In un contesto in cui la qualità è sempre più un elemento strategicamente importante per la nostra agricoltura, capace di far fronte, almeno in parte, alla forte competizione internazionale, occorre riconoscere pubblicamente i soggetti che operano per questo obiettivo. Non si tratta solo di premiare le produzioni di eccellenza, ma anche tutti quei comportamenti virtuosi che favoriscono la crescita delle imprese e dei territori; infatti la qualità in agricoltura non è solo sinonimo di genuinità e salubrità degli alimenti, ma significa anche attenzione verso l’ambiente e il paesaggio.
La Bandiera Verde vuole porsi come riconoscimento a quell’agricoltura in linea con le esigenze e le aspettative dei cittadini europei. Non si tratta quindi di un premio alla tradizione, ma al contrario un apprezzamento per coloro che sanno guardare oltre il limitato orizzonte della quotidianità e dei problemi contingenti.
L’idea di dar vita alla Bandiera Verde in agricoltura nasce da queste considerazioni, sulla scia del successo delle Bandiere Blu d’Europa, istituite nel 1987, conferite annualmente, sotto il controllo dell’Unione Europea, alle spiagge e approdi turistici che si distinguono per la loro sensibilità ed operosità in difesa dell’ambiente e della salubrità del mare. All’iniziativa europea è seguita quella delle Bandiere Arancioni, un marchio di qualità per la valorizzazione turistica dell’entroterra, promosso dal Touring Club Italiano.
Si è ritenuto che questo approccio potesse essere utilmente applicato anche in ambito agricolo, e grazie alla Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), è stata istituita da alcuni anni la Bandiera Verde, come riconoscimento per gli enti pubblici, aziende, associazioni, singoli cittadini impegnati nella salvaguardia del territorio rurale, delle sue radici storiche e culturali, delle sue tipicità.
Il progetto pilota ha avuto un primo collaudo in provincia di Ancona nel 2003, esteso nell’anno successivo a tutte le Marche. Nel 2005 si è fatto un ulteriore passo in avanti coinvolgendo quattro regioni (Marche, Umbria, Abruzzo e Molise), con l’obiettivo di fare di Bandiera Verde un riconoscimento a livello nazionale con il sigillo dell’Unione Europea.
Nelle due prime edizioni sono state assegnate Bandiere Verdi alla Provincia di Ancona, all’Università di Camerino, alla Facoltà di Agraria di Ancona, al Parco del Conero e ad alcuni comuni tra i quali ricordiamo Arcevia, Montecarotto, Cartoceto, Borgo Pace. La Bandiera Verde è stata conferita inoltre a numerose aziende fra cui Alce Nero di Isola del Piano (PU), Monterosso di San Lorenzo in Campo (PU), leader in Italia della produzione e lavorazione del farro, Pittalis (formaggi) di Vaccarile di Ostra (AN), Doriano Scibè di Grottazzolina (AP), alle cantine Floriano Mignon di Castelcolonna (AN) per i vini biologici, ai fratelli Finocchi e a Zaccagnini di Staffolo (AN), Moncaro - Terre Cortesi di Montecarotto (AN) e all’Oasi San Benedetto di Lamoli (PU). Sono stati premiati anche lo scrittore e storico-bibliotecario di Cupramontana (AN) Riccardo Ceccarelli, il pittore Alvaro Tonti di S. Marcello di Jesi (AN), il giornalista Andrea Fraboni, responsabile delle pagine “Sapori e Tradizioni” del Corriere Adriatico, quotidiano regionale delle Marche.
Da non dimenticare infine che il riconoscimento è stato assegnato anche all’Associazione “Alessandro Bartola” per la sua attività decennale nel campo della ricerca e della divulgazione economica in agricoltura.
La bandiera verde in agricoltura
La bandiera verde in agricoltura
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Commenti
Utente non regi... (non verificato)
Gio, 01/01/1970 - 01:00
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commento
iniziativa sicuramente molto interessante,ma perche'non ha proseguito il suo percorso nelle altre regioni?avrebbe sicuramente contribuito al riconoscimento dell'impresa agricola come vera entita' dedita alla concreta protezione del territorio e quindi della intera collettivita'.
Commento originariamente inviato da 'ninni' in data 13/02/2008.
Utente non regi... (non verificato)
Gio, 01/01/1970 - 01:00
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Commento
Ineccepibile, ma pur condividendo l'articolo mi permetto di sottolineare che... è giusto guardare avanti, oltre il limitato orizzonte della quotidianità e dei problemi contingenti, ma lo sforzo che''il mercato'' ti impone facendoti tirare una carretta sempre più pesante ti porta a chinarti in avanti, guardando purtroppo sempre più in basso, anche per esser certo dell'appoggio dei piedi ed evitare cadute.
Franco
Commento originariamente inviato da 'Franco' in data 21/03/2008.