Premessa
Prima di entrare nel merito dei risultati è importante sottolineare il carattere fortemente innovativo di questo censimento rispetto alle edizioni passate. In sintesi, le principali novità riguardano l’attiva partecipazione delle Regioni e Province autonome nella progettazione ed esecuzione del censimento, l’uso dei dati amministrativi nella costruzione della lista delle unità da intervistare, il supporto della rete web nelle diverse fasi della rilevazione, i nuovi contenuti informativi del questionario in linea con l’evoluzione dell’agricoltura italiana.
Per quanto riguarda gli aspetti metodologici è da tenere presente che nonostante la definizione statistica di azienda agricola sia rimasta sostanzialmente immutata rispetto al passato, il campo di osservazione è stato unificato. Infatti, mentre in passato l’Istat ha diffuso i risultati censuari secondo l’universo nazionale e quello UE, con l’ultimo censimento l’elaborazione ha riguardato solo il campo di osservazione comunitario. Inoltre, quest’ultimo è stato determinato attraverso soglie fisiche regionali e non più attraverso soglie fisico-economiche nazionali. Per permettere la confrontabilità dei risultati l’Istat ha, però, ricalcolato l’Universo UE del 2000 secondo le regole comunitarie vigenti nel 2010.
Un ulteriore cambiamento metodologico riguarda il settore zootecnico. Ad esclusione dei bovini, bufalini ed equini, i capi delle altre specie animali, se allevati per autoconsumo, non sono stati rilevati. Pertanto, le unità con tali tipologie di animali non sono state incluse tra le aziende zootecniche a differenza del passato. Al momento, quindi, è possibile effettuare un confronto coerente tra i vari censimenti per il settore zootecnico solo per il settore bovino, bufalino ed equino.
I dati provvisori del 6° Censimento generale dell’agricoltura
I dati provvisori del 6° Censimento generale dell’agricoltura, diffusi il 5 luglio dall’Istat, forniscono una fotografia del settore agricolo italiano. Alla data del 24 ottobre 2010 in Italia risultano attive 1.630.420 aziende agricole e zootecniche che gestiscono 17.277.023 ettari di superficie agricola totale (SAT) e 12.885.186 ettari di superficie agricola utilizzata (SAU). In dieci anni lo scenario si è significativamente modificato. Rispetto al Censimento del 2000, in termini di aziende e SAU, si è registrata una riduzione di circa 800mila aziende (che equivale ad una diminuzione del 32,2%) e una più contenuta perdita di SAU (-2,3%), di circa 300mila ettari.
Nel contempo la dimensione media delle aziende (espressa in ettari di SAU per azienda) è aumentata ed è pari a 7,9 ettari, contro i 5,5 ettari del 2000. Ciò è dovuto alla riduzione delle aziende con meno di 30 ettari e, in particolare, alla forte diminuzione delle aziende con meno di 2 ettari (-44%), che continuano a rappresentare il 51% delle aziende agricole italiane. Crescono, invece, le aziende con più di 30 ettari che, in termini numerici rappresentano poco più del 5% delle aziende totali anche se gestiscono il 54% della SAU. Il dato relativo alla dimensione media evidenzia un processo di avvicinamento graduale del nostro Paese alla struttura aziendale media europea. I dati di fonte Eurostat, riportati nella figura 1, mostrano come nel 2007 (ultimo anno disponibile) la dimensione media aziendale per l’Italia fosse pari a 7,6 ettari rispetto alla media europea EU-27 pari a 12,6 ettari.
Figura 1 - Dimensione media aziendale, Paesi EU-27 e media europea, 2007 (ettari di SAU per azienda)
Fonte: Eurostat, Indagine sulla struttura delle aziende agricole - anno 2007
Le aziende agricole sono concentrate maggiormente al Sud, come riportato nella figura 2, in particolare in Puglia, Sicilia, Calabria e Campania.
Le regioni con la dimensione media aziendale maggiore sono, invece, Sardegna, Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte ed Emilia-Romagna.
Figura 2 - Aziende e dimensione media per regione, 2010 (aziende in percentuale sul totale – asse di sinistra e ettari di SAU per azienda – asse di destra)
Fonte: ISTAT, 6° Censimento generale dell’agricoltura (dati provvisori) – anno 2010
L’utilizzazione dei terreni rimane pressoché invariata rispetto al Censimento del 2000, così come la distribuzione delle aziende secondo le principali coltivazioni dei terreni. Dalla figura 3 si evince come più della metà della SAU sia destinata ai seminativi e poco meno dei tre quarti delle aziende coltivino legnose agrarie (si noti che un’azienda può lavorare diversi tipi di coltivazioni).
Figura 3 - SAU e aziende secondo le principali componenti della SAU, Italia, 2010 (valori percentuali)
Fonte: ISTAT, 6° Censimento generale dell’agricoltura (dati provvisori) – anno 2010
Per quanto riguarda gli allevamenti, anche in questo caso i dati confermano le specificità territoriali già note in passato. In termini percentuali sul numero dei capi allevati, nel Nord del Paese sono maggiormente presenti gli allevamenti di bovini e suini, nel Sud e nel Centro prevalgono le consistenze dei bufalini e nelle Isole si concentrano la maggior parte dei capi ovi-caprini (Figura 4). I dati sono riferiti alla consistenza presente in azienda alla data del 24 ottobre 2010.
