Con questo numero, Agriregionieuropa compie sette anni ed entra nell’ottavo. Al tempo stesso il numero esce in concomitanza con la conferenza organizzata dalla Commissione europea sul tema Enhancing Innovation and the Delivery of Research in European Agriculture (Rafforzare l’innovazione e l’adozione dei risultati della ricerca nell’agricoltura europea), tenutasi a Bruxelles il 7 marzo. In concomitanza con questi eventi la rubrica “Il Tema” (curata da Roberto Esposti e Valentina C. Materia) è dedicata al trasferimento della conoscenza: cioè al complesso sistema di interazioni che, da un lato, deve favorire la concreta adozione dei risultati delle ricerche e, dall’altro, deve desumere dagli operatori economici (le imprese in primis) le priorità di ricerca e innovazione.
Il senso che accomuna le due circostanze è ben rappresentato da un passo del discorso del Commissario Ciolos alla conferenza: l’innovazione in agricoltura “è stata lasciata per troppo tempo nell'oscurità relativa di laboratori scientifici e pubblicazioni accademiche”. A questa affermazione ha fatto eco nelle sue conclusioni Anne Glover, la nuova Chief Scientific Advisor europea: “una cosa è chiara, business as usual non è un'opzione [bisogna] accelerare la velocità del cambiamento per ridurre il divario tra gli scienziati e gli agricoltori e per tradurre i risultati della ricerca in soluzioni praticabili sul terreno”.
Cosa implica tutto ciò? La ricetta è nota: una research agenda orientata ai bisogni di lungo termine del settore agricolo, delle filiere agro-alimentari e dei territori rurali; un orientamento alla ricerca inter- e trans-disciplinare; un equilibrio tra specializzazione e approccio sistemico e pratico; un più consistente e sistematico coinvolgimento degli stakeholder (agricoltori, industria, decisori politici). In questa stessa direzione muove la nuova strategia per l’innovazione nel settore agricolo “Produttività e sostenibilità dell’agricoltura 2014-2020” lanciata recentemente nel quadro della nuova Partnership europea per l’innovazione (European Innovation Partnership – EIP).
La sfida è grande, ma è l’unica soluzione per l’agricoltura, specie per quella italiana “condannata” com’è alla qualità. Le nuove tecnologie informatiche offrono una fondamentale opportunità per uscire tutti dall’isolamento e per “fare sistema”. L’opportunità di realizzare nei fatti delle “comunità di pratiche” che colleghino la ricerca ai suoi utilizzatori non è un’utopia. Il mezzo milione di contatti di Agriregionieuropa lo dimostra. Occorre che quest’approccio diventi a due vie: top-down e bottom-up e che si estenda anche ad altri campi scientifici.
È una sfida per vincere la quale occorrerebbe anche il sostegno della politica. Una politica per le imprese, e per i sistemi agricoli e territoriali nei quali operano, che le orienti alla competitività e alla produzione di beni pubblici. Purtroppo la politica spende la parte più consistente dei suoi fondi per sostegni individuali. Non riesce a “fare sistema” come sarebbe necessario, non favorisce l’aggregazione, non premia i comportamenti di chi rischia.
Editoriale n.28
Editoriale n.28
Franco Sotte a b
a Università Politecnica delle Marche (UNIVPM), Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali
b Associazione Alessandro Bartola (AAB)
b Associazione Alessandro Bartola (AAB)
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Commenti
Utente non regi... (non verificato)
Gio, 01/01/1970 - 01:00
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Nemo propheta in patria?
Carissimo, complimenti per un numero che leggerò con attenzione. Al tempo stesso, non posso che esplicitare un certo dispiacere per non essere stato coinvolto nella sua genesi. Non penso che vi siano molti, in Italia, con quasi 100 pubblicazioni sull'argomento, nonché ex consulente FAO, Banca Mondiale, Minesteri, etc. proprio sull'argomento della ri-organizzazione della ricerca e della divulgazione. Evidentemente non basta essere uno dei pochi che a livello europeo ha rappresentato l'Italia nel European Seminar on Extension Education dal 1981, né averlo organizzato due volte, nel 1983 quando ero un ragazzino, o nel 2009 ad Assisi. Oppure di essere stato uno dei fautori del Gruppo di Coordinamento che, con base a Zurigo, a livello globale sta smuovendo mare e monti per rilanciare la funzione pubblica della extension nelle politiche di sviluppo. Sarà per la prossima volta? Saluti e complimenti, di nuovo.
Commento originariamente inviato da 'fabio m santucci' in data 01/04/2012.