Introduzione
La recente crisi finanziaria ha messo in luce e in qualche modo acuito i punti deboli dell'economia europea. Davanti ad un mondo in costante cambiamento demografico, climatico e tecnologico, in cui la globalizzazione rende aree una volta distanti ed economicamente indipendenti ora interconnesse all'interno del mercato mondiale, l'Europa (specialmente i paesi meridionali) è chiamata ad uscire dallo stato odierno di “empasse”, sfruttando la particolare situazione attuale come un driver per il cambiamento verso un modello di sviluppo nuovo, slegato dai vecchi paradigmi di crescita economica pura e inspirato al benessere, all'inclusione sociale e alla sostenibilità, sia in ambito finanziario che ambientale.
Queste stesse semplici linee guida sono alla base della strategia di sviluppo europeo per il 2020 . Chiaro obiettivo è, quindi, quello di rendere i paesi europei capaci di conseguire elevati livelli di occupazione, produttività e coesione sociale.
Inspirato a questa strategia e all'interno del settimo Programma Quadro della Commissione Europea nasce il progetto “Welfare, Wealth, Work for Europe” (WWWforEurope), il cui nome significa proprio: Lavoro, Benessere e Ricchezza per l'Europa. Nel nome stesso è quindi specificata la sua missione: trovare modi nuovi e innovativi di sostenere lo sviluppo economico europeo di fronte alle grandi sfide e ai grandi cambiamenti che la situazione attuale prospetta all'Europa. Più specificatamente, l'obiettivo del progetto è persino più ambizioso: rendere l'Europa un modello per il mondo intero, modello in cui alti livelli occupazionali e di benessere economico si coniugano al rispetto dell'ambiente e alla solidarietà sociale.
Descrizione del Progetto
WWWforEurope è organizzato in sei differenti aree di ricerca:
1) Stato sociale europeo - affronta il tema dello stato sociale in Europa e come questo debba essere adattato di fronte alle tendenze socio-economiche attuali e futuri;
2) Dimensione ambientale e biofisica - analizza l'impatto del percorso verso la sostenibilità ambientale della crescita economica e dell'occupazione, usando indicatori del benessere diversi dal Pil;
3) Driver per il cambiamento: innovazione, politiche industriali e dell'innovazione - investiga il ruolo che la ricerca e l'innovazione possono avere come driver di sviluppo economico e occupazione, così come fattori di cambiamento della struttura produttiva stessa;
4) Governance e istituzioni a livello europeo - si focalizza sulle strutture di governance e sulle istituzioni a livello europeo e sul bisogno di aggiustamenti per ottenere un nuovo percorso di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;
5) Regioni in transizione - esplora il ruolo delle regioni nella transizione socio-ecologica, prendendo in considerazione le precondizioni istituzionali, il mercato del lavoro regionale e la diversità culturale; allo stesso tempo indaga, all’interno della regione, le questioni in merito al rapporto tra aree urbane e rurali cercando di capire l’importanza di queste nel processo di transizione. Infine analizza le dinamiche della politica regionale europea alla luce di questi fatti;
6) Framing e sintesi: area dedicata al collegamento e al coordinamento degli sforzi, dovrà fornire, alla fine del progetto, una strategia coerente e un indirizzamento unico per le politiche rivolte alla transizione socio-ecologica.
Il progetto è sotto la supervisione e il coordinamento dell’Istituto Austriaco per la Ricerca Economica (Wifo) di Vienna; avviato nella primavera del 2012, coinvolge 33 istituzioni di ricerca di 12 paesi europei e si propone di rafforzare, soprattutto dal punto di vista scientifico, le basi della strategia europea per il 2020 1 e, di conseguenza, di gettare le basi per la così detta transizione socio-ecologica dell’Europa.
La principale questione cui i partecipanti di WWWforEurope cercheranno di fornire un contributo riguarda la strategia di sviluppo economico dei paesi europei per il prossimo futuro. In particolare si dovrà trovare un modo di coniugare le esigenze di benessere economico (nel senso quantitativo che si è soliti fornire al termine: incremento del prodotto interno lordo) con esigenze differenti e talvolta in contrasto con questo, come ad esempio la richiesta da parte della popolazione in merito a condizioni ambientali migliori, maggiore inclusione e solidarietà sociale e ad un significante contributo alla conservazione dei beni comuni. Volendo riassumere, si possono definire gli intenti di WWWforEurope in cinque fondamentali domande a cui sarà chiesto di trovare risposta:
1) Come può l’Unione Europea partecipare in maniera più decisa alla crescita mondiale garantendo un alto livello di benessere alla sua popolazione?
