ultraperiferiche (maggio 2021). Il Diagnostic prevede una struttura simile per le trattazioni dei diversi obiettivi specifici e per l’AKIS. Per ogni sezione è indicato: uno “stato dell’arte” (indicatori di contesto comuni e altre informazioni quantitative e qualitative aggiornate); un'analisi delle forze, delle debolezze, delle opportunità e delle minacce (SWOT); un'identificazione dei bisogni a livello nazionale (48 complessivamente); e infine un'identificazione dei bisogni regionali specifici proposti dal livello locale.
Al fine di garantire che la nuova PAC risponda al meglio alle necessità dei settori agricolo, alimentare e forestale, ma più in generale di tutta la società francese, il Ministero ha chiesto un consulto con la Commissione Nazionale del Dibattito Pubblico (CNDP), che ha acconsentito ad di avviare un largo dibattito pubblico (Decisione n. 2019/147 del 2 ottobre 2019).
La predisposizione di un dibattito pubblico così aperto è un percorso originale rispetto ai lavori di programmazione svolti abitualmente nel contesto agricolo e dello sviluppo rurale. A tal proposito, il MAA ha redatto un "dossier du maître d'ouvrage" (MAA, 2020) per informare i cittadini in modo semplificato, affinché ogni potenziale partecipante potesse essere adeguatamente informato. Il percorso di dibattito pubblico in Francia è composto da procedure volte a informare e a dare voce ai cittadini nei progetti e nelle politiche pubbliche con un forte impatto socioeconomico e ambientale, allo scopo di informare e supportare i decisori finali. Diversi ministeri, autorità locali o enti pubblici di norma contattano la CNDP per avviare questo tipo di attività. Relativamente al PSN della PAC, il processo pubblico è stato lanciato nel febbraio 2020 e poi riavviato, a seguito de periodo emergenziale da COVID-19, con la riapertura della piattaforma dedicata [link] e una serie di eventi sui territori. Diversi temi sono trattati sulla piattaforma, che ha raccolto oltre 1800 contributi, tra cui la gerarchizzazione degli obiettivi strategici unionali e il futuro dei modelli agricoli in Francia, nonché la forma dei processi decisionali e dei fabbisogni.
Le raccomandazioni dei Servizi della Commissione
A fine 2020, la Commissione europea ha pubblicato le proprie raccomandazioni sui futuri Piani Strategici della PAC2, in relazione ai documenti preparati dai diversi SM sulle specifiche caratteristiche produttive, economiche, ambientali e sociali, nonché sugli aspetti trasversali legati alla conoscenza, all'innovazione e alla digitalizzazione. Queste raccomandazioni non hanno natura vincolante, ma, anche per la loro struttura che prevede sia osservazioni che suggerimenti operativi, forniscono indirizzi e orientamenti per la predisposizione del PSN e supportano gli SM nell’individuazione dei temi chiave sui quali porre maggiore attenzione. Il livello di dettaglio fornito è pensato per integrarsi sia nel nuovo contesto regolamentare sia nella struttura del futuro New Delivery Model, sia, va detto, in un quadro normativo e strategico molto fluido. Con questo strumento, la Commissione intende fornire una raffigurazione della logica di intervento nella futura PAC in relazione alle strategie comunitarie, alle finalità complessive di policy della PAC e verso le tipologie di interventi, nell’ottica degli specifici contesti nazionali. Le raccomandazioni mirano, pertanto, a garantire il raggiungimento dei nove obiettivi unionali specifici della PAC e dell’AKIS, in coerenza con i sei obiettivi strategici di Farm to Fork e Biodiversità 2030, relativi a: uso e rischio dei fitofarmaci, vendita di antimicrobici, perdita di nutrienti, agricoltura biologica, paesaggio e banda larga (Pierangeli e Manzoni, 2021).
In questo quadro, si deve anche considerare che, nel dibattito politico, in alcuni casi le proposte della Commissione sul PSN sono state inquadrate in termini di rinazionalizzazione della PAC. In realtà si deve riconoscere ai PSN sicuramente più flessibilità, ma resta evidente che "in termini concreti, ciò significa che l'UE definisce una serie di parametri di base (in termini di obiettivi, tipi di intervento e requisiti minimi), mentre gli Stati membri, all'interno di un quadro generale comune, scelgono le soluzioni più appropriate per i loro contesti specifici, per consentire, secondo le ambizioni espresse dalla Commissione, la massimizzazione del loro contributo agli obiettivi dell'Unione" (De Castro et al., 2020).
