Introduzione
La letteratura sul consumo critico e sulle reti alimentari civiche va diventando sempre più ampia. In quest’ambito va crescendo anche l’interesse per i Gruppi di acquisto solidale (Gas) come innovazione sociale con obiettivi di sostenibilità e democrazia alimentare (Belletti e Mancini, 2012; Brunori et al., 2012; Rossi e Brunori, 2011; Fonte, 2013a). Una recente ricerca (Fonte et al., 2011; Fonte e Salvioni, 2013) ha individuato nell’accesso ad alimenti più sani e sostenibili l’obiettivo unificante del movimento dei Gas romani.
L’accesso agli alimenti è una delle dimensioni della sicurezza alimentare. È stato Sen (1982) il primo a rilevare che spesso fame e sotto-nutrizione non dipendono dalla mancata disponibilità di alimenti, ma piuttosto dal mancato accesso al cibo, per ragioni economiche (povertà) o fisiche (isolamento dai mercati, mancanza d’infrastrutture). Nel discorso dei Gas il tema dell’accesso è legato in maniera innovativa alla sostenibilità dei sistemi alimentari. Un accesso ristretto agli alimenti sostenibili, per ragioni fisiche (prevalenza di supermercati e mancanza di accesso a cibi freschi, come nei cosiddetti "deserti alimentari") o per ragioni economiche (alimenti dell’agricoltura biologica troppo cari, riservati a un’élite), è considerato un ostacolo insormontabile per la transizione generalizzata alla sostenibilità. I Gas si propongono, di conseguenza, l’obiettivo di costruire un sistema di approvvigionamento alimentare alternativo, che garantisca l’accesso fisico ed economico ad alimenti sostenibili, sia sotto il punto di vista dell’ambiente che del lavoro.
Tra i vari vantaggi della filiera corta (mercati degli agricoltori e altre forme di vendita diretta, Gas) si enumera spesso quello di poter tagliare i costi d’intermediazione a beneficio dell’agricoltore e del consumatore (Ploeg et al., 2000; Verhaegen e van Huylenbroeck, 2001; Brunori et al., 2011). Tuttavia poiché la qualità dei prodotti acquistati tramite questi canali è spesso superiore per freschezza o per qualità intrinseche, molte volte i prezzi sono relativamente alti (Brunori et al., 2012). L’acquisto di tali prodotti richiede inoltre un alto grado di informazione da parte del consumatore (Marino et al., 2013). È questa una delle ragioni per cui si ritiene che queste nuove forme di vendita siano di fatto riservate a un’élite di consumatori di classe media o medio-alta. In contrasto con questi risultati, nella ricerca sui Gas romani, Fonte e colleghi (Fonte et al., 2013; vedi anche Fonte e Salvioni, 2013) riportano, invece, alcune valutazioni fatte dagli intervistati secondo cui gli alimenti biologici acquisiti tramite i Gas costerebbero meno degli alimenti biologici, e talvolta anche meno degli alimenti non biologici, acquistati nelle catene di distribuzione convenzionali.
Andando più a fondo su questi temi, quest’articolo presenta i risultati di un’indagine condotta nell’estate del 2013, che ha messo a confronto i prezzi dei prodotti alimentari nelle catene di offerta convenzionali con quelli degli alimenti acquisiti tramite il Gas Testaccio Meticcio, nel quartiere Testaccio di Roma. Nel corso dell’indagine è stato anche somministrato un questionario alle famiglie aderenti ai Gas, per individuarne le caratteristiche demografiche e socio-economiche.
Nella prossima sezione affronteremo il tema del confronto dei prezzi, con riferimenti alla pur scarsa letteratura su questo tema. Illustreremo poi le caratteristiche socio-economiche del Gas oggetto di studio e presenteremo i risultati della nostra indagine sui prezzi. Una breve conclusione chiuderà l’articolo.
