Introduzione
La problematica del reddito delle famiglie agricole è da sempre presente nelle politiche agricole messe in atto dall’Unione Europea (UE). Infatti, quando nel 1957 nasceva la Politica Agricola Comune (Pac) all’articolo 39 del trattato di Roma uno degli obiettivi fondamentali era proprio quello di determinare un miglioramento del reddito individuale di coloro che lavorano nel settore agricolo assicurando così un adeguato tenore di vita alla popolazione agricola. Tra le diverse fonti di miglioramento del reddito negli ultimi anni è andata sempre più affermandosi l’agricoltura multifunzionale. Con l’emanazione di Agenda 2000 ha ottenuto un pieno riconoscimento politico la definizione di multifunzionalità in agricoltura, intesa come la capacità del settore primario di produrre, congiuntamente alla produzione di prodotti destinati alla alimentazione umana e animale, beni e servizi secondari di varia natura, trattasi però di beni e servizi immateriali, che, nella maggior parte dei casi, non hanno un esplicito riconoscimento e una conseguente remunerazione di mercato (Henke, 2004).
L’obiettivo di tale documento programmatico sulla politica agricola dell’UE era quello di preservare il ruolo dell’attività agricola quale nucleo di un ambiente rurale. Pertanto, la nuova politica non doveva riguardare esclusivamente i produttori agricoli, ma anche la popolazione rurale in senso lato, i consumatori e la società nel suo complesso. Quindi, i compiti assegnati alla politica agricola furono di promuovere:
- un settore agricolo competitivo, anche senza eccessive forme di sostegno, garantendo tuttavia un equo tenore di vita alla comunità rurale;
- tecniche di produzione capaci di fornire prodotti di qualità che soddisfino le richieste del consumatore;
- la diversità, riflesso delle ricche tradizioni della produzione alimentare europea;
- la salvaguardia di comunità agricole dinamiche, in grado di generare opportunità di occupazione per la popolazione rurale;
- un settore agricolo compatibile con le esigenze ambientali, che contribuisca alla salvaguardia delle risorse naturali e che preservi e tuteli il paesaggio;
- l’identificazione del nesso esistente tra il sostegno pubblico e la gamma di servizi offerti dalla comunità rurale all’insieme della società.
In sintesi, si intendeva salvaguardare la specificità dell’agricoltura europea, in cui si riconosce la natura multifunzionale della stessa agricoltura e la molteplicità di benefici che da essa derivano.
Oggi, pertanto, la multifunzionalità rappresenta per gli imprenditori agricoli una nuova opportunità di occupazione e di reddito, e può inoltre assicurare la permanenza sul territorio di popolazioni e di addetti agricoli specialmente nelle aree di montagna e di collina.
In questo lavoro si vuole verificare proprio il contributo dell’agricoltura multifunzionale alla formazione del reddito delle famiglie coltivatrici. Pertanto il primo passo per poter effettuare tale analisi, consisteva nell’identificare quei sistemi agricoli per i quali l’aspetto multifunzionale risultava essere maggiormente evidente. Viste le banche dati utilizzate, come meglio sarà specificato in seguito, l’aspetto multifunzionale delle aziende agricole è stato identificato attraverso la presenza di attività connesse nelle stesse aziende agricole. Successivamente, si è ricorso al concetto di “azienda rappresentativa”, ovvero un’azienda le cui caratteristiche sono tipiche di una popolazione, in particolare le caratteristiche strutturali delle aziende agricole multifunzionali, come la differenziazione dei prodotti (prodotti di qualità, agricoltura biologica) e la diversificazione delle attività (agriturismo, agricoltura sociale, attività ricreative e così via). Al fine di stimare i potenziali gruppi di aziende agricole multifunzionali in modo da giungere alla identificazione, attraverso l’analisi degli aspetti strutturali, di questa “azienda rappresentativa”, si sono utilizzati i dati del sesto Censimento agricolo realizzato dall’Istat nel 2010. Invece, per stimare il contributo dell’agricoltura multifunzionale alla formazione del valore dei redditi della famiglia agricola si è utilizzata la banca dati della Rete d’Informazione Contabile Agricola (Rica), attraverso l’analisi degli aspetti economici e dei risultati legati all’adozione di un’agricoltura multifunzionale.
