Sviluppo rurale: a che punto siamo?

Sviluppo rurale: a che punto siamo?

Durante l’incontro informale dei Ministri dell’agricoltura tenutosi a Mainz (Germania) lo scorso maggio, la Commissaria Fisher Böel ha reso nota l’allocazione media europea dei fondi tra i tre assi dello sviluppo rurale, rispettivamente 35%, 46% e 19%; l’asse 3, “qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale”, asse ritenuto fondamentale per stimolare l’economia rurale al di fuori del settore strettamente agricolo, sembra dunque soffrire rispetto agli altri.
Contemporaneamente, il Comitato per lo Sviluppo Rurale (RDC, che ha sostituito il precedente comitato STAR) ha dato parere favorevole ai programmi di sviluppo rurale di Svezia e Repubblica Ceca, i cui fondi per lo sviluppo rurale ammontano rispettivamente a 3.615 e 3.917 milioni di euro per i 7 anni di programmazione.
Sia Repubblica Ceca che Svezia hanno scelto di concentrare gran parte delle loro risorse nell’asse 2; mentre la Repubblica Ceca punta su misure concernenti la protezione delle risorse naturali, in particolare quelle idriche, la Svezia punta sulla promozione della qualità, del biologico e dell’ambiente rurale.
I programmi di Svezia e Repubblica Ceca sono i primi due dei 94 che il Comitato dovrà esaminare nei mesi prossimi.
Riguardo all’Italia, come si può osservare dalla Tabella 1, solo sedici PSR sono stati notificati alla Commissione e, di questi, quindici sono stati dichiarati ricevibili. Per i programmi già notificati si prevede l’approvazione tra luglio e dicembre di quest’anno, in ritardo rispetto alla tabella di marcia dell’UE che prevedeva l’approvazione entro giugno.

Tabella 1 - Situazione dei PSR italiani al 19/06/07

* Agenda puramente indicativa, non ufficiale, della presunta approvazione dei PSR
Fonte: Coldiretti; Commissione europea

Il negoziato dell’Emilia Romagna è gia entrato nel vivo del dibattito, mentre riguardo al programma della Rete Rurale Nazionale (programma di assistenza tecnica, curato direttamente dal Mipaaf, art. 68 Reg. 1698/2005), il Mipaaf ha già proceduto alle modifiche richieste dalla Commissione, e si prevede che entro giugno avrà il “green light” da parte del Comitato.
I programmi di sviluppo rurale delle Regioni ancora “ritardatarie” saranno inviati a Bruxelles, per il tramite del Mipaaf. Verificati i requisiti formali e organizzativi, la Commissione dichiarerà o meno la loro ricevibilità; dalla data dell’acquisizione dello status di “programma ricevibile” inizieranno a decorrere i sei mesi del negoziato tecnico di esame della proposta di programma, in cui ulteriori revisioni dei PSR sono possibili, sulla base delle osservazioni ricevute. Se il Comitato RDC, entro i suddetti sei mesi, darà parere favorevole, seguirà la decisione di approvazione formale della Commissione.
Per quanto concerne gli altri Stati membri, maggiore preoccupazione destano soprattutto la Spagna, i cui PSR, sembra, non saranno inviati prima di luglio, e la Romania. La Tabella 2 presenta l’agenda presunta e non ufficiale dei lavori del RDC per i prossimi mesi.

Tabella 2 – Presunta Agenda, non ufficiale, dei lavori del RDC per i 26 Stati Membri

Fonte: Commissione europea

Come si può vedere, per molti di Paesi, come pure per diverse Regioni italiane (tra queste: Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Provincia Autonoma di Trento), il rischio è duplice: da una parte, avranno meno tempo per utilizzare le risorse ed evitare il disimpegno automatico (che scatterà per la prima volta il 31 dicembre 2009); dall’altra, ed è una prospettiva ancora meno rosea, rischiano concretamente di perdere i fondi assegnati per l’anno 2007, nel caso che l’approvazione dei PSR slitti al 2008 (rischio quanto mai concreto). In questa circostanza, infatti, la Commissione potrebbe non riassegnare alle stesse Regioni i fondi non utilizzati nel 2007, mentre è possibile che se ne riappropri e li utilizzi per altri fini.

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