Il confronto dei prezzi in diversi canali di vendita
A livello generale, una differenza importante tra i diversi canali di vendita risiede nei meccanismi di formazione del prezzo. Nei Gas questo processo prende in considerazione e internalizza i costi della sostenibilità economica, ambientale e sociale (Arsia, 2010). D’altro canto, il prezzo non si forma solo in base a meccanismi di competizione, ma si basa su una logica alternativa a quella di mercato. Il luogo centrale della determinazione è il negoziato che si attiva tra i soggetti coinvolti, i quali possono essere produttori e consumatori, singoli o associati (Gruppo di Lavoro Agricolo, 2010). Non è infrequente che alla negoziazione partecipino anche soggetti appartenenti a realtà considerate “concorrenti”, ma la consapevolezza di far parte di una nuova logica partecipativa e inclusiva porta gli attori a collaborare. Il prezzo definito andrà incontro sia alla redditività per il produttore, sia all’accessibilità per il consumatore (Brunori et al., 2011).
Il confronto fra prezzi è una cosa molto complessa, poiché, innanzitutto, per un confronto rigoroso le caratteristiche dei prodotti dovrebbero essere identiche. Invece i beni sono spesso eterogeni per qualità. Le caratteristiche che li differenziano possono riguardare elementi di funzionalità, piacere edonistico, valori estetici, simbolici, etici o sociali (Brunori et al., 2012). Non sempre è possibile tenere fisse le diverse variabili per giungere a confrontare i prezzi tra prodotti del tutto omogeni e quindi perfettamente sostituibili.
Un altro aspetto di cui tener conto è il diverso grado di servizio che il canale di vendita offre alla clientela. Il Gas, per esempio, prevede strumenti rigidi come l'ordine online, la consegna in un giorno e in un orario prestabiliti, con una modalità di accesso che passa dall'iscrizione e dalla partecipazione. I mercati contadini e biologici spesso sono operanti solamente uno o due giorni a settimana e offrono solo prodotti locali e stagionali. Al contrario i supermercati, il mercato rionale e il discount offrono un'ampia gamma di prodotti, stagionali e non stagionali, e in più rimangono aperti almeno cinque giorni a settimana. Inoltre, mentre nel sistema di offerta del Gas il prezzo è relativamente stabile nel tempo, nei canali più convenzionali è soggetto a continue variazioni. Un confronto dei prezzi può quindi essere condizionato da variazioni congiunturali.
Nonostante queste differenze, reputiamo interessante mettere a confronto i prezzi dei prodotti nelle diverse catene d’offerta, per ragionare su quali siano i costi di ricarico delle diverse forme di distribuzione e cosa comporti dal punto di vista economico passare da un canale di vendita a un altro.
La letteratura su questo tema non è molto ricca: a livello internazionale un confronto dei prezzi in diversi canali di vendita è stata effettuata da Mathijs et al. (2006, pp. 32-33) in Belgio. Essi hanno trovato che, rispetto ai canali convenzionali, nei sistemi locali del cibo il prezzo pagato al produttore è maggiore mentre quello pagato dal consumatore è minore. Anche Brunori et al. (2011) hanno evidenziato che nei Gas italiani, rispetto ai canali convenzionali, il prezzo è più accessibile per i consumatori e più equo per gli agricoltori.
Sempre in Italia, l’Ismea ha realizzato un'apposita rete di rilevazione per monitorare i prezzi al dettaglio dei prodotti agroalimentari, attraverso una partnership con le principali insegne della distribuzione alimentare. La rilevazione1 avviene settimanalmente, e consente di monitorare i prezzi di circa 5.000 prodotti agroalimentari confezionati e sfusi, classificati in base alle diverse specifiche merceologiche: varietà, qualità, pezzatura o taglia, confezione o confezionamento, marca, provenienza, stagionatura. L’interesse di questo tipo di rilevazione sta nel fatto che sono indicati i prezzi di alcuni prodotti biologici in due diversi canali: vendita diretta e Gdo. Nel rapporto2 di Agosto 2013 (Ismea, 2013), sono riportati i prezzi al dettaglio registrati a livello nazionale nei mesi di maggio e giungo 2013 per diversi prodotti biologici, tra cui uova, olio extravergine e prodotti ortofrutticoli (zucchine, pomodori ciliegino, pere, patate, carote, fragole, limoni). Per tutti i prodotti, il prezzo è minore nella filiera corta: -32% uova, -30% zucchine, -22% pomodori ciliegino, -34% pere, -27% patate, -50% carote, -38% fragole, -55% limoni e -3% olio extravergine di oliva. Un paniere che comprenda 1 kg o 1 litro di ciascun prodotto, permette complessivamente un risparmio del 27% presso la filiera corta.