Malgrado la notevole quantità di informazioni a livello aziendale contenute nella banca dati Rica e, gli sforzi compiuti dall’Inea1 per adeguare le potenzialità informative della Rica alle esigenze della valutazione delle politiche agricole di cui beneficiano le aziende agricole, l’utilizzo dei dati Rica per la valutazione dell’impatto degli aspetti multifunzionali sui redditi agricoli presenta dei limiti legati alla tipologia di informazioni che la normativa europea richiede alla banca dati.
Ne consegue che la banca dati della Rica, purtroppo, allo stato attuale, non contiene tutte le informazioni necessarie per poter valutare il contributo dell’agricoltura multifunzionale alla formazione dei redditi agricoli. In particolare, non è possibile effettuare una netta e completa distinzione e valutazione tra le attività di deepening (ovvero quelle azioni di approfondimento e valorizzazione della produzione agricola, come ad esempio la prima lavorazione e la trasformazione dei prodotti in azienda) e di broadening (cioè l’insieme delle attività che implicano un allargamento delle funzioni svolte dall’azienda agricola, quali ad esempio l’agriturismo e le attività didattiche).
Tuttavia, al fine di poter effettuare il suddetto confronto, il campione Rica è stato suddiviso in due sub-campioni, a seconda della presenza o meno di attività connesse, assumendo, quindi, come proxy di agricoltura multifunzionale la presenza o meno di attività connesse.
Pertanto, pur con le dovute cautele, è stato possibile effettuare un’analisi controfattuale che prevedeva il confronto tra due diversi bilanci agricoli aziendali. In particolare, la metodologia di analisi si è basata sul confronto tra:
- un gruppo di aziende agricole che non presenta attività connesse;
- un gruppo di aziende agricole che presenta attività connesse.
Il confronto permette, quindi, di stimare il contributo delle attività connesse alla formazione del reddito aziendale in agricoltura.
In ogni caso, per le considerazioni sopra fatte, le analisi che scaturiscono dalla proxy sul contributo delle attività connesse alla formazione del reddito agricolo possono generare delle distorsioni nei risultati.
La base dati e la metodologia di analisi
Sulla base delle informazioni derivanti dal VI Censimento Generale dell’Agricoltura sono state identificate tutte le aziende agricole multifunzionali distinte per le diverse regioni. In questo lavoro, tuttavia, si è adottata una aggregazione territoriale più ampia e, pertanto, il campione di aziende multifunzionali è stato aggregato a livello di circoscrizione (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud, Isole).
Il carattere multifunzionale delle aziende agricole è stato determinato identificando all’interno delle stesse aziende la presenza di attività connesse2. Sono state così individuate 76.148 aziende (di cui 378 risultano non classificabili dal punto di vista dell’ordinamento produttivo), pari a circa il 4,7% delle aziende censite. La maggior parte delle aziende multifunzionali (51% circa) è localizzata nel Nord Italia, nel Meridione si trova circa il 21%, mentre al Centro poco più del 19% e le Isole, infine, accolgono circa il 9% delle aziende multifunzionali.
Per le aziende multifunzionali censite dall’Istat, successivamente, sono state individuate la Produzione Standard (PS), la Superficie Agricola Utilizzata (Sau), e l’ordinamento produttivo delle diverse aziende agricole. Anche per la specializzazione produttiva è stata adoperata una aggregazione degli ordinamenti produttivi: seminativi, orticoltura, coltivazioni permanenti, zootecnia, aziende miste.
Il 9,8% delle aziende del Nord Italia possiede almeno un’attività multifunzionale. Tra esse l’ordinamento produttivo con la maggior presenza di attività multifunzionali (31,5% delle aziende) è rappresentato da quello zootecnico, seguito dalle aziende a seminativo (23,7%) e da quelle con le coltivazioni permanenti (22,5%). Al Centro prevalgono le aziende con coltivazioni permanenti (34,7%), seguite da quelle a seminativi (25,3%). Anche per la circoscrizione Sud questi due ordinamenti produttivi risultano essere quelli maggiormente rappresentati. In particolare le coltivazioni permanenti interessano il 44,6% delle aziende agricole e quelle a seminativi il 19%. Nelle Isole, soprattutto viste le caratteristiche dell’agricoltura sarda, la zootecnia torna ad essere l’ordinamento produttivo maggiormente rappresentato con il 28,4% delle aziende multifunzionali. Seguono le aziende con le coltivazioni arboree (33,4%), mentre quelle a seminativi sono pari al 17,7% (Tabella 1).