2) Come può la coesione regionale e sociale essere ottenuta all’interno della strategia di crescita minimizzando i rischi di effetti negativi sul sistema degli incentivi e mantenendo l’apertura della società?
3) Come può l’innovazione sociale e tecnologica essere sostenuta (e il nucleo dei trend tecnologici essere guidato) in modo da farla contribuire alla sostenibilità ecologica e sociale?
4) Come possono le istituzioni delle moderne economie di mercato essere modificate al fine di internalizzare le esternalità sociali ed ecologiche e di diminuire la volatilità e le divergenze in Europa?
5) Come possono la popolazione in genere, gli attori del terzo settore e i portatori di interessi essere motivati a sostenere le riforme verso un nuovo sentiero di crescita?
Il tema delle aree periferiche
L’area 5 del progetto wwwforEurpe
Il progetto di ricerca dell’area 5 parte dall’assunzione che nessuna strategia progettata per favorire la transizione socio-ecologica possa fornire forti risultati finché non si mobilitano le risorse degli attori locali e regionali e finché non si considerano le complesse interazioni tra le iniziative di policy e la loro implementazione a livello regionale e locale. Quindi sarà necessario indagare l’esatta natura dei legami che intercorrono tra l’implementazione delle politiche regionali e le istituzioni a livello nazionale e regionale.
Un tema particolarmente sentito che si inserisce all’interno del dibattito sull’implementazione delle politiche di sviluppo riguarda le aree periferiche dell’Unione. Infatti le recenti crisi dei debiti sovrani mette in evidenza come gli Stati che si trovano principalmente nel sud dell’Europa necessitino di una chiara strategia di rilancio. La lettura di questo problema non si può fermare di certo al livello nazionale ma deve essere approfondita arrivando al livello regionale e forse anche oltre. E’ evidente come all’interno di queste nazioni in crisi si possano trovare sia territori in ritardo di sviluppo che territori economicamente sviluppati e competitivi. Ancora più nello specifico è possibile, all’interno della singola regione, evidenziare come lo sviluppo economico segua traiettorie differenti e persino dicotomiche rispetto alla natura urbana o rurale dell’area in questione, evidenziando la necessità di politiche mirate non solo alle regioni in ritardo di sviluppo, ma anche ai singoli territori che all’interno della regione presentano ritardi dovuti al particolare pattern di sviluppo che ha caratterizzato il territorio. Proprio a tal fine è stato proposto uno schema di analisi evolutiva delle aree rurali che prevede tre modelli: il modello della “ruralità agraria”, il modello della “ruralità industriale” e il modello della “ruralità post-industriale”. Ogni modello ha caratteristiche proprie e si differenzia dagli altri in termini di ruolo delle aree rurali, settore economico prevalente, indicatori della ruralità, ruolo dell’agricoltura, politiche per lo sviluppo. Allo stesso modo ogni modello è caratterizzato dal fatto di essere rintracciabile in un particolare periodo. Negli anni cinquanta e sessanta abbiamo il modello della “ruralità agraria”, le aree rurali sono il luogo dove l’agricoltura viene praticata, il cui unico ruolo è quello di provvedere a rifornire le città di alimenti, così che l’unica politica per le aree rurali è la politica agricola. Negli anni settanta e ottanta abbiamo il modello della ruralità industriale: le aree rurali vedono la nascita al loro interno di distretti industriali e poli produttivi, anche l’agricoltura diventa sempre più meccanizzata e intensiva mentre la politica per le aree rurali continua ad essere sostanzialmente settoriale. Infine, negli anni novanta e duemila si ha il modello della “ruralità post-industriale”, in cui le aree rurali diventano polimorfiche in termini di attività economiche, così come l’agricoltura diventa diversificata e multifunzionale, la politica per le aree rurali è perciò costretta ad uscire dalla sua dimensione settoriale, trasformandosi in una politica di sviluppo territoriale che interessa tutti gli aspetti che caratterizzano le aree rurali (Sotte, Esposti, Giachini 2012).
