Bio-based and applied economics (Bae, Vol. 5 No. 2 (2016))

Bio-based and applied economics (Bae, Vol. 5 No. 2 (2016))
a Università Cattolica del Sacro Cuore, Dipartimento di Economia Agroalimentare, Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali

Abstract degli articoli pubblicati sul Vol. 5 No. 2 (2016) di Bae

Towards an economics of the bioeconomy: four years later
Verso un’economia della bio-economia: quattro anni dopo

Davide Viaggi1
1Dipartimento di Scienze Agrarie (DipSA), Università di Bologna

L’articolo riassume l’evoluzione della bio-economia, confrontandola con i principali trend della letteratura economica. L’obiettivo è una discussione su come la letteratura sulla bio-economia degli ultimi anni abbia risposto ai problemi del mondo reale, sottolineandone le principali richieste allo scopo di derivare delle implicazioni per la ricerca. Sebbene una "economia e politica" della bio-economia non sia ancora una disciplina ben caratterizzata, la ricerca attuale sembra indicare una via per l’affermarsi di una tale disciplina. Le aree di ricerca sono molteplici, spaziando dalle problematiche relative alla sua quantificazione alla politica economica, ma allo stesso tempo sembrano privilegiare più che lo sviluppo di un’area di ricerca indipendente, uno sforzo di analisi che si collochi nelle aree dell’economia agro-alimentare.

Structural change and agricultural diversification since China’s reforms
Cambiamento strutturale e diversificazione in agricoltura dopo le riforme in CIna

Lihua Li1, Bill Bellotti2, Adam M. Komarek3
1Western Sydney University, Sydney, Australia - State Key Laboratory of Grassland Farming Systems, Lanzhou University, Lanzhou, China
2Vincent Fairfax Chair, Dean’s Unit - School of Science and Health, Western Sydney University, Sydney, Australia
3International Food Policy Research Institute (IFPRI), Washington, DC 20006, USA

Il cambiamento strutturale è considerato il motore principale della crescita di una nazione. Nel settore agricolo, la diversificazione è una tradizionale strategia di sviluppo tesa ad aumentare la flessibilità del settore ed a rispondere all’innovazione tecnologica ed alle condizioni del mercato. Questo lavoro esamina le trasformazioni avvenute nel settore agricolo durante il periodo delle riforme socio-economiche in Cina. In particolare, analizza se il cambiamento strutturale del settore agricolo è consistente con la teoria del cambiamento strutturale e con quanto avvenuto in altre nazioni. Il grado di diversificazione in agricoltura è misurato su scala regionale utilizzando l'indice di  Herfindahl. Lo studio si concentra poi su una provincia del nord-ovest per analizzare l’interazione tra cambiamento strutturale, diversificazione e introduzione di politiche di sviluppo. L’analisi sembra suggerire che la traiettoria di sviluppo dell’agricoltura cinese segue quella di altri paesi in via di sviluppo, mostrando che le aree più svantaggiate hanno tassi di diversificazione più bassi.

Sustainability of GI production systems in the framework of the Ttip negotiations
Sostenibilità delle produzione ad indicazione geografica nell’ambito dei negoziati Ttip

Filippo Arfini1, Maria Cecilia Mancini1, Mario Veneziani1, Michele Donati2
1Dipartimento di Economia, Università degli Studi di Parma
2Dipartimento di Bioscienze, Università degli Studi di Parma

 

Geographical indications, food safety, and sustainability: conflicts and synergies
Indicazioni Geografiche, sicurezza alimentare e sostenibilità: conflitti e sinergie

David A. Wirth1
1Boston College Law School

Questo lavoro esamina le relazioni legali e politiche tra gli standard internazionali per le indicazioni geografiche, i requisiti di sicurezza alimentare, e le indicazioni volontarie sugli attributi degli alimenti. Queste relazioni sono analizzate nel contesto degli accordi internazionali che disciplinano le IG, come l’accordo Trips del 1994, l’accordo Ceta tra UE e Canada, ed il capitolo sui diritti di proprietà e le IG nel Ttip. Gli accordi commerciali disciplinano anche le misure per la sicurezza alimentare e le altre indicazioni di qualità o sicurezza, come le produzioni biologiche e i prodotti "Ogm free". Viene analizzato anche il ruolo degli accordi Sps e Tbt del Wto.