Complessivamente il valore della produzione agricola nazionale delle aziende multifunzionali ammonta a circa 7,5 miliardi di euro, prodotti principalmente al Nord (59,7%) e pari al 15% del valore totale. Seguono, ma con percentuali decisamente inferiori, il Centro (19%) e il Sud col 13,3%. Le Isole contribuiscono alla formazione del valore della produzione con appena l’8%.
Tabella 1 – Ripartizione percentuale delle aziende con attività connesse per orientamento tecnico – economico e circoscrizione, con incidenza percentuale su aziende totali Sau media e Produzione Standard media
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat, 6° Censimento dell’Agricoltura 2010
Per analizzare le caratteristiche delle aziende multifunzionali3, così come detto, si è ricorso alla costruzione di un’azienda rappresentativa, stratificando le aziende dapprima per ordinamento produttivo e, in seguito, ripartendo le stesse secondo la loro localizzazione geografica (circoscrizione).
Il concetto di azienda rappresentativa è essenzialmente empirico, essa è definita, infatti, come quell’azienda i cui caratteri siano tipici di una popolazione di aziende. Ovvero l’azienda rappresentativa possiede le caratteristiche medie di un gruppo di aziende sostanzialmente omogeneo (De Benedictis M. e Cosentino V., 1979). Nel corso del tempo sono stati diversi gli studiosi (Cioffi A. e Sorrentino A., 1997; Cafiero et al., 2005; De Gennaro et al., 2010; Idda et al., 2010; Seccia et al., 2010; Cardillo et al., 2012; Vanni et al., 2013; de Witte e Latacz-Lohmann, 2014; Cimino et al., 2014; Cimino et al., 2015; Cardillo e Cimino, 2015) che hanno fatto ricorso al concetto di azienda rappresentativa per analizzare le diverse problematiche e/o i diversi aspetti inerenti la sfera economico-politica delle aziende agricole.
Definita l’azienda rappresentativa attraverso le informazioni censuarie, si è passati ad utilizzare le informazioni economiche (e strutturali) relative alle aziende multifunzionali presenti nella banca dati Rica. In particolare, le aziende Rica sono state suddivise in due gruppi a seconda della presenza o meno di attività connesse e, così come per le aziende censuarie, si è proceduto ad una loro stratificazione. In tal modo si è potuto procedere con una analisi controfattuale tra i due raggruppamenti individuati, che ha permesso di stimare il peso dell’agricoltura multifunzionale sui redditi della famiglia coltivatrice.
Il raccordo tra le statistiche Istat e l’indagine Rica è reso possibile dal fatto che entrambe le fonti utilizzano lo stesso schema di classificazione tipologica delle aziende, determinato a livello comunitario. Inoltre, la selezione del campione Rica avviene attraverso un campionamento casuale stratificato senza ripetizione sulle aziende censite dall’Istat nelle sue indagini.
Bisogna inoltre ricordare che la Rica rappresenta l’unica fonte dati sistematicamente raccolti, che ricopre l’intero territorio nazionale e che, oltre a contenere informazioni a livello aziendale sulle strutture, la produzione e risultati economici, contiene una serie di informazioni sulle decisioni degli agricoltori di fornire prodotti e servizi aggiuntivi a quelli propriamente agricoli.
L’uso delle informazioni derivanti dal Censimento sull’agricoltura ha portato all’identificazione di 25 aziende multifunzionali rappresentative. Tuttavia, nel lavoro ne vengono analizzate 22, dal momento che in 3 casi il campione Rica non presentava una sufficiente consistenza numerica. Le aziende multifunzionali nel database Rica, per l’anno 2013, risultano pertanto pari a 1.064, ovvero il 9,4% del campione Rica (Tabella 2).
Tabella 2 – Ripartizione per circoscrizioni e orientamento tecnico – economico con indicazione del numero di aziende, della Sau media (in ha) e della produzione standard media delle aziende multifunzionali Rica
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
Dall’osservazione della precedente tabella, nella quale le aziende sono ripartite in funzione dei raggruppamenti colturali, si evince come di fatto le aziende multifunzionali si raggruppino in 3 ordinamenti produttivi: seminativi, colture permanenti e zootecnia. Ciò riflette anche l’utilizzazione dei terreni: il 43% della Sau è destinato alle aziende zootecniche, mentre la Sau coltivata a seminativi rappresenta il 35,7%. Le coltivazioni legnose agrarie coprono poco oltre il 10% della superficie, mentre l’ortofloricoltura occupa una superficie trascurabile, con appena lo 0,7% della superficie totale, pur se dal punto di vista della produzione standard sembra rivestire un particolare interesse soprattutto nella circoscrizione del Nord - Est. Analizzando ulteriormente i valori assunti dalla produzione standard media appare evidente, da subito, come questa faccia registrare dei valori particolarmente elevati nel comparto zootecnico e per le circoscrizioni del Centro – Nord.
