Con il presente volume s’intende ricostruire il ‘percorso scientifico’ del Serpieri, facendone emergere, contributo dopo contributo, l’autentico pensiero teorico-analitico. Che spesso, purtroppo, è stato alterato o modificato per interessi di parte, ma anche frainteso per non avere approfondito la sua complessa opera bibliografica, invero ragguardevole, come dimostra l’allegata Appendice relativa agli “Scritti scientifici e giornalistici del Serpieri (1901-1958)”. Questa, peraltro, è da considerarsi come la bibliografia più completa tra quelle finora disponibili, forse anch’essa non ancora del tutto esaustiva data la capacità di scrittura praticata per quasi un sessantennio da questa ‘personalità imponente’, per dirla con Manlio Rossi Doria.
Benché la costruzione teorica del Serpieri costituisca l’elemento centrale del saggio, nel contempo, si è cercato di valorizzarne anche la dimensione operativa, ovvero quella legata alla sua visione di una scienza economica tesa verso la ‘praticità di risultati’. Ciò è da connettersi, con tutta evidenza, alla ‘bonifica integrale’. Con la stessa, lo studioso intendeva recuperare alla piena produzione i terreni degradati ai fini della colonizzazione, cioè a dire dar luogo all’insediamento in forma stabile dell’uomo sulla terra per attenuare gli effetti negativi dovuti alla sottoccupazione bracciantile che da sempre gravava sull’agricoltura. Lo sosteneva anche l’idea che attraverso l’ampliamento della terra coltivata, perciò l’incremento della base produttiva del settore e la maggiore occupazione agricola, fosse possibile indurre un maggiore benessere nel paese. Questo spiega perché alla bonifica integrale si è dedicata un’ampia analisi ricercandone, tra l’altro, una misura quantitativa finora mai tentata circa gli effetti moltiplicativi sul reddito nazionale dovuti agli investimenti di bonifica mediante la teoria della domanda aggregata keynesiana.
Se possiede qualche validità l’assunto: qualsiasi avanzamento teorico presuppone la conoscenza del passato; allora, ritornare all’opera del Serpieri, diventa essenziale non solo per l’economista agrario, specie se anch’esso aspiri ancora oggi, come il fondatore, a ricercare soluzioni economico-sociali innovative in termini di utilità, ma anche per tutti coloro che attraverso la conoscenza del patrimonio storico-culturale del paese intravedono la possibilità di nuovi percorsi che aiutino l’Italia a superare le tante difficoltà in cui si dibatte ormai da tempo. E per superale, ancora una volta, l’agricoltura, cioè il settore che svolge un ruolo essenziale per l’attività umana, potrebbe costituire una delle possibili vie di riscatto del paese.