Per quello che più specificamente riguarda i Gas, un contributo su questa tema è fornito da una pubblicazione della Fondazione Icu3 (Gosamo, 2012), che mette a confronto, per una serie di prodotti alimentari, i prezzi dei listini del Gruppi di acquisto collettivi4 (Gac) di Torino con quelli Ismea. Anche qui emerge che complessivamente (calcolando l’acquisto di un kg di ciascun prodotto) la spesa con il Gac permette un risparmio, questa volta, del 50%.
Locatelli (2004), infine, propone il confronto fra i prezzi di alcuni prodotti acquistati tramite un Gas e presso un supermercato. Anche in questo caso la spesa tramite il Gas costa il 37% in meno.
Nel tentativo di contribuire a sviluppare questo tema, dopo aver descritto nel prossimo paragrafo le caratteristiche socio-demografiche del Gas da noi preso in considerazione, riporteremo nei prossimi paragrafi i risultati della nostra indagine sui prezzi a Roma.
Il Gas Testaccio Meticcio
Il Gas Testaccio Meticcio (Gas TM) è un gruppo informale attivo dal 2011, che riunisce 34 nuclei familiari. Le caratteristiche socio-demografiche degli aderenti sono in linea con quanto emerso anche da altre ricerche (Brunori et al., 2012, Fonte et al., 2013). Circa la metà degli aderenti (16) si trova nella fascia centrale d’età, tra i 35 e i 44 anni. Il livello d’istruzione è elevato: 23 intervistati hanno almeno la laurea di primo livello e 11 un titolo superiore alla laurea. Per quel che riguarda l’occupazione, 13 sono liberi professionisti, 10 sono impiegati nel settore pubblico, 10 nel privato e uno è disoccupato. Sono quindici le famiglie composte di persone singole; in nove casi i nuclei familiari sono composti da due persone; in 10 hanno tre o più membri. La situazione economica delle famiglie aderenti è molto variegata: dieci percepiscono un reddito inferiore ai 15 mila euro annui; diciannove un reddito compreso tra i 15 e i 25 mila euro annui; quattro tra i 25 e i 45 mila euro annui; solo un aderente percepisce un reddito superiore ai 45 mila euro annui. Se si parla quindi di ‘classe media’ certamente è una classe medio-bassa, piuttosto che medio-alta.
Il Gas TM ha una struttura organizzativa basata sulla partecipazione volontaria degli aderenti. Vi sono due coordinatori che si occupano di organizzare i cicli di ordine e ritiro dei prodotti e di istruire e supervisionare il lavoro degli altri volontari. Vi sono poi 18 referenti con mansioni più o meno impegnative. La maggior parte di essi ha in carico la gestione dell'ordine di un singolo produttore: il loro compito è di mantenere i contatti con il produttore, aggiornare il listino e inviare l'ordine al momento opportuno. Gli altri svolgono mansioni di varia natura: dall'organizzazione di eventi ai piccoli trasporti, dalla tenuta dei conti alla manutenzione del sito.
A rotazione, gli aderenti svolgono anche la mansione di “addetto al ritiro”, ossia si recano in sede per attendere l'arrivo del produttore e degli aderenti, che a mano a mano passano a ritirare e pagare i loro prodotti. La pratica di acquisto prevede ordini con diversi intervalli. Vi sono i prodotti con consegna settimanale (frutta, verdura e uova), mentre gli ordini dei prodotti di più lunga conservazione (olio, legumi, farine, miele, carne, latticini, pasta, passata di pomodoro) hanno una cadenza mensile. Gli ordini sono gestiti online tramite un software apposito e il ritiro avviene ogni giovedì dalle 19,30 alle 20,45 presso la sede situata nel cuore del quartiere.