Nella tabella 3 viene presentata una sintesi di alcuni dati strutturali delle aziende rappresentative multifunzionali Rica, in particolare la consistenza del patrimonio zootecnico, la presenza di meccanizzazione e l’impiego di lavoro.
Il comparto zootecnico, misurato attraverso le unità di bovino adulto (Uba), risulta maggiormente presente nelle aree del Centro-Nord del nostro paese. In riferimento alle specie allevate vi è, naturalmente, una elevata diffusione degli allevamenti bovini. Il ricorso alla meccanizzazione, misurato attraverso la potenza disponibile a livello aziendale (KW), come noto è strettamente connesso all’ordinamento produttivo praticato e, in generale, si evidenzia una buona dotazione meccanica nelle diverse aziende multifunzionali rappresentative individuate. Infine, l’impiego di lavoro, espresso in unità di lavoro totale (UL) e di lavoro familiare (Ulf), evidenzia come la consistenza media delle UL impiegate nelle aziende multifunzionali è in generale connessa all’ordinamento produttivo, mentre poco influenza sembra avere la localizzazione territoriale delle aziende. Dall’analisi della tabella si evince in generale, inoltre, come il lavoro proviene in massima parte dalla famiglia coltivatrice. Tuttavia, esistono delle aziende rappresentative che presentano delle eccezioni, come ad esempio le aziende con coltivazioni permanenti localizzate al Sud e nelle Isole, in parte l’azienda ortofloricola del Centro. Mentre al Nord fanno eccezione l’azienda con coltivazioni legnose nel Nord – Ovest e l’azienda ortofloricola del Nord – Est.
Tabella 3 – Consistenza zootecnica, macchine e forza lavoro nelle aziende multifunzionali rappresentative Rica distinte per ordinamento colturale e circoscrizione (valori medi)
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
L’analisi delle aziende senza attività connessa ha evidenziato, per le stesse variabili appena viste, come la zootecnia, in generale, risulti maggiormente presente. Tuttavia si registrano casi in cui il valore medio delle Uba risulta inferiore rispetto a quello delle aziende con attività connesse: nelle aziende zootecniche del Nord, quelle con coltivazioni permanenti e miste del Centro, nelle aziende con seminativi al Sud e nelle Isole. Inoltre, il livello di meccanizzazione di queste aziende risulta sempre inferiore. Così come minore risulta essere l’utilizzo del fattore lavoro. In particolare, quest’ultimo appare in linea, seppur con qualche piccola differenza, solo con quanto fatto registrare dalle aziende multifunzionali del Nord – Ovest. Infine, si registra un buon apporto di lavoro familiare in quasi tutte le tipologie aziendali individuate. Fanno eccezione le aziende con indirizzo ortofloricolo del Centro – Nord, dove si registra un maggior ricorso al lavoro extra-familiare, così come accade nelle aziende con coltivazioni permanenti localizzate al Sud e nelle Isole.
Infine, per valutare la performance delle aziende rappresentative multifunzionali si sono considerati i valori dei Ricavi Totali Aziendali4 (Rta), del Reddito Netto Aziendale5 (Rna), nonché l’incidenza percentuale dei Ricavi derivanti dalle attività connesse su Rta e Rna. In particolare, il reddito netto, essendo l’insieme dei redditi che spettano all’imprenditore agricolo, rappresenta l’indicatore economico di sintesi delle scelte tecniche, commerciali e organizzative della produzione in ambito aziendale.
Risultati
Prima di analizzare i risultati economici veri e propri ottenuti in questo lavoro, si rende necessaria una breve disanima del campione utilizzato nell’analisi in modo da poter meglio comprendere i risultati ottenuti. L’analisi della distribuzione territoriale delle aziende multifunzionali Rica rileva come oltre la metà (57,6%) si localizzi nel Nord Italia, seguono il Centro con il 25,6%, il Sud con 14% e, infine, le Isole con appena il 2,8%. Inoltre, il 32,3% di esse presenta un ordinamento produttivo specializzato nell’allevamento zootecnico (erbivori in particolare). Le aziende specializzate nella coltivazione dei seminativi e delle colture agricole permanenti rappresentano, rispettivamente il 26,9% e il 24,5%. Le aziende multifunzionali specializzate nell’ortofloricoltura sono soltanto il 3,6%.