Le raccomandazioni individuate sono tra le 16 e le 18 per ogni SM, con una certa preponderanza sugli obiettivi di carattere ambientale, e sono sempre strutturate in un quadro sistematico e standardizzato comune a tutti i Paesi. Rimane, comunque, in capo allo SM la responsabilità di declinare e quantificare gli obiettivi specifici e individuare gli strumenti più idonei per consentirne il raggiungimento. Queste indicazioni inevitabilmente rappresenteranno un riferimento che in qualche modo i Servizi della Commissione utilizzeranno durante il futuro negoziato per l'approvazione dei PSN.
Le raccomandazioni rivolte a Italia, Spagna e Francia, vale a dire agli Stati Membri mediterranei regionalizzati, non mostrano particolari differenze (Tabella 1), ma è possibile evidenziare in alcuni casi una diversa portata dei temi, soprattutto in relazione ai diversi stati di avanzamento nella redazione dei diversi PSN.
Le indicazioni in merito alla resilienza dei sistemi agricoli (OG1) sono particolarmente focalizzate sul consolidamento della competitività e della capacità di reazione, ma in una ottica anche di maggiore equità e distribuzione dei pagamenti via primo pilastro. Un secondo aspetto chiave comune a tutti e tre gli SM è riconducibile agli aspetti più legati all’organizzazione nelle catene del valore e alla posizione degli agricoltori in sinergia con gli altri operatori, al fine di sviluppare filiere agroalimentari forti coese e per dare forza a tutta l'economia del sistema unionale. Nel caso della Spagna si osserva anche un richiamo puntale ai modelli produttivi e una attenzione anche alla qualità dei prodotti.
Tabella 1 – Un quadro sinottico dei principali temi affrontati dalle raccomandazioni della Commissione
Fonte: nostre elaborazioni su Pierangeli e Manzoni, 2021
Nonostante le diverse le caratteristiche climatiche e geografiche dei singoli Stati membri rendano le raccomandazioni UE forse più eterogenee, in tutta l'analisi sulle dimensioni ambientali (OG2) si evidenzia come filo conduttore comune il richiamo diretto al Green Deal dell'UE e ai suoi obiettivi su diversi aspetti che affronta (biologico, nutrienti, inquinamento, paesaggio e biodiversità); anche l’esigenza di agire sul contenimento dei gas serra rappresenta una raccomandazione. Biodiversità, carenza idrica, la gestione dei prati permanenti sono, invece, aspetti posti in particolare attenzione rispettivamente per Italia, Spagna e Francia.
Per quanto riguarda l'obiettivo generale di carattere più sociale (OG3) e relativo all’ascoltare e reagire alle nuove domande della società, i Servizi della Commissione principalmente propongono di porre in evidenza la necessità della consistente riduzione dell'uso e dei derivanti rischi dei fitofarmaci e degli antimicrobici, nonché la dovuta attenzione verso il benessere degli animali. In merito, invece, al rilevante tema del rafforzamento del tessuto socio-economico delle aree rurali, si possono individuare due principali ambiti di raccomandazione trasversali a tutti e tre gli SM, a dimostrazione di un carattere comune e distintivo dei questi territori: l’esigenza di promuovere più intensamente lo sviluppo socio-economico delle aree rurali, nella finalità principale di invertire le tendenze allo spopolamento in atto soprattutto in relazione alle dotazioni di infrastrutture e di accesso ai mezzi prodotti, nonché dei servizi alla persona; il fabbisogno di porre attenzione particolare verso il rinnovamento generazionale e l’inclusione sociale. Nel caso della Spagna, inoltre, si raccomanda puntualmente la tutela degli ecosistemi e delle economie delle foreste.
Infine, sapendo che una spinta a un sistema integrato della conoscenza permetterà una più facile evoluzione del settore agroalimentare verso pratiche moderne, sostenibili e rispettose dell'ambiente e che aree rurali moderne e interconnesse possono migliorare sostanzialmente la qualità della vita dei cittadini, per tutti e tre gli SM le raccomandazioni mettono in evidenza la necessità di continuare a investire nell'ammodernamento per irrobustire e consolidare la connettività a banda larga. Inoltre, è posta in evidenza la necessità di potenziare la condivisione delle conoscenze, la formazione e lo sviluppo di servizi di consulenza e networking.
