Abstract degli articoli pubblicati sul Vol. 3 No. 2 (2014) del Bae oltre a quelli per i quali Agriregionieuropa ospita una versione italiana in questo numero.
Studio della integrazione dei mercati e trasmissione dei prezzi fra Italia e Sati Uniti per alcuni prodotti agricoli e greggio
Franco Rosa1, Michela Vasciaveo1, Robert D. Weaver2
1 Department of Food Science, Economic Unit, University of Udine, Italy
2 Department of Agricultural Economics, Sociology and Education, Penn State University, Usa
Lo scopo di questo articolo è di studiare l’efficienza di mercato attraverso l’analisi dell'integrazione fra mercati. Vengono considerati due paesi: Italia e Stati Uniti, alcuni prodotti agricoli e viene usata l’analisi delle serie storiche dei prezzi spot rilevati nel periodo fra gennaio 1999 e maggio 2012. Le serie di prezzo si riferiscono al greggio e tre prodotti agricoli: grano, mais e soia selezionati per la loro rilevanza negli scambi tra Stati Uniti e Italia. L'ipotesi d’integrazione viene formulata in base agli elevati volumi di prodotti agricoli scambiati tra i due paesi e l’importante ruolo di arbitraggio esercitato dal Chicago Board of Trade (Cbt). L'integrazione tra i mercati del petrolio e prodotti agricoli è suggerita dall’uso intensivo di input agricoli (fertilizzanti, carburanti, sementi) che consumano elevate quantità di energia, e le quantità crescenti di prodotti agricoli destinati alla produzione di biocarburanti. L'analisi delle serie temporali consente di verificare la co-integrazione e la trasmissione dei prezzi in assenza e in presenza di break strutturali. I risultati ottenuti suggeriscono le seguenti considerazioni: a) negli Usa si osserva una integrazione significativa fra il mercato del greggio e dei prodotti agricoli considerati; b) in Italia un'integrazione tra i mercati italiani e Usa dei prodotti agricoli mentre appare meno evidente l'integrazione tra i mercati del greggio e delle materie prime. Questi risultati, contribuiscono ad una migliore comprensione delle cause delle variazioni dei prezzi, evidenziano la validità dell’approccio analitico seguito per valutare la efficienza dei mercati, offrono spunti per una migliore comprensione dei meccanismi di trasmissione dei prezzi fra mercati utili a fini previsionali e per formulare politiche di intervento per la stabilizzazione dei mercato agricoli.
Le determinanti della diversificazione dei redditi aziendali: il caso della Toscana
Fabio Bartolini1, Maria Andreoli1 e Gianluca Brunori1
1 Department of Agriculture, Food and Environment, University of Pisa
La riforma della Pac e le Strategie di Horizon 2020 attribuiscono un ruolo fondamentale alla diversificazione dei redditi aziendali, in quanto permettono di rafforzare la coesione sociale e territoriale nelle aree rurali. La letteratura economico agraria ha identificato nei maggiori rendimenti dei fattori produttivi e nella riduzione della rischiosità dell’attività di produzione agricola le principali motivazioni della diversificazione. L’obiettivo del lavoro è l'analisi delle determinanti dell’intensità di diversificazione (on-farm) in attività diverse dalla coltivazione e dall’allevamento. Il lavoro utilizza modelli econometri per dati di conteggio zero inflazionati. Tali modelli consentono di simulare l’intensità di diversificazione in due steps: isolando le determinanti dell’esclusione dalla diversificazione da quelle relative all’intensità di diversificazione. L’analisi è stata effettuata utilizzando i dati del X Censimento dell’Agricoltura della Regione Toscana. I risultati del modello mostrano che le caratteristiche produttive dell’azienda agricola e dell’agricoltore, le disponibilità di lavoro famigliare, la localizzazione e gli strumenti di politica sono determinanti della diversificazione nelle aziende. Inoltre, i risultati confermano che sia la localizzazione prossima ai centri urbani, sia la localizzazione nelle aree marginali influenzano positivamente la probabilità di osservare una maggiore diversificazione. Infine, i risultati evidenziano la rilevanza della diversificazione nella regione e la riduzione dell'esposizione al rischio di tale attività.
L’intensità dell’adozione di pratiche di conservazione del suolo e dell’acqua da parte di piccoli produttori: risultati di una ricerca svolta nel Nord del Ghana
Paul Kwame Nkegbe1, Bhavani Shankar2
1 Department of Economics & Entrepreneurship Development, University for Development Studies, Ghana
2 Centre for Development, Environment and Policy, School of Oriental & African Studies, UK
Le pratiche di conservazione del suolo e dell’acqua sono promosse in Ghana per la gestione sostenibile dell’ambiente e per supportare la produzione agricola. Nonostante l’importanza di queste pratiche nella conservazione ambientale, esistono pochi studi che trattino dei fattori che influiscono sulla loro adozione intensiva. Questo studio analizza le determinanti dell’intensità di adozione delle pratiche di conservazione del suolo e dell’acqua usando dati da un campione cross-section di piccolo produttori nel nord del Ghana. Per l'analisi sono usati modelli Count Data. I risultati empirici mostrano che l’accesso all’informazione, il capitale sociale, il terreno in proprietà pro capite e il patrimonio aziendale svolgono un ruolo determinante nella decisione dei piccoli produttori di adottare intensivamente le pratiche di conservazione del suolo e dell’acqua.
Un addendum a: una meta-analisi della distorsione da mercato ipotetico (hypothetical bias) nelle tecniche di valutazione basate sulla preferenza dichiarata
Gianluca Stefani1, Riccardo Scarpa2, Ginevra V. Lombardi1
1 Department of Economics and Management, University of Florence, Florence, Italy
2 Economics Department, Waikato Management School, Hamilton, New Zealand
Un recente studio pubblicato da Murphy et al. (2005) ha riportato i risultati di una meta-analisi relativa alla distorsione da mercato ipotetico (hypothetical bias), utilizzando 28 casi di studio. Gli autori hanno osservato un rapporto tra valori ipotizzati e attuali pari a 1,35, ma non hanno analizzato il rapporto tra le varianze delle distribuzioni dei valori ipotizzati e attuali, che è di grande importanza nell’analisi delle preferenze congiunte dichiarate e rivelate. Qui si propone un addendum allo studio di Murphy et al. (2005) al fine di fornire alcune intuizioni sulla distribuzione del fattore di scala tra 23 studi per i quali sono disponibili dati pertinenti. Si distinguono tre tipi di parametri di dispersione riportati in letteratura. Si osserva che il rapporto tra le deviazioni standard reali e ipotizzate delle distribuzioni marginali delle disponibilità a pagare (willingness to pay, Wtp) è di circa 0,6.