Per contro l’analisi delle dimensioni economiche delle aziende multifunzionali Rica, effettuata suddividendo le aziende in classi di dimensione economica6, ha evidenziato come il 33% di esse si posiziona nella classe medio-grande, il 20,4% nella classe media. Oltre un terzo delle aziende (34,6%) si colloca nella classe piccola e medio piccola. Il restante 12% sono aziende di grandi dimensioni (Tabella 4).
Tabella 4 – Ripartizione percentuale delle aziende distinte per classi di dimensione economica e raggruppamento colturale
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
Invece nella tabella 5 viene riportata la distinzione delle aziende a seconda delle tipologie di attività connesse presenti, in particolare esse vengono concentrate in due gruppi: aziende con agriturismo e aziende con altre attività connesse.
Tabella 5 – Numero di aziende multifunzionali distinte per tipologia di attività connesse, con indicazione dei servizi offerti
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
L’analisi della tabella evidenzia come il 34,6% delle aziende presenta un’attività agrituristica, mentre il restante 65,4% svolge altre attività connesse. Circa il 69% delle aziende con agriturismo effettua anche servizi di ospitalità e, il quasi 28% il servizio di ristorazione. Solo il 3% delle aziende effettua vendita diretta dei propri prodotti. Tra le aziende appartenenti al gruppo altre attività connesse prevalgono quelle che effettuano il contoterzismo attivo (44,3%) e quelle che si dedicano, tra le altre cose, alla produzione di energie rinnovabili (38%).
Il 36,2% delle aziende multifunzionali Rica presenta una certificazione dei propri prodotti. Di queste il 43,2% possiede la certificazione biologica, il 39,3% quella a Denominazione di Origine Controllata (Doc), il 12,2% la Denominazione di Origine protetta (Dop), il 5,2% l’Indicazione Geografica Protetta (Igp).
I risultati economici delle aziende multifunzionali, analizzati così come visto in precedenza per mezzo degli indici Rta e Rna, confrontati con quelli delle aziende convenzionali7 sono sintetizzati nelle successive figure (Figure 1 - 5)
In esse sono rappresentati, in euro, il valore totale delle entrate aziendali (Rta), e il Rna sia per le aziende convenzionali (c) che per quelle multifunzionali (m) distinte a seconda del loro ordinamento produttivo e della loro localizzazione geografica.
L’analisi evidenzia come, in termini di ricavi totali, in tutte le aziende multifunzionali individuate, si registrano dei valori del suddetto indice superiori rispetto a quello delle aziende convenzionali. Tuttavia, fa eccezione l’azienda zootecnica del Sud e quella mista localizzata nella circoscrizione Nord – Ovest.
Figura 1 – Confronto in termini di Ricavi Totali Aziendali (Rta) e Reddito Netto Aziendale (Rna) tra le aziende multifunzionali e le aziende convenzionali nel Nord - Ovest
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
Figura 2 – Confronto in termini di Ricavi Totali Aziendali (Rta) e Reddito Netto Aziendale (Rna) tra le aziende multifunzionali e le aziende convenzionali nel Nord - Est
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
Questa situazione cambia quando il confronto tra i due tipi di aziende viene effettuato in termini di reddito netto. Infatti, quattro aziende multifunzionali registrano risultati inferiori rispetto alle relative aziende convenzionali. Tra queste rimangono sempre le aziende zootecniche e l'azienda mista nel Sud, mentre l'azienda agricola multifunzionale mista del Nord - Ovest che con il precedente indicatore aveva fatto registrare un valore negativo in questo caso mostra un risultato migliore. Le altre due aziende agricole multifunzionali sono entrambe specializzate nella coltivazione dei seminativi e si trovano posizionate una nell’area geografica del Nord - Ovest e l’altra nelle Isole.