Sono più di 49 i fornitori cui fa riferimento il Gas TM per i suoi acquisti, in maggioranza situati nel Lazio. Ognuna delle aziende ha una storia particolare, tutte insieme descrivono la visione dei Gas all'insegna della sostenibilità, della solidarietà e dell'accesso ai prodotti naturali.
Le esperienze di maggior valore sono quelle che fanno della solidarietà la loro caratteristica tipica. Questo è il caso del fornitore principale, il produttore di frutta e verdura, che si trova a 6 km dal Raccordo Anulare e svolge la sua attività intorno a una casa famiglia cui ha affiancato un orto con certificazione biologica. Questo produttore ha stretto rapporti di collaborazione con le aziende agricole limitrofe per offrire un paniere di prodotti più completo e organizzare eventi come seminari e cene. Così facendo rifornisce esclusivamente i Gas e coinvolge nel lavoro le persone ospitate dalla casa. Un’attività analoga è svolta dal produttore di fragole e pesche, una fattoria didattica situata ad Acilia che ha acquisito la certificazione biologica nel 1994. I titolari, marito e moglie, hanno stretto rapporti di collaborazione con i Gas, tanto da essere finanziati da questi nell'acquisto delle piante annuali. Il più grande risultato di quest’operazione è stato quello di non aver subito perdite di prodotto e di aver garantito un prezzo stabile ai consumatori.
Buona parte dei produttori è composta da imprese agricole a carattere familiare. Queste sono spesso tagliate fuori dai meccanismi della grande distribuzione e si organizzano affiancando la vendita ai Gas con mercati contadini, consegne a domicilio e negozi di vicinato. È il caso del produttore di olio, la cui gestione è affidata a padre e figlio, che si occupano di ogni fase della produzione e della distribuzione. I loro prodotti sono venduti a Gas, ristoranti, negozi e mercati della Sabina e di Roma. I prodotti non sono certificati, ma è il rapporto di fiducia e amicizia che garantisce i consumatori. Anche il produttore di miele, iscritto a un'associazione di produttori, può annoverarsi in questa categoria. Egli garantisce il suo prodotto tramite un'autocertificazione collettiva, portata a termine in modo trasparente con l'appoggio di una rete di produttori e di consumatori.
Vi sono anche produttori più grandi e strutturati, come quello di pasta che ha sede in Lombardia. Si tratta di una grande cooperativa operante dal 1984 nel settore del biologico che, sulla base dei criteri di agricoltura biologica e biodinamica, affianca alla produzione anche alcune attività di educazione, formazione, ricerca scientifica e assistenza sociale. Lo stesso vale per il produttore di farine e legumi che opera in Toscana con una certificazione biologica. Anche in questo caso la scelta è ricaduta sulla possibilità di approvvigionarsi di un'ampia varietà di prodotti bio a prezzi ritenuti accessibili.
Altre volte il fornitore del Gas non è una cooperativa sociale o un'azienda agricola, ma un privato cittadino con un piccolo orto o qualche albero da frutta che offre i suoi prodotti al Gas in cambio di vari benefici. Un esempio frequente è la collaborazione nella raccolta dei prodotti. Questo accade frequentemente nel corso dell’anno. Il Gas in questione, per esempio, ha raccolto le ciliegie direttamente dagli alberi in cambio di un aiuto nella riparazione del casale.
I prezzi nei canali di vendita del quartiere Testaccio di Roma
Tra i mesi di giugno e settembre 2013, abbiamo raccolto i prezzi di 47 prodotti alimentari distribuiti tramite il Gas Testaccio Meticcio5, presenti anche negli altri canali di offerta del quartiere di Roma dove il Gas opera. I canali di vendita presi in considerazione sono nove: due supermercati, un discount, un negozio specializzato biologico, un mercatino biologico, due mercati di Campagna Amica (Mca), un supermercato biologico e un mercato rionale.