Figura 4 - Consistenza dei capi allevati per specie e ripartizione geografica, Italia, 2010 (valori percentuali)
Fonte: ISTAT, 6° Censimento generale dell’agricoltura (dati provvisori) – anno 2010
I dati provvisori delle 16 Regioni e Province autonome ad alta partecipazione
Il 6° Censimento generale dell’agricoltura si è basato su due modelli organizzativi di partecipazione: un modello ad alta partecipazione (AP) e uno a partecipazione integrativa (PI). Le Regioni e Province autonome hanno dovuto scegliere quale dei due modelli adottare. Nel primo caso, esse hanno avuto una maggiore autonomia nell’organizzazione della rilevazione e, inoltre, hanno potuto registrare nel Sistema di gestione della rilevazione (SGR), ideato dall’Istat, tutti i dati raccolti presso le aziende agricole e zootecniche. Nel secondo caso, le Regioni hanno svolto funzioni più limitate e, per quel che riguarda la registrazione, hanno potuto inserire in SGR un numero ridotto di dati. Tale meccanismo ha permesso all’Istat, nella fase di elaborazione dei risultati provvisori, di avere immediatamente la disponibilità di un maggior numero di dati per le 16 Regioni e Province autonome che hanno scelto il modello ad alta partecipazione. Si tratta di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Bolzano, Trento, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Sotto il profilo della loro copertura territoriale, tali regioni comprendono il 66,2% delle aziende censite in Italia, il 72,2% della SAT nazionale e il 71,9% della SAU nazionale.
Pertanto, i fenomeni strutturali e dinamici che questi dati mostrano possono essere considerati come significativi segnali anticipatori di tendenze che potranno essere confermate solo con la diffusione dei dati definitivi.
A livello aggregato le colture più diffuse nelle 16 regioni ad alta partecipazione sono quelle relative ai cereali e alle foraggere avvicendate, seguono olivo, vite e fruttiferi (Figura 5).
Figura 5 - Superficie investita secondo le principali coltivazioni, 16 Regioni AP, 2010 (migliaia di ettari)
Fonte: ISTAT, 6° Censimento generale dell’agricoltura (dati provvisori) – anno 2010
La struttura agricola e zootecnica italiana continua a basarsi sulla presenza di aziende individuali (96% del totale), a gestione diretta del conduttore (95%), su terreni in proprietà (60,6% della SAU è condotta in proprietà) che si avvale di manodopera familiare (78,5% degli addetti). Nel contempo, però, si registrano significative variazioni nella forma giuridica delle aziende, con un incremento rispetto al 2000 delle società di persone, di capitali e delle cooperative (+49%).
Nei dieci anni trascorsi tra i due censimenti, rilevante è la modifica della struttura fondiaria avvenuta. Il titolo di possesso dei terreni si è andato infatti modificando, con un incremento degli affitti e dell’uso gratuito dei terreni a fronte di una perdita dei terreni di proprietà (Figura 6). L’incremento degli affitti è stato determinato in gran parte dall’utilizzo appropriato dei contratti in deroga, regolamentati dalla legge 283/82. Questa, in base all’art 45, consente di stipulare contratti di affitto con canone e durata flessibili, consentendo un’autonoma determinazione contrattuale delle parti.
Figura 6 - Aziende in complesso per titolo di possesso della Superficie Totale, Italia, 2010/2000 (valori percentuali)
Fonte: ISTAT, 6° Censimento generale dell’agricoltura (dati provvisori) – anno 2010
Cambiamenti sono emersi anche nell’ambito occupazionale.
Cresce il ricorso alla manodopera extra-familiare, impiegata in forma continuativa o saltuaria. Aumenta, anche se lievemente, la quota dei giovani (con meno di 30 anni) a capo dell’azienda (+0,4 punti percentuali) e l’età mediana (che divide la popolazione dei capoazienda in due parti uguali) scende dalla classe 60-64 anni del 2000 alla classe 55-59 anni del 2010.
Considerazioni conclusive
In sintesi, i segnali che emergono dai dati provvisori del 6° Censimento generale dell’agricoltura, che l’Istat ha messo a disposizione, rappresentano un quadro di un’agricoltura in cui sono in atto processi di cambiamento importanti. I dati provvisori mostrano un notevolissimo calo delle piccole aziende, che restano comunque la maggioranza delle aziende agricole italiane. Questo lascia presagire un processo di deframmentazione della realtà agricola italiana e un attestamento verso la media europea. Nonostante tale cambiamento si osserva anche una sostanziale invarianza dell’uso agricolo della terra. Per quanto riguarda la struttura fondiaria, si rileva come mutamenti socio-economici degli ultimi dieci anni abbiano implicato una sostanziale modifica del titolo di possesso dei terreni e del capitale umano coinvolto nel settore agricolo. E’ importante osservare l’evidente tendenza dei dati analizzati in questo lavoro ad abbandonare le caratteristiche di staticità dei dati dei censimenti precedenti. Analisi più approfondite verranno realizzate in occasione della pubblicazione dei dati definitivi, prevista entro aprile 2012.