Verso i PSN: alcune conclusioni ai tempi del COVID-19
I percorsi avviati dagli SM regionalizzati verso la determinazione dei futuri PSN sono caratterizzati da una marcata attenzione verso la coerenza, la trasparenza e l'inclusività dei processi messi in atto, anche se con diverse sensibilità di azione.
È possibile individuare pratiche interessanti in termini di procedure analitiche e comunicative, come l’uso dei Policy Brief in Italia, di costruzione di gruppi di lavoro variabili, come nel caso spagnolo, di condivisione e di revisione dei documenti e di divulgazione, come nel caso francese. Anche la crisi sanitaria dovuta al COVID-19 ha condotto a ricercare nuovi approcci al fine di permettere una adeguata possibilità di interazione tra tutte le parti coinvolte. L’emergenza, infatti, ha caratterizzato fino ad oggi tutti i processi rivolti, dopo le fasi di più pura analisi e messa a sistema delle conoscenze, all’individuazione e prioritizzazione delle esigenze di intervento dei singoli PSN (Erjavec, 2020). In Francia il dibattito pubblico ha subito un arresto e una nuova apertura della piattaforma “ImPACtons”, mentre in Italia è stato compito dei ricercatori della RRN individuare nuovi percorsi di confronto e di espressione, basati su meccanismi di interazione a distanza e metodologicamente robusti, come la tecnica di voto cumulato per prioritizzare le esigenze identificate nella fase analitica proposto alle Regioni e alle PPAA (Cagliero et al., 2021) o gli strumenti di condivisione messi a disposizione del partenariato. L'utilizzo di website e pagine online presso i rispettivi tre Ministeri, per scopi informativi, ma soprattutto di piattaforme aperte alla discussione e al confronto, è un tassello innovativo e fondamentale per facilitare il confronto tra le strutture che si occupano della scrittura del prossimo PSN (Metta, 2020). Sicuramente è molto positivo che la documentazione di analisi e di informazione sviluppata nei diversi momenti di confronto sia oggi pubblica e disponibile in tutti e tre gli Stati Membri, poiché facilita l'inclusione di tutti i portatori di interesse.
Le raccomandazioni unionali mantengono il ruolo di bussola per collegare diverse strategie e diversi strumenti di policy, con l’obiettivo di una transizione verde e digitale verso il quadro disegnato dal Green Deal e dalle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030; come illustrato, le raccomandazioni della Commissione pongono maggiore accento sulle esigenze ambientali rispetto agli aspetti sociali, economici e di mercato. Tuttavia, non contengono nessun riferimento al COVID-19 e al contributo che la PAC potrebbe svolgere in un contesto così in cambiamento. Le raccomandazioni della Commissione europea restano parte integrante del processo di programmazione della futura PAC negli SM, ma sicuramente il quadro disegnato nel 2018 è stato attraversato da un cambiamento del contesto economico, sociale e ambientale inimmaginabile, come anche nelle modalità di interazione tra i diversi attori.
Il percorso di diagnosi e di condivisione svolto dagli SM e il supporto della Commissione possono condurre a identificare le esigenze più importanti per determinare i futuri interventi in modo adeguato e consistente, ossia verso un'agricoltura capace di fare della sostenibilità l'elemento centrale della propria competitività, diventare un asset sempre più robusto e fondante dell'Unione Europea, sviluppare un settore resiliente e capace di adeguarsi a situazioni di emergenza, anche a questa crisi pandemica, sapendo creare il più opportuno mix tra strumenti e politiche, non esaurendo gli strumenti a quelli solo della PAC.
I testi regolamentari di base sono definitivi, anche se quelli rilevanti, sia per finalizzare la programmazione sia per la futura gestione degli interventi, gli implementing acts, non sono ancora disponibili, se non in bozze che circolano negli ambienti di lavoro. Tuttavia, segnando pertanto un anticipo sulla definizione completa delle basi legali, è ormai in corso la seconda fase di scrittura dei Piani Strategici, vale a dire la discussione sulla individuazione delle azioni concrete da attivare e con quali modalità, alla luce delle esigenze e delle priorità di intervento. Il contributo attivo da parte delle attuali Autorità di Gestione nonché la partecipazione del partenariato e il contributo dei valutatori ex ante, sarà da qui in poi ancora più importante, poiché in questa fase si dovranno stabilire i principi per declinare in modo concreto l’implementazione del PSN lungo le numerose specificità territoriali e settoriali in Stati come l’Italia, la Francia e la Spagna.
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