Figura 3 – Confronto in termini di Ricavi Totali Aziendali (Rta) e Reddito Netto Aziendale (Rna) tra le aziende multifunzionali e le aziende convenzionali nel Centro
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
Figura 4 – Confronto in termini di Ricavi Totali Aziendali (Rta) e Reddito Netto Aziendali (Rna) tra le aziende multifunzionali e le aziende convenzionali nel Sud
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
Figura 5 – Confronto in termini di Ricavi Totali Aziendali (Rta) e Reddito Netto Aziendali (Rna) tra le aziende multifunzionali e le aziende convenzionali nelle Isole
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
Come già detto, altro indicatore della performance delle aziende multifunzionali preso in esame in questo lavoro è l’incidenza percentuale dei ricavi derivanti dalle attività connesse sia sui Rta, che sui Rna. In entrambi i casi l’incidenza percentuale è stata sintetizzata in tre classi i cui limiti percentuali utilizzati (meno del 10%, 10% - 50%, da più del 50% a meno del 100%) rispecchiano quelli previsti ed adottati dal Regolamento CE n. 1242 del 2008, che istituisce una nuova tipologia comunitaria delle aziende agricole.
L’analisi dei risultati concernenti l’incidenza dei ricavi da attività connesse sui Rta (Figura 6) mostra come il 44,3% delle aziende multifunzionali ricade nella prima classe di incidenza, ovvero le attività connesse incidono per meno del 10% sulla formazione del Rta. Il 41,5% delle aziende si colloca nella seconda classe (10% - 50%), mentre solo il 14,2% delle aziende multifunzionali presenta una incidenza delle attività connesse sul Rta superiore al 50%. Nella prima classe l’ordinamento produttivo maggiormente presente è quello zootecnico (155 unità), seguito dai seminativi (120 aziende) e dalle coltivazioni permanenti (118 unità). La seconda classe vede prevalere, invece, le aziende con ordinamento produttivo a seminativi (135 aziende), seguite dalle aziende zootecniche (123 aziende) e dalle colture permanenti (112 aziende). Infine, nella terza classe le aziende maggiormente rappresentate tornano a essere quelle zootecniche (66 aziende), seguite in egual misura (31 aziende) dalle aziende a seminativi e da quelle specializzate nella coltivazione di colture permanenti.
Figura 6 – Ripartizione delle aziende multifunzionali a seconda dell’ordinamento produttivo e della classe di incidenza delle attività connesse sui Ricavi Totali Aziendali
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
Successivamente si è proceduto ad analizzare le stesse aziende multifunzionali ripartite a seconda della loro appartenenza alle diverse classe di dimensione economica (Figura 7).
È così emerso che le aziende multifunzionali tendono a occupare maggiormente le classi di dimensione economica estreme. Infatti, le due classi più piccole comprendono il 34,6% delle aziende mentre, all’opposto, le due classi più estese concentrano una quota di aziende pari al 45% di quella totale. Infine, poco oltre il 20% delle aziende si posiziona nella classe di dimensione economica media.
Figura 7 – Ripartizione delle aziende multifunzionali a seconda della classe di dimensione economica e dell’incidenza delle attività connesse sui Ricavi Totali Aziendali
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
La ripartizione delle aziende a seconda dell’incidenza delle attività connesse sui Rta, come era ovvio attendersi, muta nel momento in cui si passa ad analizzare l’incidenza delle stesse attività connesse sulla formazione del Rna (Figura 8).
Le aziende con una incidenza delle attività connesse sul Rna inferiore al 10% sono il 34% del campione analizzato. Tra esse l’ordinamento produttivo principale è quello zootecnico (120 aziende), seguono le coltivazioni permanenti (103 aziende) e i seminativi (85 aziende).
Figura 8 – Ripartizione delle aziende multifunzionali a seconda dell’ordinamento produttivo e della classe di incidenza delle attività connesse sul Reddito Netto Aziendale
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
Il 26% delle aziende multifunzionali si posiziona, invece, nella seconda classe di incidenza. Tra esse prevalgono le aziende a seminativi (84 aziende), seguite dalle zootecniche (78 aziende) e, quindi, dalle coltivazioni permanenti (65 aziende). La terza classe (incidenza superiore al 50%), infine, comprende il 40% delle aziende multifunzionali. La zootecnia è, ancora una volta, l’ordinamento produttivo maggiormente rappresentato (146 aziende), seguito dai seminativi (117 aziende) e dalle coltivazioni permanenti (93 aziende).
Anche in questo caso, la variabilità della performance economica delle singole aziende multifunzionali è stata esaminata attraverso la distribuzione delle stesse per classe di incidenza delle attività connesse sui Rna (Figura 9).