In questo contesto si inserisce la politica europea, la quale presenta un approccio inadeguato rispetto alla situazione che oggi si può riscontrare nelle aree rurali europee, infatti persiste nel suo carattere marcatamente settoriale e non è ben differenziata a livello regionale e territoriale.
Attraverso il contributo che l’area 5 di WWWforEurope si prefigge di fornire sarà possibile dotare i policy-makers di un frame teorico all’interno del quale progettare politiche in grado di consentire uno sviluppo sostenibile ed inclusivo che prenda in considerazione la transizione socio-ecologica.
Il primo workshop nell’ambito del progetto
Considerando la situazione economica e finanziaria attuale dei Paesi del Sud dell’Europa, si è deciso di incentrare il primo workshop del progetto proprio sulle strategie per il rilancio dei paesi in difficoltà (12-13 luglio 2012) . Gli argomenti che sono stati analizzati maggiormente sono le cause dell’ attuale instabilità che è degenerata nell’attuale crisi dei debiti sovrani dei Paesi dell’Europa meridionale e le possibili strategie per il loro rilancio. Soprattutto i partecipanti provenienti dai Paesi in crisi hanno fornito analisi piuttosto dettagliate della condizione dei rispettivi Paesi d’origine, disegnando un quadro in cui emergono come cause comuni della situazione attuale la fragilità e l’inefficienza delle economie “periferiche”, gli alti livelli di corruzione e i ritardi in termini di infrastrutture e di politiche per lo sviluppo.
In questo contesto si deve inserire l’Unione Europea, la quale deve cercare di sfruttare i mezzi politici ed economici di cui è dotata per far ripartire il processo di crescita economica nei Paesi dell’Europa meridionale, facendo ciò essa deve, però, orientarlo verso percorsi differenti, slegati dalle vecchie logiche di puro incremento del Pil pro capite, che sappiano coniugare in sé anche la conservazione dell’ambiente, la solidarietà e l’inclusione sociale. Le strategie proposte hanno riguardato in particolare l’implementazione e l’incentivazione di tecnologie produttive altamente innovative e a basso impatto ambientale e la produzione di beni ecosostenibili ad alto valore aggiunto da un lato, mentre dall’altro si sono concentrate sulla regolamentazione dei mercati finanziari, sul bilanciamento del flusso commerciale all’interno dell’Unione e sul miglioramento del sistema fiscale. Generale consenso ha ricevuto il tema del miglioramento delle politiche europee, infatti di fronte ad un mercato globale in costante cambiamento che propone nuove sfide e nuovi paradigmi, l’Europa deve adeguarsi e mutare di conseguenza, adattando, perciò, il proprio sistema di leggi e politiche.
Osservando più in dettaglio i contributi forniti, si nota come questi basino le proprie analisi a livello di Paese o macro-regione, tralasciando le problematiche connesse all’eterogeneità che questi contengono. In altre parole l’interpretazione dei fenomeni che stanno interessando l’Unione si basa ancora su una lettura convenzionale della questione della perifericità e dei divari. In altre parole non si considera come all’interno di un Paese possano esistere aree classificabili di per sé come economicamente “periferiche” o “centrali”, indipendentemente dalla natura periferica o centrale del paese di appartenenza. Su questo punto è necessario insistere: i contributi che l’area 5 di WWWforEurope fornirà dovranno andare in questa direzione, cioè quella di migliorare la comprensione dei fenomeni di ritardo economico dei territori a livello più disaggregato possibile, in modo tale da consentire la progettazione di politiche di sviluppo adeguate.
Una ricerca per il futuro
Considerando la rilevanza e la natura degli obiettivi che il progetto si pone, esso non è configurabile solamente come un insieme di proposte ed interpretazioni provenienti da esperti del settore. Una componente essenziale del processo che porterà verso la strategia di rilancio dell’Unione attraverso una transizione socio-ecologica, sarà l’analisi quantitativa. A livello metodologico sarà necessario raccogliere quanti più dati possibile ed adottare gli strumenti statistici ed econometrici adatti ad un’analisi meticolosa dell’oggetto di indagine. Sulla base di queste rilevazioni sarà poi possibile fondare modelli matematici che rispondono ad una duplice logica:
- Fornire un utile strumento interpretativo della realtà al fine di poter dare una convincente spiegazione di come alcuni fenomeni accadono;
- Usare i modelli per la previsione di scenari futuri e per l’implementazione della strategia.
