L’Agricoltura nel contesto economico1
L’anno 2012 è stato caratterizzato da una difficile situazione climatica con neve e precipitazioni nella media nel primo trimestre dell’anno seguita da una fase molto siccitosa nei mesi di luglio e agosto cui hanno fatto seguito fenomeni temporaleschi nell’ultima parte dell’anno. Tale andamento ha avuto ripercussioni negative sull’evoluzione della produzione agricola.
Al pari degli altri settori economici, anche l’agricoltura, contrariamente al passato non ha svolto il suo tradizionale ruolo anticiclico come ci si aspettava nella prima parte dell’anno. Anzi, oltre alla caduta produttiva (-3,3 per cento per il complesso di agricoltura silvicoltura e pesca), ha mostrato tutta la sua fragilità anche sul fronte dei prezzi dei prodotti acquistati aumentati del +5,0 per cento, contribuendo alla contrazione dei redditi agricoli.
Dopo la piccola ripresa del 2011, infatti, il settore dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca, nel corso del 2012 continua a rimanere nel cono d’ombra della recessione, registrando una flessione in termini reali (al netto cioè dell’effetto prezzi) della produzione e del valore aggiunto (rispettivamente -3,3 e -4,4 per cento).
Andamento dei principali comparti agricoli
In particolare, le coltivazioni erbacee registrano nel loro complesso una caduta produttiva pari a -3,9 per cento, come pure in calo è il trend per le coltivazioni legnose (-7,8 per cento). Un sostanziale calo si registra anche per le foraggere (-6,4 per cento) e le coltivazioni floricole (-4,9 per cento) che hanno risentito fortemente della crisi dei consumi.
Per quanto riguarda le coltivazioni erbacee, si evidenzia, inoltre, il calo della produzione dei cereali (-2,8 per cento) quasi tutto da ascrivere alla siccità estiva nel caso del mais (-18,7 per cento), a cui si è associata anche una flessione dei prezzi, (-1,3 per cento). Flessioni produttive si sono avute per le produzioni vinicole (-8,8 per cento) e olivicole (-7,7 per cento). Interessate al forte calo anche le coltivazioni industriali (-11,5 per cento) e le produzioni frutticole (-12,3 per cento).
Per quanto riguarda gli allevamenti zootecnici, si registra un calo dei livelli produttivi pari al -1,0 per cento. L’elemento più rilevante da sottolineare è la crisi delle carni bovine (-3,2 per cento), che sta affrontando una crisi molto forte dei consumi. Anche nel comparto suinicolo (-2,2 per cento) continua la crisi sul fronte delle produzioni. La crisi dei consumi di carni rosse, ha rafforzato il consumo di carni bianche, infatti il pollame registra incrementi di produzione del +4,8 per cento. L’unico comparto agricolo in crescita nel corso del 2012 è l’attività di supporto (+1,3 per cento). L’incidenza di tali attività sulla produzione agricola, ha raggiunto nel corso del 2012 un livello pari al 13 per cento netto, che sale al 16,1 per cento se si includono anche le attività secondarie delle aziende. In dettaglio, crescono l’attività di prima lavorazione dei prodotti, di contoterzismo e di manutenzione del paesaggio, mentre crolla l’attività legata alle sementi anche a causa del mancato obbligo dell’utilizzo di semente certificata per il frumento duro.
In calo tra le attività secondarie delle aziende agricole, vista la particolare annata, anche l’agriturismo in termini sia di numero che di presenze medie.
L’agriturismo ha risentito comunque degli effetti della crisi (-3,5 per cento) in misura meno pesante rispetto ad alberghi e pubblici esercizi.
Riguardo alla silvicoltura, si registra un calo consistente delle tagliate forestali (-6,0 per cento) e un crollo della raccolta dei fruttiferi dai boschi (-24,6 per cento), complice il cinipide, il parassita delle castagne che ne ha ridotto la produzione del 30 per cento, e la lunga siccità per funghi e tartufi.
La pesca, infine, sconta una flessione del 4,4 per cento dei livelli produttivi, con cali consistenti per pesci (-7,1 per cento) e acquacoltura (-6,7 per cento). Calo dei consumi, caro gasolio e l’intensificazione delle misure post fermo biologico sono le principali cause del deludente andamento del settore nel suo insieme.v Contestualmente, anche i prezzi alla produzione nel complesso presentano una flessione (-1,3 per cento).
L’apporto dell’agricoltura nel suo complesso alla composizione del Pil a prezzi correnti, è pari al 1,9 per cento.
Andamento dell'agricoltura nel contesto europeo
Per l’insieme della UE-27 si registra una contrazione della produzione pari al -3,0 per cento.
Cali produttivi si sono registrati nel corso del 2012 anche nei maggiori paesi partner europei quali Spagna (-4,2 per cento), Francia (-3,2 per cento), Ungheria (-9,2 per cento e Romania (-21,8 per cento).
I costi intermedi hanno subito anch’essi una contrazione (-1,5 per cento) per il complesso della UE a 27 stati membri, mentre i relativi prezzi di acquisto dei mezzi tecnici di produzione sono saliti del +4,9 per cento, sostanzialmente in linea con l’andamento registrato nel nostro paese. Il nodo principale del 2012 anche per gli altri Paesi europei è stato rappresentato dal maltempo. Gli effetti della siccità, alternati ad eventi alluvionali, hanno procurato danni alle coltivazioni in Grecia e Spagna. La Gran Bretagna ha invece subito piogge intense come non avveniva da oltre 100 anni.v In quasi tutti gli stati membri si registra un recupero consistente dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori e di conseguenza dei redditi agricoli.