Come osservato precedentemente, i prezzi del prodotti distribuiti tramite il Gas sono relativamente stabili, e infatti sono rimasti identici durante tutto il periodo preso in esame. Per gli altri canali abbiamo compiuto quattro rilevazioni, una per ogni mese.
Abbiamo ritenuto utile confrontare non solo i prezzi dei prodotti biologici tra loro, ma anche i prezzi dei prodotti (bio) del Gas con i prezzi (minimi e medi)6 dei prodotti convenzionali delle altre catene. Questo al fine di valutare in qualche modo quanto siano economicamente accessibili gli alimenti biologici acquisiti tramite il Gas per lo strato di popolazione a reddito più basso, che probabilmente compra al discount o ai supermercati cibi convenzionali di minor prezzo.
Per giungere al prezzo minimo, abbiamo fatto la media tra il prezzo più basso emerso da ciascuna rilevazione, al netto delle offerte promozionali. Per il prezzo medio abbiamo fatto la media del prezzo emerso da ciascuna rilevazione. In questo caso per ogni rilevazione abbiamo fatto la media dei prezzi di tutti i prodotti più simili a quelli del Gas, sempre al netto delle offerte promozionali.
Il primo confronto, dunque, ha visto la comparazione tra i prezzi dei prodotti biologici del Gas con il prezzo minimo, fra tutti quelli disponibili, dei prodotti biologici presso gli altri canali. Bisogna sottolineare che l’offerta di prodotti biologici non è ugualmente diffusa in tutti i canali. Il negozio specializzato bio, i mercati di Campagna Amica, il mercatino biologico e il supermercato biologico sono ovviamente quelli in cui l'offerta è più ampia, mentre scarsa è la presenza di prodotti biologici nei supermercati e soprattutto nel discount preso in considerazione. Entrando nel merito del confronto, nel negozio specializzato i prezzi sono mediamente superiori del 76%, nel supermercato biologico del 36%; i Mca e il mercatino biologico hanno prezzi più alti del 13-14%.
Andando al secondo tipo di confronto, quello fra i prodotti biologici acquisiti tramite il Gas e quelli convenzionali corrispondenti disponibili presso le altre catene di offerta, abbiamo trovato che i prezzi medi dei prodotti convenzionali sono più alti del 12% presso i supermercati; presso il mercato rionale del 9%; presso il discount invece sono inferiori del 18% e presso i Mca del 4%.
Infine, confrontando i prezzi minimi dei prodotti convenzionali con quelli del Gas, risulta che presso i supermercati e il mercato rionale i prezzi sono più bassi solamente del 2% e del 4%; presso i Mca i prezzi sono mediamente più bassi del 13%; mentre il discount garantisce prezzi significativamente più bassi (-27%).
I nostri risultati confermano quanto emerso in precedenza nella letteratura, ossia che in generale, considerando prodotti di qualità omogenea, i prezzi sono inferiori in vendita diretta. L’analisi però evidenzia che il vantaggio economico resiste anche nel confronto con i prezzi medi dei prodotti convenzionali, di qualità quindi considerata inferiore, nelle altre catene di offerta, eccetto il discount. In ogni caso il Gas può offrire i prodotti biologici a prezzi molto vicini ai prezzi minimi dei prodotti convenzionali dei supermercati e dei mercati rionali. Una differenza significativa si ha solo con i prezzi minimi dei prodotti al discount.
Queste valutazioni, tuttavia, non tengono conto del diverso peso da attribuire a ogni prodotto nella dieta delle famiglie e della difficoltà di accesso fisico al sistema di distribuzione del Gas.
Per approfondire il discorso sulle diete, piuttosto che sui singoli prodotti, abbiamo costruito due panieri di spesa settimanali che si riferiscono a due diete diverse: una con un consumo quotidiano di carne (sette porzioni a settimana) e una latto-ovo-vegetariana.