Innovation and marketing strategies for Pdo products: the case of “Parmigiano Reggiano” as an ingredient
Innovazione e strategie di marketing per i prodotti Dop: il caso del Parmigiano Reggiano come ingrediente

Maria Cecilia Mancini1, Claudio Consiglieri1
1Department of Economics, Università degli Studi di Parma, Via J. Kennedy 6, 43125 Parma, Italy

I prodotti tipici possono contribuire allo sviluppo socio-economico delle zone d’origine, se riescono ad avere un ruolo nel mercato globale. Scopo della ricerca è esaminare se una tipologia di innovazione, cioè l’utilizzo di prodotti Dop come ingredienti, possa essere una strategia per rilanciare prodotti Dop con mercati ormai maturi. Viene discusso il concetto di innovazione nel settore agroalimentare; l’innovazione viene analizzata alla luce del ciclo di vita del prodotto e dell’asimmetria informativa. Viene poi analizzato un caso di studio, cioè l’utilizzo del Parmigiano Reggiano come ingrediente nell’industria di trasformazione. Questo studio indica che anche una innovazione incrementale può avere effetti sul mercato se applicata a fasi di produzione che stanno al di fuori del controllo dei produttori della Dop. Per proteggere sia consumatori che produttori, servirebbe una nuova legislazione che permetta di regolamentare più nel dettaglio l’innovazione per prodotti Dop.

Sustainability comparison of a local and a global milk value chains in Switzerland
Un confronto tra la sostenibilità di una catena del valore globale e di una locale per il latte in Svizzera

Emilia Schmitt1,2, Dominique Barjolle1,2, Anaëlle Tanquerey-Cado2, Gianluca Brunori3
1Sustainable Agroecosystems Group, Swiss Federal Institute of Technology Zürich Eth, 8092 Zürich, Switzerland
2Research Institute for Organic Agriculture (FiBL), Frick CH-5070, Switzerland
3Department of Agriculture, Food and Environment, Università di Pisa, 56124 Pisa, Italy

Gli alimenti locali hanno di solito una immagine positiva, supportata dal fatto che i consumatori spesso percepiscono le produzioni locali come di minor impatto sia ambientale che in relazione ad altri aspetti. Serve comunque un’analisi critica sul confronto tra le performance di una filiera locale e di una filiera globale, per sostenere oggettivamente questa idea, definendo i benefici reali e le controindicazioni delle due filiere. In questo lavoro vengono selezionati un insieme di attributi e indicatori di performance per operare tale confronto in un contesto multi-dimensionale: la selezione avviene su cinque dimensioni della sostenibilità (economica, sociale, ambientale, salutistica ed etica), e gli indicatori vengono applicati a due filiere, una globale e l’altra locale, per il latte in Svizzera.

On perishability and vertical price transmission: empirical evidences from Italy
Deperibilità e trasmissione verticale dei prezzi: evidenze empiriche in Italia

Fabio Gaetano Santeramo1, Stephan von Cramon-Taubadel2
1Department of Agricultural, Food and Environmental Sciences, Università di Foggia, Italy
2Department of Agricultural Economics and Rural Development, Georg-August-Universität Göttingen, Germany

Gli studi sulle cause dell’asimmetria nella trasmissione verticale dei prezzi sono iniziati decenni fa, ma l’attenzione degli economisti, sia teorici che empirici, è ancora viva. In particolare, il ruolo della deperibilità del prodotto non è ancora stato definito appieno. In questo lavoro viene studiata la trasmissione verticale di prezzo per un gruppo eterogeneo di ortofrutticoli che si differenziano per il grado di deperibilità. Il modello ECM utilizzato porta a concludere che l’asimmetria nella trasmissione dei prezzi tende a scomparire per i prodotti deperibili.

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