Molte aree rurali europee sono ricche di risorse naturali, come acqua, boschi e superfici verdi, ma hanno difficoltà di accesso ai servizi di welfare. In un periodo di penuria e esaurimento di risorse utili per le città e gli ecosistemi, alcune zone marginali godono di una relativa abbondanza. Aria e acque pulite, biomasse e spazi aperti sono concentrati in quelle zone da cui i servizi si stanno ritirando a causa della crisi fiscale dello Stato. Il welfare nelle zone rurali è costituito da servizi diretti (ospedali, scuole, assistenza) e servizi indiretti forniti da negozi, uffici postali e utility. L’invecchiamento e rarefazione della popolazione riduce ulteriormente la sostenibilità economica di entrambi.
Tuttavia, gli squilibri nei servizi sociali e ambientali dipendono anche dalle pressioni ‘dal basso’. Ci sono comunità periferiche con un grado più elevato di sussidiarietà, quelle in grado di ricevere maggiori sovvenzioni da parte dei governi regionali e nazionali, imprese locali più pronte a ‘sfruttare’ le risorse naturali e comuni rurali più o meno attivi per quanto riguarda i servizi di welfare, ad esempio grazie alle royalties ricevute da impianti a fonti rinnovabili presenti nei loro territori.
Fino ad oggi, è possibile osservare sia casi virtuosi di cambiamento verso la sostenibilità socio-ambientale sia casi viziosi in cui vecchie logiche corporative e clientelari predominano. Casi italiani e europei di equilibrio o squilibrio fra servizi sociali e eco-sistemici sono dunque pertinenti per il call. Possono riguardare singoli servizi oppure interi sistemi di welfare locale.
Possibili temi riguardano: sviluppo di fonti rinnovabili di energia, prevenzione di alluvioni e siccità, servizi agroforestali, assorbimento di CO2, nuove forme di gestione di terreni e immobili, più o meno collegati con i servizi sanitari, sociali ed educativi. L'integrazione o l’interscambio tra i servizi ecologici e sociali dovrebbe essere il focus delle analisi. Anche casi misti socio-ambientali come il green care, il car pooling, i negozi e le utility multifunzionali, i servizi pubblici plurali sono pertinenti.
L’abstract che descrive il caso deve essere inviato in lingua italiana o inglese, entro il 31 dicembre 2015 a Giorgio Osti (Giorgio.osti@dispes.units.it) e Chiara Zanetti (czanetti@units.it). La call è aperta a studiosi, amministratori, funzionari pubblici, assistenti sociali, ecologisti, responsabili di imprese sociali.
Maggiori informazioni (in italiano) sono nella pagina web: Unbalanced Welfare.
Le presentazioni al convegno potranno essere sia in inglese che in italiano. Il vitto e l’alloggio durante il convegno saranno garantiti agli autori il cui abstract è stato accettato dal comitato scientifico. Le spese di viaggio non saranno rimborsate. L’accettazione degli abstract verrà comunicata entro il 31 Gennaio 2016.