Dal 30 novembre al 2 dicembre 2009 si è svolta a Ginevra la settima Conferenza Ministeriale del Wto. Come si ricorderà (vedi Finestra sul WTO novembre 2009), l’incontro ha avuto come obiettivo la discussione di questioni di carattere generale; non era quindi tra i suoi compiti quello di produrre passi avanti nelle trattative (Wto [link]). Forse proprio per questo motivo è stata data importanza all’annuncio di voler programmare per fine marzo un incontro di stock taking per fare il punto sui negoziati del Doha Round. Tuttavia, già a metà febbraio è stato chiaro che la sessione di stock-taking non avrebbe coinvolto i ministri dei paesi membri, ma si sarebbe piuttosto svolta a livello di senior officials.
Ai margini della Ministeriale di dicembre sono stati comunque compiuti notevoli passi avanti nella soluzione della disputa sulle banane, che da circa vent’anni vede contrapposti UE, da una parte, Stati Uniti ed alcuni paesi dell’America Latina, dall’altra (vedi Notizia flash), e per la conclusione di un accordo per la promozione del South-South trade tra 22 paesi in via di sviluppo nell’ambito del Global System of Trade Preferences among Developing Countries (ICTSD [link]).
Una ventina di ministri del commercio dei paesi membri del Wto, assieme al direttore generale Pascal Lamy, hanno poi avuto modo di incontrarsi nell’ambito del World Economic Forum che si è svolto a Davos dal 27 al 31 gennaio. Qui, com’è ormai tradizione, è stata ribadita l’importanza del Doha round ed è stato promesso nuovo impegno nelle trattative.
A Davos mancava però Ron Kirk, l’attuale rappresentante statunitense al commercio. A tal proposito, sono ormai sempre più insistenti le critiche degli altri paesi membri contro la mancanza di un reale impegno degli Stati Uniti. Pressata dall’urgenza di altre questioni prioritarie, ed ormai in vista delle elezioni di medio termine di novembre, l’amministrazione Obama continua ad avanzare richieste negoziali relative all’accesso al mercato per i prodotti non agricoli a Brasile, India, Cina, perseguendo una strategia di incontri bilaterali. Il team negoziale statunitense a Ginevra è ancora incompleto, con Michael Punkte, vice rappresentante statunitense al commercio e ambasciatore al Wto, ancora in attesa di essere confermato dal Senato.
Anche per questo motivo, ha destato sorpresa lo State of the Union address del 2010, il discorso indirizzato annualmente dal Presidente al Congresso, in cui Obama ha fatto riferimento in modo concreto alla strategia commerciale statunitense, evidenziando la necessità di cercare nuovi mercati (“We have to seek new markets aggressively, just as our competitors are. If America sits on the sidelines while other nations sign trade deals, we will lose the chance to create jobs on our shores.”; Gov Usa [link]), e la volontà di impegnarsi sia per i negoziati in ambito Wto, che per rafforzare le relazioni commerciali con i paesi asiatici, la Corea del Sud, Panama, la Colombia. Per quanto riguarda i primi, già in dicembre era stata comunicata l’intenzione di negoziare un accordo di libero commercio con un gruppo di nazioni asiatiche e che si affacciano sul Pacifico (ICTSD [link]); con Corea del Sud, Panama e Colombia gli accordi commerciali già siglati dall’amministrazione Bush mancano ancora di approvazione da parte del Congresso statunitense. Durante lo State of the Union Address è stato anche annunciato il lancio della National Export Initiative rivolta agli agricoltori e alle piccole imprese, con l’obiettivo di raddoppiare le esportazioni statunitensi nei prossimi 5 anni.
Le linee guida della politica commerciale statunitense sono state ribadite in occasione del rilascio della Trade Agenda del 2010.
Oltreoceano, le audizioni al Parlamento dei nuovi membri della Commissione hanno dato loro modo di presentare le priorità del loro mandato. Il nuovo commissario europeo per l’agricoltura, il rumeno Dacian Ciolos, durante la sua audizione al parlamento europeo ha affermato che un accordo commerciale globale è necessario, e al tempo stesso che le concessioni poste sul tavolo negoziale dall’UE sono significative e rappresentano un limite non superabile (Parlamento Europeo [link]). Che le riforme della PAC intraprese fino ad ora costituiscano il margine di manovra negoziale è un tema presente anche in una recente risoluzione del Parlamento europeo, in cui si richiede anche di difendere la posizione dell’UE sulle Indicazioni Geografiche e, alla luce dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona, un più rigoroso scrutinio democratico della politica commerciale europea, assicurando la completa partecipazione da parte del Parlamento [link].
Il nuovo commissario al commercio estero è Karel De Gucht, ex ministro belga degli affari esteri e, da luglio 2009, commissario europeo per lo sviluppo e l’aiuto umanitario. De Gucht sostituisce Catherine Ashton, il cui mandato è durato poco più di un anno (vedi Finestra sul WTO dicembre 2008), oggi primo Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Durante la sua audizione al parlamento europeo, De Gucht si è impegnato per il rafforzamento del sistema commerciale multilaterale mondiale, delle relazioni commerciali con India, Canada, Ucraina, America latina, i paesi Euromed, dell’integrazione economica con Cina e USA e per la conclusione degli EPA con i paesi ACP (Parlamento Europeo [link]). Ha inoltre espresso fiducia a che il Doha Round possa concludersi nel 2010 o nel 2011.
Nel frattempo, a Ginevra, prosegue l’esercizio “tecnico” Templates and data. Dopo una prima fase, consistente nell’individuazione dei parametri per gli impegni previsti dalla bozza delle modalities, si procede ora a preparare quella che sarà la struttura vera e propria delle schedules.
L’incontro di stock taking dovrebbe svolgersi il 29-30 marzo. Sembra ormai definitivamente tramontata la possibilità di raggiungere un accordo sulle modalities in questa occasione, una condizione pressoché imprescindibile per concludere il Doha Round entro l’anno. Pascal Lamy si mantiene però ottimista; “il 2010 non deve essere un anno sprecato”, ha affermato, ribadendo che nelle delegazioni negoziali é ben presente la determinazione ad utilizzare i prossimi mesi in modo produttivo [link].
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