Un confronto tra diete
I panieri di spesa si basano su una dieta settimanale per un nucleo familiare composto da tre persone, ossia quello che potrebbe essere considerato il nucleo familiare tipo di un Gas: due adulti tra i 35 e i 45 anni e un bambino. I panieri di spesa sono stati concordati nel mese di giugno grazie a un focus group composto da tre famiglie, una delle quali acquista abitualmente presso un Gas. Insieme alle famiglie sono stati identificati sia i quantitativi di ciascuna categoria di prodotto (carne, frutta, latticini, legumi, miele, olio, passata, uova, verdura) sia di alcuni singoli prodotti (es. pomodori, miele, ceci). Il paniere onnivoro prevede il consumo di 2 kg di carne a settimana, quello vegetariano sostituisce la carne con un maggiore quantitativo di legumi, latticini, frutta, verdura e uova.
Tabella 1 - Composizione dei due panieri di spesa settimanale posti a confronto
Fonte: indagine degli autori
Sono stati così confrontati i prezzi dei panieri nelle diverse catene di offerta e secondo la metodologia già applicata prima.
Confrontando il prezzo del paniere di beni del Gas (Tabella 2) con il prezzo minimo dei prodotti biologici negli altri canali di vendita, il paniere con il prezzo più basso è quello del Gas. Vi è una netta distinzione tra i canali di vendita diretta (Gas e Mca) e quello di grande distribuzione, in cui i prezzi sono superiori almeno del 64,5%. Il paniere vegetale ha un prezzo notevolmente inferiore nei canali di filiera corta rispetto al negozio specializzato. In tutti i casi il paniere vegetale costa meno rispetto all'onnivoro.
Tabella 2 - Confronto del paniere del Gas con prodotti biologici a prezzo minimo nel negozio specializzato e nei Mca
Note: * Per i mercati di Campagna Amica i prezzi del Parmigiano e della pasta sono stati considerati uguali a quelli del Gas, poiché non è stato possibile reperire la stessa qualità di pasta e poiché il Parmigiano non era reperibile presso i Mca di Roma.
Fonte: indagine degli autori
Per quanto riguarda il confronto con i prezzi medi dei prodotti convenzionali (Tabella 3), il discount permette di conseguire un risparmio significativo (oltre il 12,6%) per entrambi i panieri di spesa. Se fatta presso i Mercati di Campagna Amica, la spesa è pari a quella del Gas per il paniere vegetariano e leggermente più bassa (-2,8%) per quello onnivoro. Nei supermercati la spesa onnivora è più costosa dell’8% e quella vegetariana del 14,3%. I supermercati hanno prezzi più elevati per entrambi i panieri (+8,0% e 14,3%) in quanto offrono la carne a prezzi relativamente più bassi, mentre frutta, verdura e legumi hanno prezzi relativamente più alti, rispetto ai canali di filiera corta. Presso il mercato rionale la spesa per ciascun paniere è più alta del 3,2 e del 5,3%.
Tabella 3 - Confronto del paniere del Gas con prodotti convenzionali a prezzo medio
Fonte: indagine degli autori
Nel confronto con i prodotti convenzionali a prezzi minimi (Tabella 4), per entrambi i panieri la spesa presso il Gas è più cara. La differenza è notevole paragonando la spesa fatta al Gas con quella fatta al discount, ma oscilla tra lo 0,5% e il 13,8% per gli altri canali. Il canale di vendita dove il paniere costa meno sono i Mca, in cui la spesa onnivora è più economica del 13,8% e quella vegetariana dell’8,6%. Un risultato analogo si può riscontrare per il mercato rionale. Presso i supermercati, invece, il risparmio è molto più contenuto.
Tabella 4 - Confronto del paniere del Gas con prodotti convenzionali a prezzo minimo
Fonte: elaborazioni sull’indagine degli autori
Considerazioni conclusive
Volevamo verificare se il Gas riesca ad allargare l’accesso a prodotti biologici e freschi a fasce ampie della popolazione. Solitamente il prodotto biologico è considerato di nicchia e quindi più caro rispetto ai prodotti convenzionali. Il Gas ritiene che un presupposto essenziale della transizione alla sostenibilità sia l’allargamento dell’accesso ad alimenti sostenibili a strati sempre più ampi della popolazione.