Figura 9 – Ripartizione delle aziende multifunzionali a seconda della loro classe di dimensione economica e dell’incidenza delle attività connesse sul Reddito Netto Aziendale
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Rica, 2013
Quest’ultimo raggruppamento evidenzia, naturalmente, rispetto alla figura 7, una diversa ripartizione delle aziende nelle classi di dimensione economica a seconda delle classi di incidenza delle attività connesse sui Rna. In particolare, si evidenzia una riduzione media di oltre il 20% nel numero delle aziende appartenenti alla prima classe di incidenza. Fanno eccezione le aziende a seminativi che vedono accrescere il loro numero del 19,5%. Anche le aziende della seconda classe di incidenza fanno registrare una loro riduzione, in media di oltre il 28%. Per contro, le aziende che posseggono un’incidenza delle attività connesse maggiore al 50% raggiungono dei livelli nettamente superiori rispetto all’indicatore Rta. L’analisi della figura evidenzia, pertanto, una maggiore concentrazione delle aziende nelle due classi di incidenza estreme, ovvero in quella inferiore al 10% e in quella maggiore al 50%.
Naturalmente tale risultato è diretta conseguenza del bilancio a scalare utilizzato dall’Inea. Ovvero, come evidenziato, il reddito netto rappresenta l’utile (o la perdita) di bilancio una volta remunerati tutti i fattori produttivi utilizzati in azienda. Ciò spiega, pertanto, l’aumento dell’incidenza delle attività connesse sui risultati aziendali.
Conclusioni
L’analisi effettuata ha dimostrato come il contributo delle attività connesse alla formazione del reddito aziendale in agricoltura ha effetti diversi a seconda delle caratteristiche delle aziende agricole, in particolare della loro dimensione economica. Per quanto concerne invece sia la localizzazione geografica che l’ordinamento produttivo delle aziende, pur registrando dei risultati economici leggermente diversi nelle varie circoscrizioni e nei diversi raggruppamenti colturali utilizzati, l’analisi svolta sembrerebbe evidenziare come essi non abbiano una particolare influenza sulle performance economiche delle aziende multifunzionali.
L’analisi dell’ordinamento produttivo ha evidenziato, soprattutto, come solo alcune specializzazioni produttive (seminativi, coltivazioni permanenti, zootecnia) sono maggiormente interessate dall’aspetto multifunzionale dell’agricoltura. Le aziende Rica del comparto ortofloricolo sembrerebbero poco propense a investire nella multifunzionalità in conseguenza, probabilmente, dell’alta redditività che caratterizza tale comparto. Infatti, solo il 3,6% delle aziende analizzate presentano una specializzazione in ortofloricoltura e, queste, sono localizzate nel Centro – Nord. Mentre per le circoscrizioni del Sud e delle Isole non sono state affatto identificate le rispettive aziende rappresentative. Inoltre, le stime effettuate hanno rilevato come le aziende con attività connesse facciano un maggior ricorso al fattore lavoro rispetto alle aziende senza attività connesse. L’impiego di lavoro tra le aziende multifunzionali, ovviamente, varia a seconda dell’ordinamento produttivo. In particolare, le aziende del comparto ortofloricolo e quelle del settore frutticolo, assieme alle aziende zootecniche sono quelle che impiegano maggiori quantitativi del fattore lavoro.
Lo studio rivela, ancora, come le aziende multifunzionali tendano a introdurre attività connesse relative alla produzione di energie rinnovabili e nell’offerta di servizi (contoterzismo), mentre poco oltre un terzo delle aziende presenta un’attività agrituristica.
Questi risultati vengono, in parte, confermati da una recente analisi condotta dall’Istat sulle strutture delle aziende agricole italiane. Secondo il rapporto Istat (2015), si assiste ad una forte crescita nel numero di aziende agricole multifunzionali, che svolgono attività connesse all’agricoltura (+ 48,4%). Questa crescita sembrerebbe dovuta principalmente alle aziende che producono energia rinnovabile (21 mila unità), che in soli tre anni hanno visto aumentare di circa sei volte il loro numero, nonché a quelle che trasformano internamente le proprie produzioni (42 mila unità), che quasi raddoppiano il loro numero (+ 97,8%).
Infine, l’analisi delle performance delle aziende multifunzionali ha evidenziato che l’incidenza delle attività connesse sui risultati economici delle aziende tende verso una polarizzazione delle stesse aziende multifunzionali. In particolare, con riferimento al solo Rna, il fenomeno della polarizzazione nelle due classi di incidenza estreme (bassa e alta), se da una parte segnala che sono molte quelle con redditività bassa, indica nella numerosità di quelle che ottengono una redditività più alta in seguito all’adozione della multifunzionalità un risultato incoraggiante.