Per l’EU27 la crescita dei prezzi al produttore è stata pari a +6,5 per cento, con incrementi più evidenti per Francia (+8,9 per cento) e Spagna (+8,8 per cento) e con punte positive rilevanti per cereali (+11,1 per cento) e uova (+32,8 per cento).
Le vicende climatiche2
Per tornare alle vicende interne del nostro Paese, l’annata agraria ha risentito molto delle difficili condizioni climatiche dovute alla siccità, che hanno originato un andamento deludente in termini di rese medie per ettaro per molte produzioni tradizionali.
In particolare nel Centro-Nord, le intense precipitazioni primaverili e le forti nevicate nei mesi di gennaio e febbraio associate alla successiva prolungata siccità estiva, hanno originato una forte caduta produttiva. La primavera è stata caratterizzata da scarse precipitazioni e inizi di siccità. L’estate 2012 è da annoverare tra quelle più difficili degli ultimi decenni dal punto di vista agronomico.
Da rilevare che le scarse precipitazioni hanno causato fenomeni siccitosi già a partire dal secondo trimestre del 2012.
Le difficoltà meteorologiche estive, dovute alla siccità, sono proseguite anche nei mesi successivi in alcune aree del Nord, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna colpita da una eccezionale ondata siccitosa.
Emergenza idrica anche in Abruzzo nella piana del Fucino, con perdite di produzione orticola.
Per la stessa ragione, si registrano grosse perdite di pomodoro da industria nella Capitanata in Puglia.
Sono risultate, infine, penalizzanti le fitopatie, come nel caso della aflatossine/ micotossine, che hanno danneggiato e originato una cattiva qualità del prodotto, come nel caso della produzione del mais in alcune aree del paese ed in particolare nelle province di Ferrara e Rovigo.
Come affermato in precedenza, ad una riduzione dei livelli produttivi per la sola componente dell’agricoltura (-3,2 per cento), ha fatto riscontro una ripresa dei prezzi (+5,2 per cento) che ha attenuato la perdita dei livelli di reddito dei produttori agricoli. Infatti, la caduta produttiva è stata solo parzialmente bilanciata dal contenimento dei costi intermedi (-1,9 per cento), a cui si è associata anche una razionalizzazione dell’offerta produttiva (in continua evoluzione con l’entrata a regime della Pac riformata).
In relazione ai consumi intermedi, si registra una riduzione delle quantità utilizzate di quasi tutti i mezzi tecnici, nessuno escluso, con punte di -2,3 per cento per i concimi e -4,7 per cento per i reimpieghi. Ciò conferma la tendenza ormai consolidata da parte degli agricoltori al contenimento dei costi di produzione e all’utilizzo di pratiche agronomiche in sintonia con le tematiche e gli aspetti agroambientali.
Andamento per macro aree
Dalle prime stime provvisorie limitate al settore agricolo per aree territoriali, l’area del Nord-Est ha subito i cali produttivi più consistenti (-5,6 per cento), seguite da quella del Meridione (-4,2 per cento) e del Centro (-2,4 per cento).
In termini di valore aggiunto, si registrano cali generalizzati in quasi tutte le aree, ad eccezione delle isole (+1,7 per cento), con punte di -7,4 per cento per il Nord–Est, -5,8 per cento per il Meridione e -3,6 per cento per il Centro.
In definitiva la recessione e l’effetto prezzi dell’input hanno colpito, nel corso del 2012, il settore agricolo in quasi tutte le aree del Paese ed in particolare nel Nord-Est (-7,4 per cento).
Riguardo ai mezzi di produzione la crescita dei prezzi ha interessato più voci ed in particolare i costi energetici (+11,8 per cento).
Altri indicatori
Si segnala, infine, una contrazione delle unità di lavoro in totale (-3,5 per cento), concentrata per lo più nell’ambito del lavoro indipendente (-4,4 per cento) e una flessione meno marcata delle unità di lavoro dipendenti (-2,0 per cento).
Il calo delle unità di lavoro indipendenti è da mettere in relazione al progressivo invecchiamento degli addetti, oltre che ad un processo di razionalizzazione che porta all’espulsione delle aziende marginali. In definitiva, i processi di razionalizzazione in atto, gioveranno nel medio periodo al settore, che ha un impellente bisogno di innovare e puntare decisamente sulla qualità e sulla tipicità.
Sempre per restare nel novero degli indicatori, si registra un calo dei contributi alla produzione pari al -12,4 per cento, associato ad una forte crescita delle imposte indirette (+46,4 per cento), soprattutto dovuta all’ introduzione dell’Imu sui terreni agricoli e sugli edifici strumentali all’esercizio dell’attività agricola.
Scendono sia l’ammontare delle retribuzioni lorde (-2,0 per cento), che quelle dei redditi da lavoro dipendente (-1,1 per cento), mentre crescono gli oneri sociali a carico dei datori di lavoro (+2,8 per cento).
Una flessione, infine, significativa si è avuta riguardo agli investimenti settoriali, soprattutto per macchine e attrezzature agricole secondo le elaborazioni diffuse dall’Unacoma su dati dal Ministero dei Trasporti sulle immatricolazioni di trattrici, che nel corso del 2012 hanno subito un crollo pari al -17,4 per cento e un calo del -12,0 per cento dei rimorchi.
Un calo si registra, anche per il numero di imprese agricole iscritte presso le C.C.I.A.A. pari al -2,0 per cento: calo determinato, secondo Infocamere da una utilizzazione diversa dall’attività agricola dei suoli agricoli.
- 1. Per completare e facilitare la lettura del contributo, si allega il set di tavole utilizzate per elaborare il testo di commento.
- 2. Nota trimestrale sull’andamento climatico e le implicazioni in agricoltura Inea 2013.