La nostra analisi, basata su un confronto molto dettagliato dei prezzi dei prodotti alimentari in un quartiere di Roma, evidenzia che, confrontando il costo di un paniere di beni biologici, la spesa effettuata tramite il sistema di approvvigionamento dei Gas allarga sicuramente l'accesso al biologico, con un risparmio minimo del 14% e massimo del 72,5% a settimana rispetto agli altri canali di vendita.
Tuttavia, abbiamo spinto il confronto anche più in là, cercando di calcolare come si rapporta la spesa per un paniere di beni bio presso il Gas rispetto alla spesa per un paniere di prodotti convenzionali nelle altre catene di offerta del quartiere, prendendo come riferimento per ciascun prodotto prima un prezzo medio e poi quello minimo.
Quando il riferimento siano i prezzi medi, la spesa fatta tramite il Gas è più economica di quella fatta ai supermercati, al mercato rionale e solo leggermente più alta di quella fatta ai Mca. Il Gas è competitivo, quindi, rispetto al prezzo, anche con i prodotti convenzionali. Solo se si prendono come riferimento i prezzi minimi dei prodotti convenzionali, allora la spesa presso il Gas risulta significativamente più cara di quella fatta presso Mca, discount e mercato rionale. Tuttavia notiamo che la differenza non è così significativa se paragonata al prezzo minimo del supermercato, il quale permette solo un risparmio contenuto (-2 e 0,5%).
Le conclusioni ci portano quindi a costatare che sicuramente il Gas riesce ad ampliare l’accesso economico al biologico. In tutti i casi, inoltre, la spesa vegetariana ha un costo inferiore rispetto all'onnivora. Quindi l’eventuale diminuzione del consumo di carne porterebbe a una maggiore competitività della spesa fatta attraverso il canale dei Gas, contribuendo anche per questa via e in maniera importante alla transizione verso una maggiore sostenibilità del sistema agroalimentare.
Riferimenti bibliografici
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Siti di riferimento
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Agri maps: http://www.agriloc.unina.it
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Agriregionieuropa: www.agriregionieuropa.it
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Fondazione campagna amica: http://www.campagnamica.it
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Fondazione istituto consumatori utenti: www.fondazioneicu.org
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Gas testaccio meticcio: www.gastm.org
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Rete Gas: www.retegas.org
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Rete Gas Lazio: http://www.gasroma.org
- 1. La rilevazione Ismea è stata avviata nel 2009, per contribuire alla trasparenza del mercato, riducendo l'asimmetria informativa, e monitorare il valore dei prodotti lungo la filiera. L'obiettivo operativo della rilevazione consiste nel monitoraggio di un paniere di prodotti rappresentativo dei consumi alimentari degli italiani, attraverso la selezione dei prodotti maggiormente acquistati dalle famiglie italiane.
- 2. Il rapporto in questione è stato pubblicato l’8 Agosto 2013 e riporta i prezzi al dettaglio nei mesi di maggio e giungo 2013. Il documento è scaricabile al seguente indirizzo: http://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8549. Ultimo accesso: 15/09/2013.
- 3. Fondazione istituto consumatori utenti. www.fondazioneicu.org.
- 4. Nel 2008 il Movimento consumatori di Torino ha promosso l’attivazione dei Gac (Gruppi di acquisto collettivi) che hanno come scopo principale quello di approvvigionarsi di beni alimentari biologici da produttori locali a un prezzo accessibile.
- 5. I prodotti acquistati tramite il Gas, anche se non sono tutti biologici certificati, possono essere considerati come tali. Come detto in precedenza, i consumatori appartenenti al Gas si assicurano che il produttore rispetti le caratteristiche di eticità ambientale e sociale attraverso percorsi di autocertificazione, conoscenza diretta o altro genere.
- 6. Con "prezzo minimo" e "prezzo medio" intendiamo il prezzo minimo o medio (calcolo fra le diverse opzioni disponibili) a cui è possibile acquistare un prodotto (ad esempio una scatola di pomodori pelati) "biologico" o "convenzionale" in ciascuna catena di offerta.