Pertanto, in generale, si può affermare che l’effetto della multifunzionalità sul reddito della famiglia coltivatrice è positivo, anche se ci sono alcuni casi in cui i risultati economici ottenuti dalle aziende agricole multifunzionali sono inferiori a quelli delle corrispondenti aziende agricole convenzionali. Tuttavia, in queste aziende l’aspetto multifunzionale ha certamente contribuito ad attenuare le differenze esistenti tra le performance economiche delle aziende multifunzionali e convenzionali.
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- 1. Ora Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria - Crea
- 2. Le attività connesse sono attività remunerative svolte in azienda e direttamente collegate ad essa che comportano l’utilizzo delle risorse dell’azienda (superficie, fabbricati, macchinari, lavoro) o dei prodotti dell’azienda. Pertanto esse riguardano l’agriturismo, le attività ricreative e sociali, le fattorie didattiche, l’artigianato, la prima lavorazione dei prodotti agricoli, la trasformazione dei prodotti vegetali e dei prodotti animali, la produzione di energia rinnovabile, la lavorazione del legno, l’acquacoltura, il contoterzismo attivo, i servizi per l’allevamento, la sistemazione di parchi e giardini, la silvicoltura, la produzione di mangimi completi e complementari e altre attività. L’attività di trasformazione di uve od olive di produzione aziendale è considerata attività agricola e quindi non è da classificare tra le attività connesse (Bellini G., Lipizzi F., 2013).
- 3. Nel corso del testo si utilizza la dizione “aziende multifunzionali” ma, de facto, queste sono da intendersi come “aziende con attività connesse”.
- 4. Comprende i valori corrispondenti ai ricavi delle vendite dei prodotti aziendali e servizi, alle variazioni delle scorte, agli aiuti pubblici in conto esercizio (Politiche Ocm UE), agli autoconsumi, regalie e salari in natura e ai ricavi derivanti dalle altre attività connesse (ricavi da agriturismo, contoterzismo attivo, affitti attivi, altri ricavi per attività connesse).
- 5. Rappresenta il risultato economico complessivo dell’azienda agricola che, oltre al risultato economico della gestione caratteristica (che comprende tutti i costi e i ricavi originati dai processi produttivi e dai servizi attivi e passivi collegati alle attività agricole), comprende anche i costi e i ricavi originati dalle attività non considerate tipicamente agricole: gestione extra-caratteristica (gestione finanziaria, gestione straordinaria, gestione diverse e trasferimenti pubblici). Individua la capacità di remunerare tutti i fattori produttivi utilizzati nell’azienda agricola.
- 6. Le classi di dimensione economica sono state costruite prendendo ad oggetto la Produzione Standard (PS) delle aziende del campione Rica. In particolare, la classe “piccole” raggruppa le aziende con una PS inferiore a 25 mila euro; la classe “medio – piccole” comprende le aziende con una PS compresa tra 25 mila e 50 mila euro; nella classe “medie” ricadono le aziende con una PS cha va da 50 mila a 100 mila euro; la classe “medio – grandi” comprende le aziende con una PS che va da 100 mila a 500 mila euro; nella classe “grandi” si concentrano le aziende con una PS superiore a 500 mila euro.
- 7. Sono da intendersi come le aziende prive di attività connesse.
Comments
Orlando Cimino
Wed, 09/12/2015 - 17:28
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Negli ultimi anni è andata
Negli ultimi anni è andata sempre più diffondendosi la multifunzionalità in agricoltura, intesa come la capacità del settore primario di produrre beni e servizi secondari di varia natura. Essa rappresenta per gli agricoltori una nuova opportunità di occupazione e di reddito. In questo lavoro si vuole verificare proprio il contributo dell’agricoltura multifunzionale, misurato attraverso le attività connesse, alla formazione del reddito delle famiglie coltivatrici. L’uso delle informazioni strutturali ed economiche derivanti da diverse fonti statistiche, in particolare dal VI censimento agricolo e dalla banca dati RICA, ha reso possibile individuare diverse “aziende rappresentative” ed indagare come e quanto la multifunzionalità potrebbe influenzare il reddito delle famiglie coltivatrici. Il confronto tra le performance economiche delle aziende agricole convenzionali e di quelle multifunzionali dimostra che il contributo dell’agricoltura multifunzionale sulla formazione del reddito delle famiglie coltivatrici ha effetti diversi a seconda delle caratteristiche delle aziende agricole, della loro dimensione economica e della loro specializzazione produttiva.