Ciò significa sfruttare gli strumenti più sofisticati che l’analisi economica, spaziale e territoriale ci mette a disposizione e le nuove opportunità offerte dalle banche dati territoriali. Nello specifico si farà uso non solo degli strumenti econometrici, ma anche di metodi di analisi più eterodossi come la simulazione di modelli ad agenti (ad esempio attraverso RegMAS, www.regmas.org). Al fine di trovare la mole di dati necessaria per l’implementazione di questi metodi, sarà necessario sfruttare anche tecniche di raccolta dati innovative, come le rilevazioni satellitari o la geo referenziazione. Il progetto è stato pensato come un esperimento di ricerca aperto verso l’esterno, in modo da diffondere l’esperienza di WWWforEurope verso chi sia interessato a documentarsi ed a partecipare ad una riflessione ed elaborazione collettiva. Nello specifico il gruppo di ricerca che ha sede ad Ancona è particolarmente interessato alla partecipazione ed al confronto con giovani dottorandi e dottori di ricerca, i quali, attraverso Agriregionieuropa possono fornire contributi, informazioni, bibliografie. In tal modo è possibile costruire uno spazio dove si possono scambiare e mettere in comune banche dati, working paper e strumenti didattici e divulgativi. Sfruttando questo “spazio” si potrà erigere un canale privilegiato attraverso il quale diffondere in Italia i risultati ottenuti dai gruppi di ricerca esteri che lavorano al progetto, allo stesso modo sarà possibile dare risonanza a contributi esterni che non godono di grande visibilità. Quindi, WWWforEurope presenta necessariamente un carattere altamente scientifico ed accademico, allo stesso tempo, però, i suoi risultati devono essere diffusi quanto più possibile ed integrati, dove serve, con contributi provenienti anche dall’esterno. In questa prospettiva Agriregionieuropa gioca un ruolo centrale.
Conclusioni
WWWforEurope è da considerare una opportunità da non sottovalutare per tutta l’Unione Europea. Questo progetto si è proposto di certo un obiettivo ambizioso in quanto progettare una strategia di rilancio dell’Europa che presenti caratteristiche di sostenibilità sia sociale che ambientale è un compito arduo e non esente da imprevisti e critiche. Allo stesso tempo, però, è necessario. L’Europa è ad un bivio: da una parte c’è il declino in termini di peso economico e politico sulla scena mondiale, dall’altra c’è la via del cambiamento che, passando per una strada non priva di ostacoli, porta verso il rilancio. Proprio verso questa meta punta WWWforEurope. Più nello specifico questo progetto è di particolare interesse in quanto cerca di fornire una analisi che non si ferma al livello Paese, ma entra nelle dinamiche che guidano lo sviluppo economico sia livello regionale che a livelli maggiormente disaggregati, indagando la natura delle connessioni e dei divari tra aree rurali ed urbane e fornendo analisi che mettano in luce i vincoli profondi che condizionano l’attuazione delle politiche di sviluppo e transizione. Alla base di questa particolare strategia di indagine sta la convinzione che il rilancio non può rifarsi a concetti e paradigmi ormai obsoleti, che forniscono soluzioni che non corrispondono più ad interessi diffusi tra la popolazione.
E’ d’obbligo, quindi, cercare di trasformare l’Unione Europea in un modello che deve mostrare ai partner internazionali come si può coniugare sostenibilità ambientale e sociale con alti livelli di sviluppo economico e di occupazione, cancellando quello che un tempo era considerato un doloroso trade-off.
Riferimenti bibliografici
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Sotte, Esposti, Giachini (2012), “Evolution of Rurality in the case of Third Italy”, disponibile all’indirizzo web: [link]
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Tutte le informazioni relative al progetto WWWforEurope possono essere trovate sul sito: [link]
- 1. “EUROPA 2020 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, Commissione Europea, Bruxelles, 3/3/2010.